Graziella, la pastora che segue il suo gregge con il marito in camper

Giovedì 4 Marzo 2021 di Raffaella Gabrieli
Graziella, la pastora che segue il suo gregge con il marito in camper
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SELVA DI CADORE - Pastora per amore, riceve i fondi dell’Unione Europea perché aiuta la sostenibilità.

Graziella Froner tiene puliti boschi e pascoli a Selva di Cadore grazie al gregge di pecore che accompagna nella vita quotidiana. Un’esperienza professionale fatta conoscere da Confagricoltura Belluno che da sempre sostiene e promuove forme professionali simili.

IL PROGETTO Si intitola “Storie di sviluppo rurale tra presente e futuro” la docu-serie della Regione Veneto dedicata agli agricoltori che, utilizzando i fondi europei del Programma di sviluppo rurale (Psr), hanno investito in innovazione, sostenibilità ambientale e competitività aziendale. Tra loro c’è Graziella Froner, associata a Confagricoltura Belluno, che è diventata pastora per amore e da 34 anni segue suo marito che, come lei, si occupa di pastorizia. Insieme pascolano circa un migliaio di pecore nei prati di Selva di Cadore, dove hanno preso una malga in affitto. Una zona ideale per le pratiche agricole, i pascoli e il turismo, che senza un lavoro di salvaguardia rischierebbe, però, di andare incontro a deterioramento ambientale. Perciò la presenza di Graziella e del marito, con la loro cura dei terreni e dei pascoli è stata premiata dai fondi del Psr: circa 30mila euro di sostegno per mantenere e valorizzare gli ecosistemi montani.

IN CAMPO «L’aiuto dei fondi europei ci ha permesso di proseguire nella nostra attività, che altrimenti sarebbe sempre più difficile portare avanti - spiega Graziella Froner, che ha 55 anni ed è originaria di Pergine Valsugana (Trento)- Alleviamo animali da carne, ma è un lavoro che rende sempre meno e non ripaga i sacrifici. Anche la vendita dell’agnello e del castrato, attività che è una tradizione di famiglia, non è più redditizia come un tempo. A tutto questo, negli ultimi anni, si è aggiunto il problema del lupo, che è un grande pericolo per il nostro gregge. L’estate scorsa ha scavalcato il recinto, di notte, e ha sbranato 25 pecore».

LA STAGIONE Graziella e il marito vanno in malga in giugno e scendono a valle verso settembre. Poi, per tutto l’inverno e la primavera portano il gregge in transumanza in pianura, dal Veneto verso il Friuli Venezia Giulia. Una vita difficile, che trascorrono a bordo di un camper. «Non è facile stare in giro sempre e l’età si fa sentire - racconta Graziella - D’altra parte la famiglia di mio marito è da sempre nella pastorizia e io, per stargli accanto, continuo a pascolare il gregge. D’estate, in malga, ci raggiungono le nostre due figlie, che d’inverno stanno a casa e studiano, e ci danno una mano. Se non ci fossimo noi e altri pastori, i pascoli di Selva sarebbero in abbandono, perché il bosco avanza. Le pecore, brucando l’erba, tengono pulita la montagna e i dirupi, così quando arrivano i turisti trovano tutto in ordine. Il mestiere del pastore, però, avrebbe bisogno di maggior sostegno».

L’ASSOCIAZIONE «Questo genere di attività - afferma Diego Donazzolo, presidente di Confagricoltura Belluno - è un’opportunità da tutelare e che può essere offerta anche ai giovani di città, che potrebbero appassionarsi a un lavoro a contatto con la natura». E non sono pochi i giovani che hanno già fatto questa scelta, anche se le difficoltà rischiano di scoraggiare anche i più audaci. Graziella e suo marito hanno vinto la loro sfida, ma la fatica resta tanta. Anche quello del lupo resta una questione di urgente attualità che andrebbe risolta di concerto tra tutte le parti interessate

Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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