Paolo, l'artista dei campioni su Instagram: Barcellona, Puma, Tamberi e ora il messaggio di Leclerc

Giovedì 7 Aprile 2022 di Alessandro De Bon
Carlos Sainz e Charles Leclerc, i due piloti della Ferrari di Formula 1, in una delle illustrazioni di Paolo Alpago Novello per la Gazzetta dello Sport

BELLUNO - Il messaggio privato su Instagram, o “direct”, come direbbe la generazione Z di cui fanno parte sia Paolo sia Charles, ha come mittente proprio lui. Ok, ma chissà chi e quanti gli gestiranno il profilo; figurarsi se un ragazzo da 12 milioni di euro di stipendio l’anno fa da sé. Il primo dubbio però, a Paolo viene leggendolo, quel messaggio, scritto in un italiano strambo, che scivola. Poi, a spazzare ogni dubbio, arriva un messaggio vocale: è proprio lui, è Charles Leclerc. Potremmo dire che la storia di Paolo Alpago Novello, studente bellunese di Design e Arti alla Libera Università di Bolzano, classe 2000, inizia così.

Ma questa, in realtà è già pagina 5 o 10 del suo giovane romanzo. Un romanzo tipico di quella generazione là, la Gen Z, o Post-Millennial, o Zoomer. Il romanzo di Paolo si scrive su Instagram, anzi con Instagram. Il suo romanzo, soprattutto, si scrive da sé, «con l’effetto palla di neve - racconta - che inizia a rotolare giù per un pendio e continua a ingrandirsi». E ingrandendosi si porta dietro La Gazzetta dello Sport, il Barcellona, la Puma, la Serie B, un oro olimpico. E Charles Leclerc. 

TUTORIAL
Tutto è iniziato da un limite e da un piglio da “self made man” tipico di tutt’altra generazione. «Ero al secondo anno di Design e Arti - spiega Paolo - e mi sono reso conto che non sapevo usare Photoshop (il software principe per la gestione e l’elaborazione delle immagini, ndr); e soprattutto che all’università non ci avrebbero insegnato ad usarlo. Dovevo arrangiarmi. Da tempo seguivo su Instagram la pagina dedicata al calcio 433 (con quasi 50 milioni di followers, ndr), adoravo le loro grafiche ed era lì che volevo arrivare: volevo imparare a farle. Così ho iniziato a seguire tutorial su YouTube, ho aperto la mia pagina Instagram e raggiunto un certo livello ho iniziato a pubblicare le mie grafiche, taggando altre pagine, atleti, calciatori a più non posso. Era l’unico modo per farmi vedere e farmi conoscere. Piano a piano ho iniziato ad essere taggato a mia volta e i followers hanno iniziato a salire». Poi ecco la chiamata che chiude il cerchio e apre il paradiso. «Poco dopo mi ha chiamato proprio il creatore della pagina 433, lui! La Gazzetta dello Sport gli aveva appena dato le chiavi dei suoi social networks per risollevarli e lui, volendo mettere in piedi una squadra che producesse contenuti, ha chiamato me. Così a marzo 2021 ho iniziato a produrre contenuti per i social della rosea». Salvo poi conquistare pure la prima pagina del quotidiano in edicola. «È capitato, sì, anche per Sportweek, il loro settimanale. Io gli altri ragazzi condividiamo un file Excel in cui sono scritti tutti i soggetti per cui bisogna pensare a una grafica, così poi sono pronte all’uso. L’ultimo esempio è quella che preparai a tema Calhanoglu (centrocampista dell’Inter, ndr), che poi è stata usata domenica scorsa, quando un suo gol ha deciso Juve-Inter. Era pronta da settimane, sarebbe impensabile realizzarle in tempo reale». 

IL FOLLOWER RAMPANTE
I followers della Gazzetta, anche grazie al lavoro di Paolo, crescono. E tra questi c’è Charles Leclerc. «Al termine del GP dell’Arabia Saudita - racconta Paolo - ho realizzato una grafica e a quanto pare gli è piaciuta. Poco dopo la pubblicazione mi è arrivato un messaggio privato su Instagram, proprio da lui. L’italiano impreciso mi ha subito fatto pensare che fosse davvero lui, poi il vocale ha tolto ogni dubbio: era lui. Surreale, ma stavo chattando con Leclerc! Cercava qualcuno che gli desse una mano sui social e aveva appena visto i miei lavori. Non c’è ancora niente di ufficiale, ne abbiamo soltanto parlato, ma nelle prossime settimane qualcosa dovrebbe uscire».

IL SOGNO DI GIMBO
Qualche pagina prima, benché fosse più o meno l’altroieri, al profilo di Paolo ha bussato pure un oro olimpico. Gianmarco Tamberi, Gimbo, “mezzabarba”, il ragazzo di Civitanova Marche che a Tokyo 2020 ha fatto saltare e sognare l’Italia insieme a Marcell Jacobs. «Stessa storia - spiega Paolo - ha visto i miei lavori e a novembre scorso mi ha scritto per fare qualcosa insieme. Abbiamo trovato un accordo e a inizio anno abbiamo iniziato la collaborazione celebrando con una grafica un momento per lui importantissimo: giocare l’All Star Game Celebrity a Cleveland».

UN UOMO IN CATALOGNA
Pagina 2, il Barcellona. «Sono appena tornato da lì, dopo aver visto la vittoria sul Siviglia - continua Paolo - loro sono stati i miei primi datori di lavoro dopo la Gazzetta. Il Barcellona stava iniziando un progetto di “contents creation” per i loro social e cercava giovani artisti. E di nuovo, ecco il contatto. Siamo io, un ragazzo spagnolo loro fan sfegatato e una ragazza dall’Arabia Saudita. Non siamo i soli, ma gli unici pagati per le nostre opere. Gli altri vengono “rimborsati” con il soldo del “tag”: la società pubblica la grafica taggando l’autore, che immediatamente gode della visibilità degli oltre 100 milioni di followers del Barcellona. Io invece, essendo pagato per realizzare le grafiche, non vengo taggato: l’opera è loro, non più mia. All’inizio secondo l’accordo doveva essere fifty-fifty, metà a pagamento metà con tag, ma alla fine sta andando così bene che me li pagano tutti. E la scorsa settimana mi hanno invitato a Barcellona per conoscerci». «La cosa davvero incredibile - aggiunge Paolo - è che io non ho cercato nessuno; non ho inviato niente, non mi sono proposto: sono stati gli altri a contattarmi. È l’effetto palla di neve di Instagram: se la cosa parte poi inizia a rotolare e a crescere senza che tu faccia niente. Salvo continuare a fare il tuo lavoro, chiaramente». 

COLLAGE
Ecco, ma detto tutto questo, Paolo, cosa fa? «Tecnicamente sono collages - spiega - e pittura digitale. Ricevuto l’input penso alla scena da ricreare, al punto di vista, cerco le immagini che mi servono per costruirla sul web e poi le elaboro. Le monto, usando magari la gamba di uno, la mano di un altro e il copro di un terzo. Poi metto ombre, luci e creo l’atmosfera. Quello che è essenziale, per me, è l’osservazione della realtà: quando cammino guardo le ombre delle cose pensando “questa potrebbe servirmi per una grafica”. Così un’idea diventa una metafora, che a sua volta diventa una tavola. Ad esempio i calciatori che diventano guerrieri, o la corsa scudetto che diventa una gara di 100 metri piani. Le grafiche più complesse possono chiedere anche trenta ore di lavoro. Per questo è impensabile realizzarle seduta stante». Cosa sogna un ragazzo di 22 anni che tra i suoi datori di lavoro ha un oro olimpico, la Serie B, la Gazzetta, il Barcellona e - forse - Charles Leclerc. «L’Inter - dichiara in un lampo Paolo - lavorare per la mia squadra del cuore. Non so se vorrò fare questo per sempre, sono molto attratto dalla costruzione della “brand identity”, delle identità visive. E la mia tesi sarà proprio su quella creata dall’Inter negli ultimi anni. Un sogno più vicino? Creare la grafica per celebrare la seconda stella». Ma la stella, per molti, è lui.

Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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