Il radar usato a Rigopiano e per la Costa Concordia da oggi sorveglierà la frana della Busa del Cristo

Venerdì 12 Febbraio 2021
Il radar che da oggi sorvegliera' la frana

SORVEGLIATA SPECIALE
PERAROLO Era stato utilizzato nella tragedia di Rigopiano o in quella della Costa Concordia: da oggi quel radar speciale, che è in grado di segnalare in tempo reale il movimento anche di un solo sassolino, sorveglierà il mostro della Busa del Cristo. La massa instabile di 100mila metri cubi, lunga 200 metri e larga 300, che da quasi 20 anni sovrasta piazza Roma a Perarolo sarà sorvegliata speciale. Proprio in centro verrà installata oggi la sofisticata strumentazione voluta dalla Regione, che con l’assessore regionale Gianpaolo Bottacin sorveglia da anni l’emergenza di Perarolo. Al lavoro i tecnici e i professori Nicola Casagli, ordinario di Geologia Applicata presso l’Università di Firenze e Antonio Galgaro del dipartimento di Geoscienze dell’Università di Padova.
LA GIORNATA
Ieri la frana (che nelle ore precedenti si era spostata velocemente) ha un po’ rallentato. Come spiegava ieri il professor Galgaro «oggi il fronte si è spostato di circa 12 centimetri». Aiuta l’abbassamento delle temperature perché il gelo «riduce l’acqua e la frana può respirare». Il problema sarà nei prossimi giorni quando è previsto un innalzamento delle temperature. «Appena la neve si scioglierà ci saranno rilasci di materiale - prosegue il professore - non possiamo prevedere come andrà, ma possiamo presumere che la frana si parzializzerà con più modeste porzioni. Questi materiali sono gessi e argille: l’acqua agisce come fluidificante e plastificante e diventano plastici come plastilina. Il problema principale, comunque, non è tanto la massa che raggiunge paese, ma la deviazione del Boite». 
IL RADAR
Da oggi con un radar interferometrico da terra sarà puntato sullo smottamento. Nemmeno una pietruzza scenderà, senza sapere in tempo reale quello che sta accadendo, con conseguente allarme. Un’attrezzatura simile era stata usata a Rigopiano, dopo la tragedia, per proteggere i soccorritori. Ed usata anche per monitorare i movimenti della nave da crociera Costa Concordia inabissatasi all’isola del Giglio, durante le fasi di ripristino. «È un radar di derivazione militare, simile a quello usato in campo aeronautico e meteo - spiega il professor Galgaro - lavora con grande velocità e su superfici molto ampie, in pochi decimi di secondo. In pratica fa delle differenze tra misure precedenti e successive e riesce a vedere bene quali punti si sono spostati rispetto alla misura precedente e mappa la frana». Oggi sarà sistemato nel piazzale antistante alla chiesa, «verrà poi spostato appena sarà pronta la base in cemento».
LA PAURA
«La zona più instabile - prosegue il professor Galgaro - è quella frontale verso il Boite che ha dimostrato accelerazioni decine di volte superiori rispetto al comportamento medio, in termini di velocità di spostamento. Questo preoccupa molto: è un fenomeno che ha delle caratteristiche particolari, perché una volta innescato un processo critico non ritorna mai alle condizioni di partenza, ma avrà delle velocità sempre in aumento fino al punto di rottura». E sembrerebbe vicino. D’altronde la frana in questi 20 anni è mutata completamente. «È cambiato completamente il paesaggio - conferma il professor Galgaro che con la Regione tiene sotto controllo lo smottamento dal anni -, ogni volta che vado è quasi irriconoscibile: ha un’evoluzione così rapida. E ci sono stati rilasci importanti dal fronte e processi sempre più retrogradi». Impossibile intervenire come a Schiucaz, la frana è diversa. «È una zona così disturbata dal punto di vista geologico - spiega il professore - che non si può operare con dell’esplosivo o si creano delle vibrazioni e disturbo». Non resta che aspettare.
Olivia Bonetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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