Prima settimana di ferie dopo 106 anni: «Hostaria sempre aperta da un secolo»

Giovedì 18 Agosto 2022 di Olivia Bonetti
I gestori dell'Hostaria di Auronzo

AURONZO - «Per oltre 100 anni non abbiamo mai chiuso per ferie». Una data storica quella di questa estate per il locale All'Hostaria di Auronzo di proprietà di Francesco Corte Metto, attività quest'anno rilevata ufficialmente dalla figlia Valentina, che da tempo lavora come collaboratrice.

A giugno, prima della stagione estiva, lo storico bar ha abbassato la serranda dando l'annuncio su Facebook, lasciando increduli tutti gli affezionanti clienti, perché non era mai successo: «Dopo 100 anni l'Hosteria chiude per ferie». Una scelta epocale per gli instancabili esercenti, che da 106 anni hanno continuato a lavorare, di generazione in generazione, chiudendo solo la domenica per turno settimanale nei periodi di bassa stagione, e restando aperti 7 giorni su 7 d'estate.

LA STANCHEZZA

«Eravamo esausti - racconta il titolare Francesco Corte Metto, 61 anni -. Abbiamo sempre tenuto aperto anche nel periodo di lockdown e covid, per dare un servizio: con la scusa che apro il bar alle 5 di mattina eravamo un riferimento per gli operai, infermieri o dipendenti del comune che lavoravano senza sosta. Almeno trovavano un locale aperto. Mi sentivo di dare questo servizio, anche nel periodo più difficile, quello in cui si faceva solo asporto. Per questo non abbiamo mai chiuso, lavorando dalle 5 di mattina all'una di notte. Ma era arrivato il momento di fare una pausa». Si sono presi la prima settimana di giugno, ma dal 13 giugno erano già in piena attività.

LA STORIA

Il bar-pub All'Hostaria, in via Cella, 39, è il primo locale che si trova arrivando ad Auronzo. Si trova appena dopo la diga: il locale sulla destra. È una casa storica costruita nel 1904. «Nel 1916 - racconta Francesco Corte Metto - mia bisnonna Paolina ha aperto il bar, rilevato poi dalla nonna Valentina, passato a mia mamma Calogera. Poi sono venuto io ed ora mia figlia Valentina». «Prima di mettermi dietro il banco - spiega Francesco - ho fatto 17 anni in fabbrica: dal 1976 in poi. Mia mamma ha ristrutturato il locale: un nuovo inizio. Ed è in quel momento che ho deciso di mettermi a lavorare con lei. Per un primo periodo come dipendente, poi ho preso il testimone, che ora ho passato a mia figlia Valentina, che ha 34 anni».

I SACRIFICI

Qualche rimpianto? «No, è un lavoro che mi piace - confessa il barista - ma naturalmente è un lavoro di sacrificio, perché non si ha tanto tempo libero». Nel locale si vedono al lavoro Francesco, la figlia Valentina e fino a qualche anno fa c'era anche mamma ottantenne Calogera, instancabile commerciante d'altri tempi: una vera eroina del bancone. «Mia mamma è stata al bar fino a quando ha passato gli 80 anni d'età - prosegue Francesco -: ora ne ha 88 e si è ritirata. Ma i suoi insegnamenti restano: mi ha sempre detto che non si deve chiudere il bar e così ho fatto. Per anni, in famiglia, ci siamo alternati dietro il bancone in modo da non chiudere: uno andava in vacanza, gli altri restavano qui. E il servizio non si fermava mai».

LA PANDEMIA

«Ma prima del covid era tutto più facile», fa sapere il barista. Nel periodo del lockdown è arrivata anche una sanzione per presunta irregolarità nel servizio d'asporto. «È stato un duro colpo - confessa Francesco - non pensavamo di aver fatto nulla di sbagliato: avevamo semplicemente fatto il nostro lavoro rispettando le regole dell'asporto. Comunque è passata, ma mia mamma al primo verbale era rimasta veramente male». Calogera, commerciante d'altri tempi non riusciva a comprendere quella sanzione scattata per aver servito un cliente. «Ora, dopo la botta della pandemia - spiega Francesco -, abbiamo deciso di chiudere per una settimana e fare un vero periodo di ferie». Così il 4 giugno scorso Francesco e la moglie Carmen Bombassei sono partiti per un viaggio in moto: la serranda abbassata per la prima volta dopo 106 anni. «Il 13 giugno avevamo già riaperto - racconta Francesco -: ai clienti siamo mancati». Oltre al bar assaggi di prodotti locali, panini e pub. «Niente di sofisticato - sottolinea il Corte Metto - speck e soppressa». Ma prodotti e servizi apprezzato anche dai turisti, come dimostra il punteggio sulle recensioni web.

LA NUOVA GENERAZIONE

Ora la titolare è la giovanissima figlia Valentina, classe 1988, che ha preso il timone del locale e sta portando avanti l'attività sul solco della tradizione, ma con la freschezza dei suoi 34 anni. Quindi tanta comunicazione sui social: anche questo è un modo per tenersi i clienti. «Non l'ho mai spinta a fare questo lavoro - sottolinea papà Francesco - è stata una sua scelta». 

Ultimo aggiornamento: 11:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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