Recuperato il Piper, ora decolla l'inchiesta. L'aereo smontato: non volerà più

Lunedì 2 Gennaio 2023 di Giovanni Longhi
Recuperato il Piper, ora decolla l'inchiesta. L'aereo smontato: non volerà più

TRENTO - A vederli sorvolare le cime degli alberi e le guglie imbiancate perfettamente allineati uno sulla verticale dell’altro sembrano due specialisti delle Frecce tricolori: da terra infatti la lunga fune che univa l’elicottero al Piper appena sollevato dalla neve di Cima Cece a 2100 metri sul Lagorai, non era visibile e l’impressione era che due piloti stessero seguendo esattamente la stessa rotta. Era invece la fase finale del recupero dell’aereo di proprietà dell’Aeroclub di Belluno che mercoledì pomeriggio, ai comandi di Silvia De Bon, 22 anni di Longarone, che aveva a bordo il fratello Mattia di 26 anni e la sua fidanzata Giorgia Qualizza, 28 di Alpago, si era adagiato su un canalone poco sotto la parte sommitale della vetta più alta del gruppo del Lagorai. 


IN SICUREZZA
Dopo l’atterraggio di fortuna i tre giovani erano usciti dal Piper, avevano chiamato il 112 ed avevano raggiunto il vicino bivacco Nicola e Paolo, un centinaio di metri più a nord, in attesa dei soccorsi.

Il giorno dopo una squadra del nucleo Saf dei Vigili del fuoco di Trento con personale della Guardia di Finanza era tornata sul luogo dell’indicente a bordo dell’elicottero della provincia di Trento per mettere in sicurezza il veloivolo ancorandolo ad un grosso masso per evitare che potesse scivolare a valle e vuotato i serbatoi sotto alle ali. Venerdì era stata la giornata dedicata all’organizzazione del recupero con il vice presidente dell’Aeroclub Davide Zampieri in prima fila a coordinare le varie fasi per la parte di sua competenza. L’urgenza era legata a possibile nevicate che avrebbero coperto l’aereo complicando l’intervento allungando così anche i tempi dell’indagine.


IN VOLO
Così sabato, ultimo giorno dell’anno, in mattinata l’elicottero di Trento è tornato ai piedi di Cima Cece. Il mezzo è stato imbragato con manichette usate dai Vigili del fuoco, sollevato con grande cautela mentre sul canalone gli addetti, che avevano liberato il Piper dalla neve nella quale era sprofondato, si tenevano a distanza di sicurezza: in questi momenti il rischio più grande è un possibile e devastante effetto fionda dei cavi che, spezzandosi, possono colpire chi sta nelle vicinanze. Sabato è filato tutto liscio, l’elicottero con l’aereo agganciato sotto, con il cavo di 50 metri, prima si è sollevato staccandolo dalla neve pesante di questi giorni caldi anche in quota e poi trasportato a valle in un’area di deposito legname a Predazzo. La difficoltà è stata anche garantire la posizione orizzontale del velivolo appeso sotto all’elicottero una volta staccato dal canalone. Le operazioni sono state frutto del lavoro congiunto che ha visto coinvolti anche il Nucleo Saf del Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento e il Soccorso alpino della Guardia di Finanza, oltre al Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Predazzo, che hanno messo in sicurezza il perimetro di atterraggio. Sul posto anche il tecnico investigatore dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo, per raccogliere gli elementi necessari a stabilire le cause dell’incidente. 


FINE LAVORI
Nel primo pomeriggio si è conclusa anche la seconda fase del recupero con lo smontaggio delle ali e il loro carico sul camion insieme alla carlinga: il mezzo preso a noleggio dalla ditta Dal Farra si è poi diretto all’aeroporto di Belluno dove il Piper è stato scaricato al Dall’Oro nell’hangar del 14. gruppo volo dei carabinieri a disposizione dei tecnici dell’Ansv per tutti gli accertamenti del caso. Soddisfatto per l’esito dell’operazione anche il presidente dell’aeroclub Luca Murer che ha seguito di persona l’intervento a Cima Cece e che ha avuto parole di riconoscenza per la grande professionalità dimostrata dalle squadre trentine impegnate.
 

Ultimo aggiornamento: 07:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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