Omicidio a Fener di Alano di Piave. Chi era Antonio Costa. Investito mentre era in scooter 8 anni fa, aveva già visto la morte in faccia

Lunedì 8 Maggio 2023 di Maria Elena Pattaro
Antonio Costa

ALANO DI PIAVE (BELLUNO) - La morte l'aveva già vista in faccia otto anni fa, quando un'auto lo aveva travolto mentre tornava a casa in scooter. Se l'era cavata dopo settimane di coma, portando addosso i segni indelebili di quell'incidente che lo aveva lasciato invalido. Sabato notte invece Antonio Costa non ha avuto scampo: il 53enne, di origini trevigiane, è stato giustiziato con una coltellata al petto. Da qualche anno era andato a vivere ad Alano di Piave, il paese dei suoi nonni, dopo la separazione dalla moglie. Era stato un duro colpo, che si era aggiunto alle difficoltà legate al recupero post incidente. Di una cosa però andava molto fiero: il figlioletto, ora rimasto orfano di papà. «La mia ragione di vita» scriveva Costa su Facebook postando sui social le foto del suo bimbo.

Costa aveva vissuto in provincia di Treviso: a Visnadello, frazione di Spresiano, e poi a Istrana. Aveva lavorato come operaio in una fabbrica metalmeccanica della zona. Poi l'incidente ha sparigliato tutte le carte. Era il 19 settembre del 2015: Costa stava tornando a casa dopo il turno di lavoro. All'improvviso si era scontrato con un'auto. Nell'impatto lo scooter si era letteralmente spezzato in due parti. Lui aveva riportato un grave trauma cranico e fratture agli arti. «Era rimasto in coma diverso tempo - racconta l'amico Mirko C. - ma alla fine ce l'aveva fatta». Non senza conseguenze: l'incidente gli era costato un'invalidità permanente. La vita, insomma, lo aveva messo a dura prova. Alle difficoltà si era aggiunta anche la fine del matrimonio. «Non l'aveva presa bene, si era chiuso in se stesso - dice l'amico -. Antonio è sempre stato un bravo ragazzo, un compagnone. Amava stare con gli amici ascoltando buona musica». «Me lo ricordo da ragazzo: il sorriso, i capelli lunghi e quella grande passione per le moto» lo ricorda Marco Della Pietra, sindaco di Spresiano, che da giovane abitava vicino a lui.

Ad Alano lo vedevano spesso spostarsi in monopattino da un bar all'altro, frequentando la stessa piazza in cui il nonno Gustavo, partigiano, era stato impiccato dai tedeschi. La madre di Antonio era mancata qualche tempo fa, mentre il padre, ex postino in pensione, sta vivendo il peggior dolore che possa mai capitare a un genitore. «Siamo tutti sconvolti: Antonio non meritava quella fine. Speriamo che l'assassino venga scovato e punito» è il commento unanime degli amici trevigiani.

Ultimo aggiornamento: 17:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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