Spillano mezzo milione alla disabile: indagati i vertici della Rsa

Martedì 13 Aprile 2021 di Federica Fant
La struttura per anziani acquistata con i soldi spillati alla disabile
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BELLUNO - Si erano fatti consegnare tutti i risparmi di quell’ospite disabile psichica, con la promessa che le avrebbero pagato le rette della casa di riposo per tutta la vita. In realtà dopo appena tre mesi, stando ai movimenti bancari, non avrebbero più pagato la retta per la donna, ma avrebbero investito parte di quel “tesoretto” per comprarsi un ex albergo da adibire a rsa. Due giovani imprenditori napoletani residenti a Pederobba, marito e moglie, Maria Iavazzo, 26 anni e Emanuele Auletta, 29 anni, sono indagati, in concorso, per circonvenzione di persone incapaci, indebito utilizzo di carte di pagamento ed autoriciclaggio. Con un unico atto notarile si erano fatti consegnare 500mila euro dalla disabile, una 74enne bellunese, che ospitavano nella struttura extralberghiera di Colmirano ad Alano di Piave. Poi 363mila euro sono stati investiti per comprare l’immobile di Via Conti Franzoia, 2, a Colmirano, dove è attiva la casa di soggiorno, dove è ospitata la disabile, e che è gestita proprio dalla coppia, la donna è referente della società. Entrambi sono stati denunciati a piede libero, al termine di un’indagine congiunta dei carabinieri del Nucleo investigativo della Compagnia di Belluno e del Nucleo di polizia economica e finanziaria della Guardia di Finanza provinciale.

LE INDAGINI Lo spunto investigativo, come hanno spiegato ieri al comando provinciale dell’Arma dai tenenti colonnelli Aldo Tomada della Guardia di Finanza e Marco Stabile dei Carabinieri, è arrivato da alcune segnalazioni sospette, che banche e professionisti sono tenuti a fare quando si trovano dinnanzi a compravendite o prelievi o altro in cui si paventa il sospetto di reato. Una di queste finisce sul tavolo della Guardia di Finanza a dicembre 2020. «Abbiamo notato che sulla posizione a carico di una persona anziana di 74 anni - hanno fatto presente i colonnelli della Guardia di Finanza e dei carabinieri - c’erano state operazioni finanziarie molte elevate. Movimentazioni dubbie, per cui abbiamo fatto informativa alla Procura». La donna aveva movimentato alcuni titoli e buoni postali per 500mila euro. Dopo di che ha firmato due assegni circolari di 250 mila euro e, attraverso un atto notarile con tanto di certificato medico che attestava che la donna era capace di intendere e di volere, la signora ha fatto una donazione modale nei confronti dei due giovani napoletani. «Le parti convengono - si legge nell’atto - che ciascuna donazione sia gravata dall’onere in capo ai donatari del vincolo di cure e assistenze morali e materiali alla donante, impegnandosi tra l’altro, vita natural durante, alla retta mensile dovuta dalla signora alla cooperativa». Su un altro conto corrente della donna «ci sono vari prelevamenti di cassa, soprattutto bancomat, da postazioni non vicine alla struttura, quindi ad Alano di Piave, ma nei pressi della residenza dei due soggetti», proseguono il racconto gli ufficiali.

L’INVESTIMENTO Avviene poi il deposito degli assegni circolari sui conti correnti dei due indagati, che nel frattempo avevano precostituito una società con cui hanno acquistato un immobile: la residenza per anziani Istituto San Vincenzo di Alano. Hanno pagato 363mila euro (il valore era di 730mila euro) su cui è in corso il mutuo tutt’ora.

LAVORO CERTOSINO Tutte le indagini sono state condotte dai finanzieri unitamente agli esperti d’area per la protezione delle fasce deboli del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Belluno. Gli accertamenti, che sono stati molto circostanziati, si sono sviluppati attraverso l’assunzione di informazioni di testimoni che hanno potuto raccontare cosa stesse avvenendo lo scorso dicembre ad Alano di Piave. La ricostruzione del patrimonio economico-finanziario della signora interdetta, nonché l’analisi approfondita dei rapporti bancari riconducibili agli indagati. L’incapacità presunta dell’anziana è stata ricostruita dal Gip. La donna si era rivolta ai servizi psichiatrici per la prima volta nel 1985, dal 1999 al 2008 è stata ricoverata ben 29 anni, tanto che dal 2004 è dichiarata invalida al 100% e dal 2008 è residente in questa struttura residenziale.

IL SEQUESTRO Nei giorni scorsi i finanzieri del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Belluno ed i carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Belluno hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell’immobile adibito a residenza per anziani, disposto dal giudice delle indagini preliminari di Belluno, Elisabetta Scolozzi su richiesta del sostituto procuratore Simone Marcon. Le indagini delle Fiamme Gialle e dei militari dell’Arma si sono sviluppate tutte, sotto la coordinazione della Procura, in poco più di quattro mesi riuscendo ad individuare i due presunti autori del raggiro e a sequestrare una parte del frutto della circonvenzione. La Procura di Belluno ora cederà il fascicolo a quella di Treviso, territorio dove sarebbero avvenute le ipotesi di reato più gravi. Nei giorni scorsi i finanzieri e i carabinieri hanno dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo dell’immobile di Colmirano adibito a residenza per anziani (fatto salvo l’utilizzo visto che ci sono gli ospiti all’interno), disposto dal giudice delle indagini preliminari di Belluno, Elisabetta Scolozzi su richiesta del sostituto procuratore Simone Marcon.

Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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