Scorribanda dei lupi: in due giorni l'assalto a trenta pecore

Mercoledì 2 Settembre 2020 di Federica Fant
Una delle pecore aggredite dai lupi: in tutto una trentina di capi in due giorni lungo la Valbelluna
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VALBELLUNA - Lupi a Ronchena di Lentiai, a Cet di Belluno e a Pian Longhi di Ponte nelle Alpi. Sono quasi una trentina i capi predati in due giorni. Venticinque solo all’azienda agricola di Marco Vuerich a Pian Longhi, ad un centinaio di metri di distanza dal campus Paolo Valenti, che a luglio è stato riaperto e che ha contribuito a scandire l’estate del Nevegàl.

RAZZA ALPAGOTA
«Questa è la mia predazione, ma non la dimenticherò. Avevo 45 pecore, di queste ne sono state predate 25, di cui 15 sono morte, alcune stiamo valutando se abbatterle e altre le stiamo cercando», spiega Vuerich. Si tratta di un gregge di «pecore alpagote che sono in via di estinzione, cresciute al pascolo, in un’area di pregiata bellezza attrazione per famiglie ed escursionisti. Il recinto è elettrificato, non è alto 1,80 metri ma avevo mantenuto alto il voltaggio. Ha un sistema di fotovoltaico» fa sapere il giovane allevatore di 26 anni, che fa questo mestiere da quando ne aveva 18 a Puos d’Alpago. 

PALETTI E MALTEMPO
A 23 anni ha scelto di avviare un agriturismo in Nevegàl, ad oggi gestisce la malga Faverghera. A Cet in comune di Belluno è stata uccisa una pecora, mentre a Ronchena a Borgo Valbelluna domenica notte e nel tardo pomeriggio il lupo ha ucciso una capra e morso una pecora da Micheal Raccanelli, un hobbista che ha qualche ovino per tenere in ordine il pascolo. «Le reti antilupo elettrificate ci sono e hanno un doppio recinto, forse a causa del temporale di sabato ho trovato tre paletti a terra», fa sapere. 
REGOLE PRECISE
Cristiano Fant, del movimento antispecista Siamo tutti animali precisa che le reti elettrificate «per essere efficaci dovrebbero essere alte 1.80 metri e avere almeno quattro fili nel mezzo per non permettere al lupo di entrare», oltre ad un impulso superiore ai tre joule. Se è possibile gli animali, la sera, dovrebbero essere accompagnati in un ricovero, altrimenti devono essere dotati di una buona recinzione, avere un pastore e dei cani da guardiania». 
SUBITO AZIONI DECISIVE
Non tarda l’intervento della Coldiretti: «Negli ultimi anni si è reso così necessario un continuo vigilare su greggi e mandrie, al fine di proteggerle dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti – affermano da Coldiretti Veneto -.  Agli animali uccisi si aggiungono peraltro i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti nei capi sopravvissuti. Gli agricoltori hanno messo in campo tutti i sistemi di protezione, che purtroppo si stanno dimostrando insufficienti visto quello che sta succedendo. Occorre ripristinare l’equilibrio naturale con azioni decisive e strategiche».
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