Detenuto per mesi al canile sanitario ora passa al rifugio di Venezia: sperando in un'adozione

Domenica 8 Agosto 2021 di Alessia Trentin
La triste storia di Shadow

BELLUNO -  Non è un lieto fine, ma quasi. Shadow ha trovato una struttura che l’accoglie. Verrà riabilitato e, se tutto procederà per il meglio, adottato. La storia del pastore tedesco detenuto nel canile sanitario di via Cappellari si è finalmente sbloccata. Dopo mesi di rimpalli e di grovigli burocratici all’italiana, l’animale è stato sistemato in uno dei rifugi dell’Enpa, a Mira (Venezia), dove verrà coinvolto in un programma di riabilitazione e di rieducazione che gli permetta di superare i traumi di 4 anni vissuti all’interno di una gabbia. Grande, ma pur sempre una gabbia. Senza riparo, senza ciotole e senza la possibilità di poter espletare i propri bisogni in altro spazio. Condizioni che avevano fatto scattare i controlli della Leidaa e poi dei carabinieri forestali. Da quel momento la Lega italiana difesa animali e ambiente si era messa in moto per cercare di cambiare il destino del vecchio cane dagli occhi buoni. Ci sono voluti quattro mesi, ma un primo risultato è stato raggiunto. Marzia Ianese, responsabile a Belluno e provincia della Leidaa, però, non si accontenta.


Gli occhioni grandi e tristi di Shadow e la sua storia meritano un riscatto migliore. «Il cane è uscito dal canile sanitario il 5 agosto – spiega -, sostanzialmente perchè il Comune di Venezia se l’è preso in carico e ora è accolto dall’Enpa. Seguirò la vicenda e mi informerò costantemente dei progressi di Shadow, non è infatti ancora chiaro se potrà essere del tutto recuperato e adottato. La speranza è che si riesca a trovare una famiglia per lui, ma questo lo sapremo tra un po’, perché ci vorrà del tempo per il percorso previsto. Io me lo auguro tanto perché merita di terminare la sua vita con affetto e cure». A Venezia perché Shadow, si è scoperto dal microchip, apparteneva ad un cittadino con residenza a Mestre dunque per legge l’animale, una volta abbandonato, passa sotto la tutela del Comune di residenza del proprietario o ex tale. «Io avrei voluto farlo adottare subito, ma mi è stato detto che non era possibile perché dopo quattro anni in canile poteva aver sviluppato problemi comportamentali – prosegue Ianese -, quando però ho chiesto di avere un documento che mi attestasse il disagio del cane non mi è stato dato nulla e così ho chiesto a tante strutture di accogliere Shadow senza però poter spiegare quale fosse il suo comportamento». Tutti i rifugi hanno rifiutato di prendere con sé il pastore tedesco e così Ianese è passata ai piani alti.


Ha contattato il Comune di Venezia e l’ha messo in contatto con l’Usl 3 Serenissima e con l’Usl 1 di Belluno. Gli enti, alla fine, sono arrivati alla quadra. «Ho fatto l’ingresso in canile sanitario il 13 maggio – conclude Ianese -, per verificare le condizioni del pastore tedesco che mi era stato segnalato. Si trattava di un caso anomalo, perché i cani dovrebbero stazionare nel canile sanitario per un periodo limitato, solo per i controlli e poi essere affidati ad un rifugio. Adesso approfondirò la storia degli altri due che mi risultano siano lì dentro da tempo». Si tratterebbe di un meticcio rimasto solo dopo che il suo proprietario è deceduto lo scorso anno e di un altro cane per il quale è stata chiesta dal sindaco la custodia in canile perchè il proprietario ha problematiche di tipo sociale.

Ultimo aggiornamento: 08:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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