Case di riposo: operatore no-vax si vaccina pur di lavorare. Gli effetti della sentenza

Venerdì 26 Marzo 2021 di Davide Piol
Vaccinazioni degli operatori
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BELLUNO - Alla fine la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Belluno, con cui è stato respinto il ricorso di 10 operatori socio sanitari no-vax contro le rispettive case di riposo, ha raggiunto un piccolo risultato.

Uno di loro, nell'ultima tornata vaccinale di ieri, ha alzato la mano e ha detto: «Ho cambiato idea. Voglio vaccinarmi». Solo lui, quindi, potrà tornare al lavoro. Mentre la sorte degli altri 9 suoi colleghi sarà decisa oggi. Le strutture da cui dipendono, ossia la Gaggia Lante-Sersa del capoluogo e la Sedico Servizi, che opera nel territorio provinciale bellunese, dovranno decidere se spostarli di mansione, in attività che non prevedono l'assistenza diretta dell'anziano, o se lasciarli a casa senza retribuzione.

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È un problema che riguarderà più il lavoratore che il datore. Paolo Santesso, amministratore unico di Sersa, spiega che «in questo momento, lasciarli a casa, non sarebbe una criticità. Siamo sotto organico di infermieri non di oss». Ma loro invece, cioè gli operatori socio sanitari sospesi, si troverebbero a dover sopravvivere senza stipendio. Fino a quando? La scorciatoia da imboccare per tornare al lavoro è una sola: vaccinarsi. Altrimenti si resta a casa con il rischio, in futuro, di un possibile licenziamento: «Finché esiste il blocco il problema non si pone continua Santesso Ma riguarda più loro che noi. Secondo me si troverà una soluzione senza che io debba porre un ulteriore ultimatum».
FERIE FORZATE

La storia dei 10 oss contrari al vaccino, che si sono ribellati alle case di riposo in cui lavorano, ha fatto il giro d'Italia. Dopo incontri su incontri organizzati dalle strutture in collaborazione con l'Ulss, per ribadire l'importanza del vaccino, la risposta dei 10 operatori è rimasta la stessa: «Non lo vogliamo». Così le due case di riposo sono state costrette a metterli in ferie forzate pagate per due settimane. La loro idea, nel frattempo, non è cambiata e hanno ricominciato a lavorare. Una delle due strutture, la Gaggia Lante-Sersa di Belluno, ha chiesto all'azienda sanitaria di poter dar loro un'ultima possibilità. Ieri mattina chiunque volesse fare il vaccino, tra gli 8 dipendenti di Sersa, avrebbe potuto farlo. Si è presentato un solo operatore. Gli altri 7, insieme ai 2 della Sedico Servizi, si sono dati appuntamento nello studio dell'avvocato Andrea Colle per valutare le prossime tappe della battaglia legale. Possono farlo entro 15 giorni dalla pubblicazione della sentenza, avvenuta il 19 marzo. Il giudice del lavoro Anna Travia ha dato ragione alle case di riposo. È giusto sospendere gli operatori socio-sanitari che non vogliono vaccinarsi per tutelare gli altri lavoratori. Altrimenti il datore rischia di andar contro l'articolo 2087 del Codice Civile. La Carta di Pisa citata, durante il procedimento in Tribunale a Belluno, dall'infermiere legale Luigi Pais Dei Mori, inoltre, dice che «è deontologicamente e moralmente inaccettabile che possa egli stesso diventare fonte di contagio di malattie prevenibili con vaccini». Quindi, «si rende legittimo mettere in atto strumenti coercitivi che obblighino l'operatore sanitario a vaccinarsi».
 

Ultimo aggiornamento: 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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