Palaghiaccio disastrato: l'ammoniaca nei tubi corrosi rischia di far evacuare mezzo paese

Venerdì 31 Dicembre 2021 di Gianfranco Giuseppini
Stadio del ghiaccio

AURONZO DI CADORE - Stadio coperto del ghiaccio di Auronzo di Cadore fuori uso. È questa in sostanza la malaugurata sentenza di non conformità contenuta in una relazione tecnica a seguito di un sopralluogo da parte di una ditta specializzata in questi tipi di impianti, ossia con raffreddamento della pista di pattinaggio esclusivamente ad ammoniaca. Così, nella consapevolezza che una grave perdita di tale sostanza comporterebbe l’evacuazione di mezzo paese, in una nota municipale viene comunicato che lo stadio al momento resterà chiuso.

Probabilmente l’unica rimasta in Italia, la ditta in questione ha verificato con ripetute visite l’impianto, il solo in tutto il Paese con raffreddamento ad ammoniaca ed ha prodotto un corposo e circostanziato resoconto consegnato in questo mese in Comune. Così recita la sua sentenza finale: «L’impianto non è conforme, visto che una buona parte dei tubi sono pesantemente ammalorati: dall’esame visivo effettuato si è rilevato che le tubazioni di mandata in prossimità dell’ingresso alla pista, in particolare dal tubo 1 al 56 e dal tubi 165 al 200, sono interessate da un avanzato stato di deterioramento con corrosione diffusa». Di qui il pericolo abbondanti perdite gassose. Costruito oltre 40 anni fa, prima con la sola piastra di raffreddamento e poi con la copertura, è stato sempre un cantiere aperto. Continui sono stati gli interventi con le tamponature laterali nel tentativo di produrre il ghiaccio anche nei mesi estivi. Ultimamente era stato trasformato in palaroller. Nei trascorsi 10 anni ha presentato numerose problematiche, sia dal punto di vista dell’impiantistica, sia ora della sicurezza. 
La giunta di Tatiana Pais Becher ha ripercorso gli interventi effettuati negli ultimi 4 anni. Dopo la tempesta Vaia di ottobre 2018 e il danno subito alla copertura dello stadio – recita la nota - il Comune di Auronzo ottenne un finanziamento dai fondi dell’emergenza post Vaia per il suo ripristino. L’intervento di riparazione è stato quindi seguito da quello di verniciatura, durante il quale si è reso necessario procedere alla manutenzione della struttura portante sostituendo urgentemente anche i bulloni dei giunti. Oltre a questa operazione nell’estate 2020 un cortocircuito ha danneggiato l’impianto elettrico della struttura, comportandone la chiusura per motivi di sicurezza. 
La Giunta a questo proposito ha immediatamente provveduto a finanziare l’intervento di rinnovo dello stesso. Nel 2018 la Giunta in accordo con l’ufficio tecnico aveva provveduto a far uscire due bandi, uno da 80 mila euro e uno da 150 mila, per la posa di uno scambiatore di calore, che avrebbe permesso di ottenere una riduzione della quantità di ammoniaca e una diversa produzione di ghiaccio. Purtroppo entrambi i bandi sono andati deserti. Nel frattempo la pandemia Covid 19 ha costretto il Comune alla chiusura totale dell’impianto sportivo per la stagione 2020/21, un periodo di stallo che ha certamente accelerato il deterioramento dell’impianto di raffreddamento. 
Intanto l’esecutivo civico ha immediatamente vagliato le plausibili soluzioni, dalla sostituzione dell’intera piastra di raffreddamento, alla demolizione dell’impianto stesso e la sua ricostruzione. Del resto già nella scorsa primavera il sindaco e il suo vice avevano esposto il problema alla Regione Veneto, al Coni e persino al Ministro dello Sviluppo Economico, proponendo il rifacimento totale o parziale dello stadio del ghiaccio anche in vista delle Olimpiadi 2026, nella prospettiva di candidarlo quale possibile campo di allenamento per le discipline sul ghiaccio. Infine è stato affidato l’incarico di uno studio di fattibilità di un nuovo impianto sportivo che, oltre allo stadio del ghiaccio, preveda la copertura dei campi di tennis e la realizzazione di un centro benessere. 
 

Ultimo aggiornamento: 15:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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