Belluno esclusa dal Pnrr, i finanziamenti dirottati al sud Italia. Ma Massaro è ottimista

Lunedì 1 Novembre 2021 di Giovanni Santin
Bocciati i progetti di Belluno nei finanziamenti del Pnrr: i soldi al sud
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BELLUNO  - Il Governo boccia i progetti presentati da Belluno, ma il sindaco del capoluogo Jacopo Massaro rassicura: «Non sono stati finanziati in questa fase, ma verranno rifinanziati in un secondo momento». Al momento però Belluno sarebbe l’unico capoluogo veneto a essere escluso dal finanziamento dei progetti Pinqua, ovvero il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare, nell’ambito della rigenerazione urbana relativa alla missione 5 del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Attualmente siamo esclusi e non siamo contenti - afferma Massaro -, come del resto altri Comuni, anche perché ci contavamo e perché era stato lo stesso Governo a dire che saremmo stati inclusi».

IL PIANO
Il maxi-piano “Belluno 2030” che ha partecipato al bando del Programma Innovativo sulla Qualità dell’Abitare (Pinqua) prevedeva tre grandi filoni di intervento: Cavarzano, centro città e Levego. Nella lista figuravano ad esempio per Cavarzano la demolizione del compendio “Casa Carbone”, con la realizzazione di nuovi 16 alloggi, la demolizione di Villa Bizio e la costruzione di un nuovo centro per persone non autosufficienti, nell’area delle piazze la riqualificazione, un percorso ciclopedonale. In centro erano interessati la stazione, piazza Piloni, l’ex “Opera dell’Infanzia. A Levego il completamento del Peep con nuovi alloggi un nuovo ponte ciclopedonale sull’Ardo e tanto altro. Tutto sfumato?

LE RASSICURAZIONI
Il primo cittadino del capoluogo, che non condivide la nettezza con cui lo Spi Cgil dà per certo che di bocciatura, ricostruisce quanto accaduto a Roma. «In occasione della conferenza stampa del Ministro Daniele Franco – spiega Massaro - per Belluno risultavano finanziati due progetti su tre ed il terzo era invece soggetto a future decisioni. Secondo quanto assicurato in quel momento, i primi due interventi risultavano finanziati perché non rientravano nella prima tranche di 800 milioni di euro che era un finanziamento messo a disposizione dal Governo; ma della somma ulteriore di 1,7 miliardi di euro ricavabili dal Pnrr». In un primo momento, quindi, per Belluno erano arrivate buone notizie: «E noi avevamo esultato ed eravamo soddisfatti». 

IL VINCOLO DEL SUD
«Purtroppo poi è arrivata una brutta sorpresa – è sempre Massaro che riannoda il film di quanto accaduto – perché sono stati ritirati quai tutti gli 800 milioni di finanziamento statale, lasciandone solo 80 e togliendone 720. A questo punto è stato giocoforza finanziare tutti i progetti con i fondi del Pnrr. E qui, correttamente, il governo ha effettivamente applicato alla cifra del Pnrr i criteri del bando europeo che ha questo vincolo: il 40% della somma deve andare ai Comuni del Sud, a prescindere. La somma rimanente può poi essere divisa fra tutti». A questo punto, riferisce il primo cittadino, c’è stata una rideterminazione della graduatoria che ha fatto diminuire i progetti approvati e che è stata rifatta proprio perché le carte in tavola, o meglio le somme a disposizione, nel frattempo sono cambiate: sia nell’importo totale, sia per il fatto che si tratta solo di soldi europei.
 

I TEMPI STRETTI
«Ma questo non è l’unico problema – continua ad argomentare Massaro – perché con il decreto con cui hanno ritirato i 720 milioni, il Governo ha anche anticipato la scadenza del collaudo dei progetti. Che dovranno appunto essere terminati e collaudati non più entro il 31 dicembre 2026, ma sette mesi prima: entro il 31 marzo dello stesso anno». Una decisione che ha generato un doppio malcontento: «Sia in chi è stato escluso perché in un primo tempo era stato assegnatario del contributo; ma anche in coloro che il contributo lo riceveranno, perché il tempo di chiusura di tutti i progetti è stato anticipato. E sette mesi sono tanti, vuol dire che bisogna correre. Ed ora da un lato è difficile rispettare questa nuova, stringente tempistica; dall’altro la graduatoria è stata rifatta». Uno scorrimento che ha danneggiato i Comuni come Belluno: «A vantaggio dei Comuni del Sud che inizialmente erano più in basso in graduatoria, ed ora sono risaliti. È tutto regolare, perché i criteri sono quelli del Pnrr che prevedono che il 40% del finanziamento complessivo debba andare al Sud». 

FIDUCIOSO
Tuttavia Massaro è fiducioso e guarda con speranza ad un’evoluzione positiva: «Detto questo il governo dice di non disperare perché forse metteranno altre risorse.

Noi siamo fiduciosi perché se il Governo vuole spendere i soldi dell’Europa, forse gli conviene farlo su opere che sono cantierabili in tempi relativamente brevi e non fare altri bandi che comporterebbero per forza di cose tempi più lunghi. Ma noi chiediamo che, se questa è la strada, il Governo si muova in fretta, perché quelli che erano stati presentati, sono progetti importanti che richiedono tempi altrettanto importanti; altrimenti, come detto, il rischio è di non arrivare in tempo per la scadenza del marzo 2026». Lo chiede l’Europa. 

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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