Giovanni Paolo I e le udienze ai fedeli: in quei testi inediti tutta l'umile grandezza del Papa buono

Domenica 8 Maggio 2022 di Paolo Navarro Dina
Papa Luciani

CANALE D'AGORDO - «In questi testi emerge la personalità di Papa Luciani: la familiarità, la bonomia, la capacità di essere colloquiale con il prossimo. Tutto questo lo si ritrova in questi testi. Lucidi, commossi, calorosi. E soprattutto inediti». Stefania Falasca, giornalista, è la vicepostulatrice della causa di beatificazione di Papa Luciani ed è vicepresidente della Fondazione vaticana Giovanni Paolo I.

Da anni sta lavorando sulla figura del papa bellunese e, finalmente, il 4 settembre prossimo, il percorso sarà definitivamente compiuto quando ci sarà la proclamazione ufficiale nella Basilica di San Pietro a Roma.

Stefania Falasca, di che documenti si tratta?
«Sono i testi trascritti di alcune udienze ai fedeli di Venezia, di Vittorio Veneto e di Belluno che non sono apparse negli Acta. Di conseguenza, si tratta di testimonianze inedite, molto importanti e che, ancora una volta, ci raccontano da vicino Albino Luciani».

E che cosa ci presentano?
«Ci raccontano un personaggio a tutto tondo; la sua colloquialità, il gesto familiare verso il Prossimo, i rapporti personali. In una parola la conversalità».

Un offrirsi agli altri.
«Ed è un fatto, per quel periodo alla fine degli anni Settanta, assolutamente nuovo. Allora, proprio questo modo colloquiale, fu visto con sorpresa. Ora non più. È stato il primo. Allora chiamare e salutare le persone conosciute, chiamandole per nome, non era prassi. Adesso, lo sappiamo, non fa più specie».

Insomma, un antesignano
«Prima di lui non eravamo abituati a pontefici che parlavano a braccio. Iniziarono a farlo Giovanni XXIII, Paolo VI. E poi Luciani. Non erano formule, ma contenuti sempre profondi. E soprattutto mai improvvisati. Lo abbiamo verificato grazie alla mole di appunti, documenti, memorie. Anche perchè abbiamo ritrovato varie versioni».

Un lavoro interiore profondo
«Luciani utilizza le sue conoscenze, i suoi studi, i suoi lavori. E su questi testi rilancia il suo pensiero. Lo sviluppa, lo fa crescere, lo annuncia. Ne fa predicazione. Elabora testi e contenuti».

Ma dove sta la grandezza di Giovanni Paolo I?
«È un grande Pontefice perchè fa sintesi tra vecchio e nuovo linguaggio e in questo modo anticipa i tempi. È un apostolo del Concilio e come tale ne segue gli orientamenti. Lavora e opera nel solco del Vaticano II. Il messaggio è chiaro: essere vicino alla gente».

Carpirne la familiarità
«Adottando un linguaggio semplice. Il sermo humilis di papa Luciani si fonda sulla scelta teologica canonizzata da sant'Agostino dove afferma che la verità deve essere posta con delicatezza, perché si deve adeguare sia alla natura stessa della verità, sia tanto più alle possibilità di ricezione dell'uditore perché questi la possa ricevere. Da qui l'uso di un linguaggio che è comprensivo del mondo e degli uomini ed è con essi dialogante e comprensibile, affinché il messaggio della salvezza possa giungere a tutti. Giovanni Paolo I è stato il primo pontefice ad aver costantemente adottato nei suoi interventi uno stile colloquiale».

E perchè un convegno alla Pontificia Università Gregoriana?
«Perchè intendiamo sottolineare la solida formazione teologica di Luciani e la sua capacità di docente di teologia dogmatica lungo un periodo di ventisette anni. D'altra parte Vittore Branca, filologo cattedratico a Padova, legato da cordiale amicizia con Giovanni Battista Montini, testimonia che Paolo VI avrebbe detto di Luciani: È uno dei teologi più lucidi e una delle anime più sante che conosca. Ed è proprio da questa solida formazione teologica che sgorga anche la caratteristica peculiare del suo magistero così suadente e attrattivo».
 

Ultimo aggiornamento: 13:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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