L'amico del pescatore annegato: «L'ho visto scivolare, mi sono tuffato nel Piave»

Lunedì 28 Marzo 2022 di Davide Piol
Franco Andreolle, il pescatore di Castelcucco morto nel Piave a Quero Vas

QUERO VAS «Era poco distante da me e l’ho visto cadere in acqua…».

Inizia così il racconto su cui i carabinieri di Feltre si sarebbero basati per ricostruire la tragedia di ieri mattina a Quero-Vas. Franco Andreolle, pescatore 51enne di Castelcucco (in provincia di Treviso), è scivolato in acqua ed è annegato. Il testimone chiave è l’amico con cui era andato a pescare e che a seguito dell’incidente è stato trasportato all’ospedale di Feltre in stato di choc.

LA RICOSTRUZIONE
È stato lui a raccontare ai carabinieri cosa fosse successo in riva al Piave pochi istanti prima e a svelare un dettaglio che ha permesso di inquadrare meglio la vicenda ed escludere responsabilità di terzi: Franco Andreolle non sapeva nuotare ed è rimasto vittima della sua stessa passione. La tragedia si è verificata poco prima della chiusa del Piave dove si incontrano le province di Belluno e di Treviso e dove si formano quelle grandi pozze d’acqua visibili anche dal ponte di Segusino.

ZONA SENZA DIVIETI
Il sindaco di Quero-Vas Bruno Zanolla ha spiegato che «si tratta di una zona molto frequentata, soprattutto d’estate, ma i pescatori vanno ovunque». Non ci sono divieti particolari e in questo periodo la portata del fiume è anche più bassa rispetto al normale (al netto, ovviamente, delle pozze dove invece la profondità rimane costante). Un incidente, quindi. Lo stivale che scivola su un sasso e l’incapacità del pescatore di tornare a galla. I due amici trevigiani avevano deciso di approfittare della bella giornata per andare a pesca. Alle prime luci dell’alba erano già in posizione, a Quero-Vas. Il primo a muoversi era stato Franco Andreolle. Aveva raggiunto un punto in mezzo al fiume e si era messo a pescare. Poi l’imprevisto. In pochi istanti una giornata di spensieratezza che si trasforma in tragedia. Che non lascia il tempo a nessuno di fermare gli eventi.

LA SEQUENZA
L’amico, a pochi metri da lui, l’ha visto perdere l’equilibrio e scivolare in acqua. Conoscendo il suo tallone d’Achille, il fatto cioè che non avesse mai imparato a nuotare, non ci ha pensato due volte: si è tuffato nelle acque gelide del Piave, l’ha afferrato per la giacca e l’ha trasportato a riva. Da quel momento in poi è stata una corsa contro il tempo. Dopo aver chiamato i soccorsi, si è chinato sopra il suo amico e ha cominciato le manovre di rianimazione. Non si è mai fermato, fino all’arrivo del medico.

L’INDAGINE
Nonostante lo slancio eroico e il tentativo di riportarlo in vita, il 51enne di Castelcucco era già morto e i sanitari non hanno potuto fare altro che constatare la morte dell’uomo. Sul posto anche la squadra fluviale dei vigili del fuoco e i carabinieri di Feltre. Le operazioni sono durate per quasi tutta la mattinata e il Suem ha trasportato l’amico di Franco Andreolle all’ospedale per gli accertamenti del caso. La sua testimonianza è stata fondamentale per ricostruire la tragedia ed è per questo motivo che la Procura della Repubblica di Belluno non ha disposto l’autopsia ma soltanto l’ispezione cadaverica. Non ce n’era bisogno per il semplice motivo che non vi era nulla di sospetto. Franco Andreolle – stando al racconto dell’amico – è scivolato in acqua e, non sapendo nuotare, è affogato. Sfiora quasi il paradosso: un uomo che ama l’acqua (Franco Andreolle pescava anche al mare) ma che non ha mai imparato a stare a galla. Eppure è accaduto proprio questo, secondo quanto hanno ricostruito nell’immediatezza dei fatti le forze dell’ordine. Il 51enne trevigiano è morto mentre dedicava del tempo alla sua passione più grande. Quelle acque che tanto amava e che gli avevano regalato piccole parentesi di felicità alla fine l’hanno tradito rubandolo alla vita.

Ultimo aggiornamento: 07:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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