Sbarra del carcere segata, detenuti assolti: dalle telecamere non si è riusciti a risalire all'identità

I 4 carcerati erano accusati di danneggiamento con l'aggravante dei beni pubblici. Ma le immagini della videosorveglianza erano troppo sfocate

Mercoledì 14 Settembre 2022 di Giovanni Longhi
Il carcere Baldenich

BELLUNO - Nessun colpevole: è questa la conclusione cui è giunto ieri in tribunale il giudice Luca Berletti riferendosi ai danneggiamenti avvenuti nel carcere Baldenich durante un tentativo di evasione maldestramente naufragato.

I tunisini Mohamed El Jabali, 41 anni, attualmente detenuto a Trento, Naserddine Elkarfi 38 anni, (difesi dall'avvocato Corrado Perseghin del Foro di Verona), Ramzi Triki (difeso dall'avvocato Alessandra Conti di Belluno), 50 anni e l'albanese Ridon Perskura (difeso dall'avvocato Jenny Fioraso di Belluno), 30 anni erano accusati di danneggiamento con l'aggravante dei beni pubblici, visto che i fatti si consumarono all'interno della casa circondariale del Baldenich.

I fatti

Era il 2 aprile 2018 e i quattro detenuti (ce n'era un quinto, l'albanese Erision Beqiri la cui posizione è stata successivamente stralciata) avevano organizzato una sorta di rivolta nella sezione comuni. Cercando di aprirsi una via di fuga avevano danneggiato la grata di ferro di un finestrone rivolto all'esterno. L'intervento degli agenti della polizia penitenziaria aveva di fatto mandato in fumo il piano facendo scattare la denuncia per danni. Non una novità, visto che anche in precedenza il quartetto aveva dovuto rispondere davanti alla legge del medesimo reato.

Il processo

Dopo alcune udienze, con la deposizione di due agenti della polizia penitenziaria, vennero visionate anche le immagini riprese dalle telecamere della video sorveglianza interna del carcere e sentito un altro dipendente della struttura. Tutti passaggi inutili: l'identità dei protagonisti è rimasta un mistero e stabilire chi avesse fatto cosa, distribuendo le rispettive responsabilità e quindi le possibili condanne, si è rivelato impossibile. La pm Alessandra Rossi ha tuttavia chiesto 18 mesi di carcere per ognuno degli imputati. La difesa ne ha chiesto l'assoluzione puntando sul fatto che proprio le immagini riprese dalla videocamera interna fossero confuse e non consentissero di stabilire con certezza il ruolo e le responsabilità dei singoli. Il giudice Luca Berletti ieri ha accolto la tesi della difesa ed ha emesso la sentenza di assoluzione per tutti quattro.

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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