Bob Club al contrattacco: «Basta denigrare il progetto della nuova pista, sarà fondamentale»

Martedì 10 Agosto 2021 di Marco Dibona
La pista di bob di Cortina

CORTINA D’AMPEZZO - La pista di bob Eugenio Monti è una opportunità per Cortina e per lo sport italiano e il suo rifacimento, in vista dei Giochi olimpici e paralimpici invernali Milano Cortina 2026, non crea danni ambientali, economici o sociali. E’ la risposta del bob club Cortina, dopo mesi di critiche a questo intervento da 85 milioni di euro: «Stanchi di assistere alla campagna denigratoria e di disinformazione, che taluni enti o associazioni hanno messo in atto contro la ristrutturazione della pista, vogliamo informare cittadini e appassionati, affinché possano capire in cosa consiste realmente il progetto di ripristino dell’impianto», scrive lo storico sodalizio, presieduto da Gianfranco Rezzadore. 
«Le proposte, fino a qui valutate e ritenute applicabili, consistono nella profonda ristrutturazione della struttura, seguendo quanto più possibile il tracciato originale; alcune modifiche saranno necessarie per adeguare la pista a normative e regolamenti e per renderla adatta a slittino, skeleton e parabob». Si sostiene che la zona di Ronco non sarà disboscata, anche perché l’ombra contribuisce a mantenere il ghiaccio. I campi da tennis non saranno eliminati, anzi riqualificati, in una migliore integrazione con la palestra di roccia. Il parco giochi previsto non sarà una sorta di “Gardaland delle Dolomiti”, ma l’integrazione di attività esistenti, con una migliore fruibilità, attrattività e sostenibilità. 
Il bob club spiega che il Comitato olimpico italiano e il Cio internazionale non finanzieranno quest’opera, come non hanno mai sostenuto strutture olimpiche, di competenza degli enti territoriali, mentre nell’ambito della sostenibilità economica dell’impianto post Olimpiadi, come richiesto dal Cio, è stato previsto e stanziato un fondo per la gestione, di otto milioni di euro, per ripianare il deficit annuale per una ventina di anni: «Non è vero che i costi di gestione di una pista di bob debbano oltrepassare il milione di euro, come a Cesana; il disavanzo sarà di circa 400mila euro l’anno, per quattro mesi di apertura, con venti anni di gestione garantita». In merito allo scarso utilizzo, si replica che l’adattamento a bob, slittino, skeleton e monobob consentirà di coinvolgere molti giovani atleti. 
«Il nostro club ha grosse difficoltà a prenotare discese nelle piste all’estero, a causa della elevata richiesta». Si sottolinea la visibilità mediatica ed il ritorno di immagine di questi eventi sportivi: «Al momento della chiusura della pista, nel 2007, la sola esposizione televisiva durante la Coppa del mondo di bob era valutata quasi 400 mila euro. Va aggiunto l’indotto di posti di lavoro e presenze alberghiere. Solamente poche prestigiose località invernali possono fregiarsi di avere una pista di bob, St.Moritz, Koenigsee, Lake Placid, che la usano anche per i turisti, con taxi bob o skeleton: una attrazione esclusiva. Questo, unito al parco giochi e alla integrazione con le strutture esistenti, offrirà un polo sportivo unico, accrescendo l’offerta turistica di Cortina». 
Una nota riguarda il parabob, che dovrebbe essere compreso nelle Paralimpiadi proprio dal 2026, con i Giochi in Italia; è un settore seguito con cura dal bob club Cortina, negli ultimi anni, in cui ha stoicamente continuato attività di formazione e sostegno degli atleti, malgrado l’impianto di Ronco fosse chiuso. «Siamo entusiasti di poter avere di nuovo una pista in casa, dove poter lavorare nuovamente per riportare il bob italiano ai livelli che storicamente ci appartengono. Ci vorranno alcuni anni per coprire il vuoto lasciato da oltre dieci anni di chiusura e ricreare il numero e la qualità degli atleti. Nelle intenzioni del Coni c’è un centro federale per queste attività proprio a Cortina, per portare gli atleti nazionali ad allenarsi, oltre a tutte le altre attività: meeting, corsi di formazione per tecnici, giudici e personale qualificato». 
 

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