Pos, in Veneto ce ne sono più di 343mila, ma le commissioni sono troppo alte

Mercoledì 24 Agosto 2022
Stefano Bellotto di Adiconsum Treviso-Belluno

BELLUNO - È una digitalizzazione che deve ancora decollare. In Veneto, nel censimento di fine 2021, si contavano circa 343mila Pos, 14mila 417 in provincia di Belluno. Dati in crescita (dal 2016, +88% in Veneto e + 35% a Belluno) ma lontanissimi dagli orizzonti di altri paesi europei dove il pagamento elettronico è praticamente una consuetudine. A fare il punto su come funzionino davvero le cose, facendo luce su fatti e misfatti del pagamento elettronico, è Stefano Bellotto di Adiconsum Treviso-Belluno.

La diffusione delle carte e dei bancomat si affaccia sul panorama italiano a partire dagli anni '90. «Nei primi anni - spiega Bellotto -, si trattava di mettere in piedi un sistema informatico che non esisteva: i costi erano coperti attraverso commissioni molto alte sui pagamenti; ma nelle intenzioni le stesse sarebbero poi dovute calare, una volta completata l'infrastruttura».

La verità è che questo non è avvenuto proprio del tutto. «Si parla di commissioni che possono andare dallo 0.45% fino al 4,5% se si ricorre all'anticipo con carta di credito - fa sapere -. Una direttiva europea indica valori dello 0,2-0,3% come massimali». Perché in Italia stenta a prendere piede l'uso della carta? «Il pagamento elettronico è sicuramente un fattore culturale. Da un lato, faticano a prendere confidenza con le carte gli utenti più anziani, dall'altro, non si conoscono alcuni benefici: in pochi sanno che molte banche propongono delle assicurazioni sugli acquisti, come nel caso di non conformità del prodotto, se effettuati con carta. Il cliente ha poi sempre convenienza a pagare con il bancomat: non ha costi. Sul fronte degli esercenti, invece, l'uso della carta vuol dire che non c'è più margine per fare nero. Certo, il problema sono i costi». Il tema delle commissioni è centrale. L'esercente deve sottrarre al suo utile la percentuale pattuita: chiaro, dunque, che se la merce ha un prezzo basso, il margine di guadagno diventa irrisorio. Costi e commissioni non sono standard, ma lasciati alla negoziazione tra esercente e banca: un gioco tra commissioni e costi fissi. «C'è chi chiede un fisso e chi non lo chiede ma applica commissioni dell'1,9%, che sono molto alte. Di fatto, c'è un mercato fatto di molti player che tenderanno probabilmente a far crescere le commissioni». La soluzione? «L'unico stimolo che potrebbe incentivare il sistema è abbassare le commissioni. Altrimenti, si tratta solo di lucro. E magari, si potrebbe istituire una soglia, diciamo 5 euro, al di sotto della quale il pagamento non è soggetto a commissioni». (ST)

Ultimo aggiornamento: 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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