Belluno, Trento e Bolzano: gli industriali stringono un patto per la viabilità e le Olimpiadi

Martedì 16 Febbraio 2021 di Giovanni Santin
Belluno, Trento e Bolzano: gli industriali stringono un patto per la viabilità e le Olimpiadi

BELLUNO - Ragionare assieme per Trento, Bolzano e Belluno potrebbe sembrare una sfida olimpica ma non lo è.

Anzi è già realtà. A fare il primo passo gli industriali delle tre province con i loro numeri uno: Maria Lorraine Berton ed i colleghi Federico Giudiceandrea (Assoimprenditori Alto Adige) e Fausto Manzana (Confindustria Trento) che hanno assegnato al Dipartimento di Ingeneria Civile dell’Università di Padova – direttore Carlo Pellegrino - uno studio preliminare che definisca lo stato attuale e gli scenari pre e post Olimpiadi del sistema delle infrastrutture di trasporto di interesse per le province sulle quali insiste il Patrimonio Unesco. Un area geografica indivisibile, che ricade in tre diverse aree amministrative che devono però dialogare e cooperare per una visione e una progettualità condivisa.


GLI OBIETTIVI E IL TEMPO
Due gli orizzonti temporali: quello del 2026, anno delle Olimpiadi, e quello di più lungo periodo, almeno trentennale. Lo scopo è gettare la basi per la definizione di una programmazione che tenga conto delle esigenze straordinarie dettate dall’appuntamento olimpico e che tracci anche una visione di più lungo termine dello sviluppo infrastrutturale, con un occhio di riguardo a sostenibilità e generazioni future. Un’alleanza che Lorraine Berton definisce così: «Una vera e propria task-force attraverso cui vogliamo rendere ancora più incisiva la nostra azione sul fronte delle infrastrutture materiali e immateriali necessarie all’intera area dolomitica. Per farlo, stiamo mettendo le basi a una grande piattaforma comune. Se davvero vogliamo essere efficaci dobbiamo guardare al territorio nel suo complesso, superando i confini amministrativi e confrontandoci alla pari, soprattutto se parliamo di programmazione». Obiettivi questi che sono condivisi sia a Bolzano sia a Trento.


IL PIANO
«Quella che si è costituita è una vera e propria task-force – afferma Lorraine Berton, presidente degli industriali bellunesi –. Vogliamo rendere ancora più incisiva la nostra azione sul fronte delle infrastrutture materiali e immateriali necessarie all’intera area dolomitica. Per farlo, stiamo mettendo le basi a una grande piattaforma comune. Se davvero vogliamo essere efficaci dobbiamo guardare al territorio nel suo complesso, superando i confini amministrativi e confrontandoci alla pari, soprattutto se parliamo di programmazione».


CONTRIBUTO DIRETTO
«Intendiamo dare un contributo diretto assumendo un ruolo propositivo e preparando le nostre realtà alle sfide future – aggiunge il presidente di Assoimprenditori Alto Adige Giudiceandrea –. Lo studio offrirà un’interpretazione coordinata di fenomeni che sono volano di sviluppo dell’economia dei territori montani interessati: se sapremo gestirli in maniera corretta, saranno un’opportunità per promuovere in modo sostenibile i nostri territori».


IL CONTRIBUTO TRENTINO 
«È un impegno che desideriamo perseguire non solo nell’interesse delle comunità che oggi abitano il territorio dolomitico, ma anche per le generazioni che verranno, nei confronti delle quali abbiamo una grande responsabilità – dichiara Manzana, presidente di Confindustria Trento – . Lo sviluppo infrastrutturale di questa parte di territorio, anche ma non solo in vista delle Olimpiadi 2026, dovrà essere immaginato e realizzato tenendo bene a mente che si tratta di un’eredità che lasciamo a chi verrà dopo di noi».


SVILUPPO OMOGENEO
Insomma capire la situazione attuale prima di pianificare i passi successivi diventa fondamentale. Farlo in accordo con i vicini di casa questa volta non rappresenta un valore aggiunto ma il punto di partenza per guardare con maggiore serenità verso l’appuntamento a cinque cerchi.

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