Vacanze di Natale, verso il pienone in montagna ma dopo c'è solo il vuoto

Lunedì 20 Dicembre 2021 di Giuseppe Babbo
Vacanze di Natale, verso il pienone in montagna ma dopo c'è solo il vuoto

BELLUNO - Vacanze di Natale alle porte, sulle montagne venete le prenotazioni non mancano, addirittura con qualche punto percentuale in più rispetto al 2019. Gli arrivi, però, sono tutti concentrati per il periodo natalizio mentre per il post Epifania l'incertezza è totale.
A pesare c'è la ripresa della pandemia, un'onda lunga di contagi in aumento ovunque con il conseguente timore di ulteriori restrizioni. Ma anche l'assenza degli ospiti stranieri, appunto bloccati da quanto accade nei rispettivi Paesi di provenienza ma anche dissuasi negli spostamenti per effetto delle differenti regole europee sulla mobilità. In ogni caso la sostanza non cambia e la quarta ondata di Covid fa tremare il mondo del turismo. A partire dagli operatori delle Dolomiti, un settore rappresentato da 500 alberghi, il 90% dei quali a oggi aperto e sui quali, visto il periodo, si sta ovviamente concentrando l'attenzione delle associazioni di categoria, con in testa Federalberghi Veneto.

Perché se è vero che nell'immediato le stazioni sciistiche venete potrebbero approfittare di quanto sta accadendo all'estero, per esempio Austria e Svizzera, è altrettanto vero che ad oggi a mancare sono le prenotazioni per le classiche settimane bianche, generalmente al via dopo la prima settimana di gennaio.


BOOM PER LE FESTE

«Per il periodo legato alle feste natalizie spiega Massimiliano Schiavon, presidente regionale di Federalberghi le strutture alberghiere stanno registrando un'occupazione media dell'80%, con alcune città in testa come sta accadendo per esempio a Cortina ma sempre con presenze limitate ai soli ospiti italiani, come per altro storicamente accade per questo periodo. Anzi, va detto che grazie agli italiani che decidono di rimanere in Italia, viste le difficoltà di andare all'estero, in alcuni casi le prenotazioni sono addirittura superiori del 3 o del 4% rispetto al 2019. Il problema però è che una volta passata l'Epifania a oggi stiamo facendo i conti solo con l'incertezza e di certo non bastano due settimane per mantenere in piedi un comparto che ha perso già la scorsa stagione invernale». In questo caso, la prima stima di Federalberghi, indicava un calo di presenze del 13%, ma ora la percentuale è destinata a salire ulteriormente. «A oggi ci mancano le prenotazioni degli ospiti provenienti da Austria, Germania, Polonia e Ungheria prosegue Schiavon ovvero da quei turisti che sceglievano le Dolomiti per la settimana bianca. I problemi sono due: l'andamento epidemiologico nei loro Paesi e le difficoltà di spostarsi verso l'estero anche per le persone vaccinate con doppia dose. Temiamo che presto la percentuale di calo arrivi al 30%, per crescere ancora nelle prossime settimane. Se alcune destinazioni, come per esempio Cortina, a livello di fatturato, al momento sono in pareggio grazie all'aumento dei prezzi, altre stanno registrando un ritardo compreso tra il 28 e il 30%. Abbiamo motivi per credere che questa perdita sarà destinata, purtroppo, a salire ulteriormente dopo le feste natalizia per effetto dell'aumento dei contagi in Germania, Austria, Inghilterra e nei paesi dell'Est». Ed è su questo punto che il presidente regionale di Federalberghi lancia il primo appello al Governo. «Per quanto riguarda gli spostamenti tra stati esteri dice ancora Schiavon in Europa stiamo andando in ordine sparso: per entrare in Italia un cittadino europeo deve avere due dosi di vaccino e un tampone negativo riferito alle ultime 72 ore mentre per andare in Austria, oltre ai vaccini, serve l'esito di un tampone negativo ma riferito alle precedenti 48 ore. In Francia le regole cambiano ancora. Mi chiedo se tutto questo ha un senso e se soprattutto vale la pena di parlare di Unione Europea. Noi vogliamo una regola semplice e uguale per tutti: consentire gli spostamenti tra stati per chi è regolarmente vaccinato. In caso contrario le conseguenze rischiano di essere pesantissime: con un calo di presenze di oltre il 30%, il caro bollette e la difficoltà a reperire personale, tempo che una volta passate le feste natalizie molti alberghi richiuderanno i battenti per riaprire in tempi migliori».


DISERTATA LA COSTA

Sono già pochi, invece, gli hotel aperti nella costa veneta, dove il mare d'inverno non basta a richiamare ospiti e turisti come accadeva nell'epoca pre-covid. «Qui le prenotazioni stanno andando molto a rilento e va detto che molte delle attuali presenze sono legate a turisti giornalieri conclude il presidente di Federalberhi Veneto . Del resto gran parte degli eventi organizzati nel litorale sono stati cancellati, questo inevitabilmente rappresenta un ostacolo a chi deve scegliere dove trascorrere qualche giorno di vacanza. Ci saranno delle presenze per la notte di Capodanno ma vista la situazione le prenotazioni arriveranno davvero all'ultimo momento, molto dipenderà anche dalle eventuali nuove restrizioni».

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Ultimo aggiornamento: 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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