Dopo il Piave verde, sacchi di tritolo nel suo affluente, il Cordevole

Venerdì 24 Marzo 2023 di Yvonne Toscani
I sacchi di tritolo trovati nel Piave di Visdende

SAN PIETRO  - Ad esattamente un mese dalle acque del Piave colorate di verde, ieri è stato recuperato un sacco nero, posizionato a meno di un centinaio di metri a valle, rispetto al punto di sversamento del tritolo e di altre sostanze, a monte della confluenza del fiume con il torrente Cordevole, che scende dalla Val Visdende. Il contenitore nero, solitamente usato per le immondizie, era ancora ben sigillato con un nodo e pesante, tanto da aver creato una buca. Tra quest’area e quella del vecchio ponte che sale nel cosiddetto Tempio di Dio sono, inoltre, stati ritrovati diversi rimasugli di sacchi. 

L’ALLARME
La segnalazione da parte di alcuni pescatori è arrivata sul tavolo del presidente del Bacino di pesca 1 del Comelico, Ferdinando Gant, nella serata di mercoledì. Ieri mattina sul posto sono giunti i carabinieri, i carabinieri forestali, i vigili del fuoco e gli addetti del Comune di San Pietro che, ricorrendo ad una specifica modalità, hanno provveduto a recuperare il sacco e a consegnarlo agli inquirenti e agli enti competenti, che dovranno analizzare il contenuto, molto probabilmente della stessa tipologia rilasciata il 23 febbraio. Ora al puzzle degli inquirenti, le cui indagini per risalire ai responsabili sono ancora in corso, si aggiunge il ritrovamento del sacco, il cui contenuto potrebbe confermare la presenza del trinitrotoluene o di altre sostanze esplosive, gettate nell’acqua con l’intenzione di liberarsene. 

LA RICHIESTA
Dopo il ritrovamento del sacco nero ancora integro, grazie all’impermeabilità della plastica, e dei resti lungo l’asta, la dirigenza del Bacino di pesca alza il tiro sulla bonifica prevista, sulla sua realizzazione e sulle modalità con cui è stata svolta. «Ho la massima fiducia negli inquirenti – si sfoga il presidente – tuttavia chiedo che qualcuno ora si attivi per eseguire esami più approfonditi e specifici e questo non può esser a carico dei pescatori, che già stanno subendo un danno di immagine e di pescato, visto che ci autolimitiamo ed evitiamo quella zona. Non penso che sia il caso di andare e chiedere oltre al Bacino di pesca». Ferdinando Gant, in particolare, sollecita un attento e minuzioso sopralluogo lungo tutta l’asta finale del Cordevole e il Piave. «Non è da escludere la presenza di altro materiale – continua –. Finora la questione sembra esser stata presa alla leggera». 

IL PRECEDENTE
Domenica scorsa, intanto, è stato il giorno di apertura della nuova stagione di pesca.

L’asta terminale del Cordevole è stata attentamente evitata dai pescatori comeliani. Le indicazioni arrivate dalla dirigenza del Bacino in queste settimane e durante l’assemblea generale annuale erano state chiare. Nelle aste interessate vengono, infatti, catturati numerosi esemplari di specie di salmonidi destinati per la maggior parte al consumo umano. «Date le incertezze sui danni del sistema fluviale – spiega Ferdinando Gant – abbiamo consigliato i soci di rilasciare eventuali pesci presi nella zona. Di fatto ci hanno ascoltato. Anche se la seconda campionatura su macro invertebrati, esaminata da Arpav, afferma che non vi è traccia di sostanze tossiche, non possiamo escludere che organismi maggiori ne abbiano assorbito». Quattro settimane fa aveva suscitato grande stupore e preoccupazione l’anomalo fenomeno del Piave colorato di verde. Una metamorfosi cromatica durata a lungo e per tutto il tratto comeliano. Nel giro di poco tempo la zona del ponte vecchio era stata individuata come area di sorgenza della colorazione, dovuta al tritolo o, più facilmente, all’altamente esplosivo acido picrico, usato per il caricamento di granate nella prima guerra mondiale da solo o mischiato ad altri elementi, come per l’appunto il tnt. Tutto era successo dopo che i carabinieri avevano eseguito una perquisizione a Comelico Superiore e sequestrato esplosivo e proiettili risalenti alla prima guerra. Non è escluso che dopo quel controllo qualcuno, temendo la visita dei militari, abbia voluto disfarsi di materiale “ingombrante” e non abbia trovato di meglio che versarlo nel Cordevole. La vicenda presenta ancora lati da chiarire, mentre interrogazioni, anche in Regione, attendono risposte politiche. 

Ultimo aggiornamento: 11:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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