Quadro falso venduto per autentico: imputati salvati dalla prescrizione, paga solo il cliente

Sabato 8 Ottobre 2022
In tribunale a Belluno la pronuncia dell'avvenuta prescrizione per un caso di truffa a Cortina

CORTINA - L’intervenuta prescrizione, dichiarata ieri in aula dal giudice Antonella Coniglio ha di fatto tolto dai guai, almeno dal punto di vista penale, Francesco Bucci ed Ernesto Cori, romani di 49 e 58 anni, difesi dall’avvocato Alessandro Temofonte, accusati di truffa per aver rifilato una banale stampa spacciandola per pezzo unico e autentico ad Alessandra Degasper, pizzaiola di professione e vincitrice nazionale del premio nel suo settore e collezionista per passione. 


IL PRECEDENTE
Quel quadro era la ciliegina sulla torta, l’ultima opera d’arte che aveva acquistato per impreziosire la sua pizzeria a Cortina. Il titolare della galleria d’arte Contini le mise una pulce nell’orecchio: «Non può essere vero, conosco i parenti dell’artista e l’originale si trova a casa della modella raffigurata nel quadro». Si tratta dell’opera “Cristina 1” del pittore milanese Pietro Annigoni. Altro che olio su tela, quella esposta nel locale era una semplice stampa. Alessandra Degasper si era rivolta alle forze dell’ordine raccontando di esser stata truffata. Il processo è cominciato ieri a Belluno. Nella precedente udienza Degasper (assistita dall’avvocato Paolo Ghezze) aveva detto: «Sapevano che io avevo acquistato oggetti artistici, perché c’è un elenco, e volevano propormi alcuni quadri». Bucci e Cori si presentano come titolari di una attività di commercio di opere d’arte di Ladispoli (Roma), le mostrano un catalogo e le propongono tre quadri (tra cui quello di Annigoni). La pizzaiola, senza nemmeno guardare gli originali, accetta: «Ho pagato in totale quasi 4.500 euro, 900 in contanti, il resto in assegni». Non appena arrivano i quadri Degasper li appende in pizzeria. L’opera di Annigoni, che poi scoprirà essere falsa, ha un cartellino con scritto: «Autore: Annigoni; Titolo: Cristina 1 a; Tecnica Tela si m. olio... “esemplare unico”». Arriva già incorniciata con due certificati, uno di proprietà e uno di autenticità. «Mi avevano proposto anche di fare delle mostre – ha continuato la pizzaiola – se avessi messo in mostra i quadri e fossi riuscita a rivenderli, una percentuale sarebbe andata a loro, il resto a me.

Poi non li ho più visti né sentiti». In quella udienza non fu chiarito come avvenne la scoperta del falso, ma la querela è del primo marzo 2019. 


IN AULA
«Quando abbiamo preso in mano l’opera – aveva ricordato Maurizio Madica, del nucleo Tutela patrimonio culturale di Venezia – ci siamo accorti che era una stampa fotografica attaccata a una tela. Abbiamo quindi proceduto nei confronti degli imputati per aver messo in commercio un’opera contraffatta e per aver prodotto certificazioni false». Emerge, inoltre, che Bucci e Cori erano già stati segnalati dalla guardia di finanza di Ladispoli. Venne interpellato anche un allievo di Annigoni, nonché curatore della sua biografia, che conferma i sospetti. Il quadro originale, che ha un valore di circa 3-4mila euro, si trova a casa della modella raffigurata. Mentre le stampe si aggirano sui 150 euro. «Noi acquistavamo opere e le rivendevamo – aveva spiegato Bucci – Avevamo il contatto della pizzaiola perché l’aveva lasciato a un altro collezionista. Siamo andati da lei, abbiamo parlato di opere d’arte, ha deciso di acquistarne 3 e abbiamo proposto una mostra con guadagno sul biglietto non sulla vendita delle opere». Ieri in tribunale la conclusione della parte penale del processo, ma non è escluso che ora la vittima chieda in danni in causa civile.

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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