Cinque milioni dalla Regione per la "Busa del Cristo", la frana sfratta-famiglie

Mercoledì 17 Febbraio 2021 di Giuditta Bolzonello
La frana della Busa del Cristo monitorata costantemente da un sistema di rilevazione

PERAROLO DI CADORE - Il freddo dei giorni scorsi non ha fermato la frana di Perarolo. «In questo momento viviamo una situazione in evoluzione, con un movimento molto rapido, ancora in corso, che allo stato attuale non ci permette di attivare immediatamente i lavori necessari - spiega l’assessore regionale al dissesto idrogeologico Gianpaolo Bottacin - ma siamo comunque pronti, non appena possibile, a partire con una serie di iniziative che possano portare l’area più interessata dalla frana in condizioni di maggior normalità». 
IL PIANO DELLE REGIONE
Questo al termine dell’ennesima riunione del tavolo di lavoro della Regione Veneto, con le università di Padova e Firenze, per approfondire le prossime azioni per la messa in sicurezza della frana della Busa del Cristo. C’è un piano che spiega Bottacin: «Nel nostro piano, di cui abbiamo da subito già messo a disposizione 1,2 milioni di euro, ma che integreremo durante l’anno fino a 5 milioni, oltre a rinnovati sistemi di sicurezza di cui il primo Sar radar è già installato nei giorni scorsi, nuove opere di difesa passiva dell’abitato, drenaggi del corpo frana e potenziamento dell’argine. Dovendo fare una scaletta della priorità, il primo step sarà dedicato agli interventi per aumentare la sicurezza delle abitazioni, così da renderle vivibili anche nelle condizioni in cui ora è prevista l’evacuazione. Nelle settimane scorse abbiamo predisposto una serie di schede di lavoro dove si è individuata l’utilità e la funzione di ogni singola attività, oltre che la fattibilità e le eventuali interferenze, in quanto, per la realizzazione delle opere dobbiamo tenere conto non solo del contesto ambientale di intrinseca pericolosità, ma anche e soprattutto della contemporanea presenza dell’abitato insieme ad altri fattori». 
UN INCUBO PER LA GENTE
La frana di Perarolo è un vero incubo per gli abitanti del centro storico di Perarolo costretti fuori casa, ma anche per gli amministratori e i tecnici chiamati a trovare le migliori soluzioni. Non è un fenomeno nuovo, anche se negli ultimi vent’anni ha creato non poche difficoltà, cartoline d’epoca documentano come quel versante fosse già in movimento. La dorsale che sovrasta il torrente Boite è segnata dal problema perchè formata da elementi gessosi che, con l’azione dell’acqua e del tempo, si sgretolano. Quello che succede a Perarolo non è diverso da quanto capita alla rocca dove sorge la chiesa di Valle chiusa proprio in queste giornate per pericolo di crollo. «L’obiettivo degli interventi previsti – conclude Bottacin - è quello di garantire la maggior sicurezza possibile al paese, dando una risposta concreta e adeguata non solo per le abitazioni e le famiglie che vivono ai piedi della frana, ma anche per l’intera comunità di Perarolo».
 

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