I piatti anni Ottanta nelle pizze di Livio

Il pizzaiolo di Calalzo di Cadore

Lunedì 12 Aprile 2021 di Claudio De MIn
Livio Mancini e il suo staff

CALALZO DI CADORE - Cosa resterà di questi anni Ottanta? Gastronomicamente parlando dicono invece siano stati fra i momenti più bassi della cucina italiana, ma siamo davvero sicuri che sia così? Carlo Spinelli (Doctor Gourmeta sul web), che in quegli anni «era solo un bambino attratto irresistibilmente dal gelato gusto puffo», prova a mettere i bastoni fra le ruote di questo luogo comune e lo fa nel suo libro Ottantafame (edizioni Marsilio, 224 pagine, 18 euro), resuscitando, fra l'altro, anche qualche ricetta dei tempi andati, quelle che fanno, se non inorridire, quantomeno storcere il naso ai gourmand degli anni Duemila, nonostante alcune continuino ad essere puro godimento per il palato.


PANINARI & YUPPIES
Erano (furono) tempi d'oro, gli anni Ottanta, allegri, spensierati, opulenti, lavoro e occasioni per tutti, o quasi, e un po' di buona volontà e un pizzico di talento bastavano per arrampicarsi sulla montagna dei propri sogni, anche se vero anche questo a volte si sprofondava in un certo mare cafonal, diciamo così, fra edonismo e ostentazione (vedi alla voce Milano da bere e Yuppies), i prodromi della società dell'apparire, poi via via diventata sempre più ingombrante fino alla vera e propria esplosione nell'era dei social.
In cucina la qualità era territorio poco battuto, andavano a mille il cibo fast, veloce, meglio se già pronto (ne nacque perfino un movimento, quello dei paninari), e i surgelati, anche se si intuivano i primi, timidi segnali di una nuova cucina italiana, affascinata però dalla nouvelle cuisine francese.

Ma intanto era tutto un abbuffarsi di salmone affumicato, tagliate alla rucola, panna come se piovesse. Erano immancabili i vol-au-vent (oggi quasi scomparsi dalla circolazione), le tartine al caviale (che caviale non era praticamente mai), le farfalle alla polpa di granchio (granchio?) e il Risotto allo champagne (champagne? Quando mai). E che dire delle mitiche Penne vodka e salmone, del Risotto alla crema di scampi (che andavano fortissimo anche affogati nella salsa rosa: vedi alla voce Cocktail di scampi), delle Tagliatelle paglia e fieno, degli Spaghetti mari e monti e del Filetto al pepe verde, rigorosamente sepolto dalla salsa.


CALORIE DA VENDERE
E anche al momento del dessert l'affollamento sul leggendario, attesissimo carrello, era notevole: panna cotta, profiterole, zuppa inglese, fino alle mitiche crêpes Suzette flambé (però quelle andavano fatte al momento, con tanto di fiamma per l'appunto) e alla Pesca Melba. Piatti da una parte penalizzati dall'eccesso di calorie, che ormai da tempo la maggiore parte degli italiani ha imparato ad evitare, e dall'altra sviliti all'epoca da una certa sciatteria nelle preparazioni, e dall'uso di materie prime di discutibile livello. Perché poi molti di questi piatti, se assistiti dalla qualità degli ingredienti e dall'accuratezza dell'esecuzione, in realtà restano un must anche oggi, dal Vitello Tonnato alla Zuppa Inglese.


SAPORI DA RIVALUTARE
Insomma, non tutto è da buttare, di quegli anni, anzi, e a battersi per una rivalutazione di quei sapori c'è fra il serio e il faceto - Livio Mancini, pizzaiolo di Calalzo, nel cuore del Cadore (El Gringo, via Nazionale 13), dotato di alcune interessanti qualità: fa delle pizze buonissime (per noi fra le migliori e non solo del Bellunese), è simpatico e non sta mai fermo. Ad alimentare ulteriormente curiosità e voglia di inventarsi qualcosa di nuovo sono stati due eventi: uno pessimo (la pandemia), l'altro bello (il cambio di sede della sua insegna, da qualche mese trasferita in spazi decisamente più ampi e luminosi). La questione Covid gli ha regalato - si fa per dire un sacco di tempo per pensare a cose nuove, il cambio di indirizzo ha trasmesso entusiasmo e speranza.
Così ecco nascere#80pizzachallenge, ovvero una proposta di pizze ispirate ai piatti più iconici del decennio di cui sopra: e così torna la Manzo Tonnato (per noi un piccolo capolavoro di equilibrio, fra golosità e leggerezza), arriva la Mari e Monti (porcini, gamberi e topinanbur fritti) e la 3P (dove Piselli e Panna restano al loro posto e il Prosciutto viene sostituito dalla pancetta). E seguiranno, nel corso delle settimane e dei mesi e almeno per tutta l'estate, la Bismarck, il Cocktail di gamberi, la Vodka e Salmone e perfino, udite udite, la Pizza al Filetto al pepe verde.
L'idea è quella di coinvolgere altri colleghi per stimolare le rispettive creatività: dalle Officine Dal Cor di Belluno ad Arrigoni & Basso di Zero Branco (Tv) fino alla Pizzeria da Ezio di Denis Lovatel ad Alano di Piave, in un circuito aperto a tutti, fra il gioco e la sfida.
 

Ultimo aggiornamento: 13 Aprile, 09:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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