La disabilità diventa arte per abbattere le barriere

Domenica 10 Marzo 2019 di Marco D'Incà
Bruno Calvi assieme ai compagni di lavoro Danilo Francescon ed Erik Mambretti Un team che abbatte le barriere
A Lizzona di Ponte nelle Alpi c’è un’officina speciale. Perché non si occupa solo di riparazioni meccaniche e montaggio di pneumatici, tagliandi e revisioni. Si occupa di barriere architettoniche: più precisamente, di abbatterle. Anche all’interno delle automobili, per dare la possibilità a chiunque di viaggiare in sicurezza. E, perché no, pure in piena e completa autonomia. In questo senso, l’Autofficina Calvi & Francescon è una piccola eccellenza. 
LA PASSIONE
Tanto è vero che da Bruno Calvi, Danilo Francescon ed Erik Mambretti si rivolgono diverse persone con disabilità. Alcune delle quali provengono da fuori provincia: il motivo è che l’officina trasuda passione, ma anche, e soprattutto, professionalità e competenza. Anche perché c’è un meccanico che, a una solida preparazione di base, abbina una velocità di pensiero e di analisi che in pochi possono vantare. Il motivo? È che lo stesso Bruno, alpagoto di Puos, convive da oltre venticinque anni con la disabilità: «Era il 1993 e, in sella alla mia moto, ho trovato la persona “giusta”, al momento “giusto” - sorride amaro -. Da allora sono rimasto in carrozzina». 
LA SVOLTA 
Ma la vita del 53enne nativo di Farra è ripresa esattamente dal punto in cui si era interrotta: «Ho sempre avuto una profonda passione per le auto. Così, quando mi sono reso conto che nel Bellunese c’era una carenza in tema di ausili per agevolare l’accesso ai veicoli, mi sono dato da fare. Inizialmente improvvisando sulle mie macchine. Poi spingendomi sempre più avanti: dal semplice montaggio del servo-frizione alla leva del freno, passando per l’acceleratore e per una serie di ausili adatti a tetraplegici e paraplegici». Fino ad arrivare a uno degli ultimi capolavori: «Si è presentato da noi un ragazzo della Val di Fassa, in carrozzina, a cui abbiamo realizzato un sollevatore con un telecomando, grazie al quale si apre la porta. In questo modo il giovane può salire in auto, passare dalla carrozzina al sedile. E mettersi al volante. Stiamo parlando di un guidatore paraplegico».
Calvi, quasi superfluo evidenziarlo, ha un occhio di riguardo per questi aspetti: «Ma non solo io, anche i miei collaboratori. Dove non arriva il sottoscritto, arrivano loro: sono attentissimi e spesso propongono soluzioni più valide ed efficaci delle mie». 
VITTORIE QUOTIDIANE 
L’officina ha aperto i battenti nel 1987 (salvo richiuderli per un breve periodo, in seguito all’incidente del titolare). Eppure non sono in moltissimi a conoscerla: «Forse perché non mi è mai piaciuto fare troppa pubblicità - prosegue Calvi -. Sono una persona che svolge il suo lavoro. E vuole svolgerlo al meglio, con cura e precisione. Mi interessa solo che ciò che realizzo sia utile. Alla fine la soddisfazione è impagabile». Priorità assoluta alla sicurezza: «Ci tengo. Non a caso, il mio principio è tanto semplice, quanto inderogabile: o tutto si definisce a regola d’arte o il lavoro non viene portato avanti». E il futuro? Prevede ancora tante altre barriere architettoniche da abbattere: «Consegnare le auto con gli ausili necessari. E vedere la felicità negli occhi delle persone. Ecco, queste sono le mie vittorie quotidiane. Non chiedo altro». 
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