Elena Callegari appende le scarpe al chiodo: «Devo tirare il fiato»

Giovedì 24 Giugno 2021 di Roberto Dell'Olivo
Elena Callegari della Pallavolo Feltre impegnata in una schiacciata durante una recente partita in casa

L’ultima partita della stagione della pallavolo Feltre, una settimana fa, in trasferta a Susegana, non è stato un match come tutti gli altri, si è trattato infatti dell’ultima volta in campo di Elena Callegari, la schiacciatrice feltrina che a 40 anni ha deciso di lasciare il mondo del volley, dopo ben 28 anni di attività. «In realtà non ho provato una grande emozione, almeno non tanta quanta quella sentita nell’ultimo match giocato alla palestra Luzzo di Feltre.

La società ha fatto in modo di fare entrare anche delle mie amiche che hanno potuto vedermi e incitarmi. In realtà non mi sono ancora resa conto di avere appeso le mie scarpe al chiodo. Immagino che proverò maggior consapevolezza all’inizio del prossima stagione, quando il sabato sera me ne resterò a casa, allora sì, tutto sarà sicuramente un po’ surreale, difficile da accettare Ma a 40 anni era giusto dire basta».

 
In molti però si domandano se veramente non ci sarà un ripensamento... 
«No, ho bisogno di pensare alla mia vita senza la pallavolo. Poi certo, mi piacerebbe anche un po’ allenarmi, magari essere utile ancora a questo gruppo in palestra, ma senza impegno, allenamenti, partite tutte le settimane: anche no. E poi io non sono capace di impegnarmi a metà servizio, o tutto o niente». 


Un pezzo di storia della pallavolo feltrina sembra quindi essere arrivata definitivamente al suo capolinea. Peraltro al termine di un anno molto particolare, vissuto senza pubblico. 
«Una stagione complicata, che avevamo peraltro anche preparato benissimo. All’inizio eravamo davvero in forma e tutte molto cariche, poi la quarantena ci ha spezzato le gambe ed è stato difficile recuperare un clima partita accettabile. Peccato davvero».


In compenso sei stata chiamata a giocare molto dal coach Giulio Carpene. 
«Non doveva essere così, ma sono rimasta molto soddisfatta per quanto e come ho giocato. Un mini torneo con sole 10 partite in tutto va vissuto con tutta la furbizia e esperienza possibili: armi più importanti rispetto alla fisicità tipica delle ragazze più giovani».


Com’è stato quest’ultimo anno in campo?
«Ho fatto un po’ da chioccia in una squadra molto giovane, Qui c’è un gruppo che farà molto bene in serie C. Ma che deve maturare ancora molto proprio in personalità. Capire che giocare a pallavolo è bellissimo, che ci sono dei sacrifici da fare e che sono parte integrante della tua vita nel suo complesso. In questo sento un po’ la mia differenza di età con tutte le altre mie compagne tra i 15 e i 21 anni. A volte si deve solo capire quando si possono fare certe cose e quando per il bene del gruppo è meglio non farle. Sento comunque di avere dato il mio contributo anche proprio nel dimostrare il mio impegno ad ogni allenamento, ancora prima che in partita».

Difficile pensare comunque ad un Feltre senza Callegari e ad un’Elena senza la pallavolo
«Magari il presidente Cristiano Strazzabosco mi chiederà di non mollare. Ma 28 anni di pallavolo sono davvero tantissimi. Una pausa da tutto è necessaria, poi però tornerò sicuramente in palestra. L’idea di continuare come allenatrice mi piace moltissimo. Datemi solo il tempo di rifiatare un po’ e mi rivedrete presto con un pallone in mano». 

Qualcuno da ringraziare? 
«Innanzitutto un grazie grandissimo va alla mia famiglia che mi è stata sempre molto vicina, poi un pensiero particolare lo riservo al tecnico che più di tutti mi ha insegnato molto, Giulio Carpene e poi un ricordo, un pensiero lo dedico ad ogni singola atleta che ho conosciuto, tutte mi hanno insegnato qualcosa, alla società del Feltre che mi ha visto muovere i primi e ultimi passi e infine ai miei amici più stretti che in quest’ultimo anno mi hanno fatto sentire di essermi particolarmente vicini. Non è facile chiudere un capitolo così lungo della mia vita».
Un po’ di emozione traspare proprio nelle ultime parole di Callegari, accompagnate da un sorriso e la conferma di un arrivederci a presto. La carriera da allenatrice è lì pronta ad accoglierla a braccia aperte.

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