Storia di Gurekian, l'architetto-urbanista di Costantinopoli tra i monti bellunesi

Sabato 8 Ottobre 2022 di Raffaella Gabrieli
Ohannes Gurekian

L'origine era armena. Ma Ohannés Gurekian lo si può considerare cittadino delle Dolomiti per aver vissuto a lungo in Agordino e dove, soprattutto in provincia di Belluno, ha lasciato una consistente eredità architettonica e urbanistica.

Un patrimonio di gran valore, quello a sua firma, che è stata raccolto, in occasione dei 120 anni dalla nascita, in un libro, una mostra, un convegno e vari altri eventi. «Quello che fa specie studiando questa figura - afferma Sara Gnech, ideatrice del percorso di memoria per conto dell'Ordine degli architetti di Belluno e dalla Fondazione Architettura Belluno Dolomiti - è la profonda attualità del suo pensiero e del suo lavoro che ha rappresentato una sorta di manifesto sulla sostenibilità ecologica urbanistica».


LA BIOGRAFIA
Discendente di due importanti famiglie armene, Gurekian nacque il 24 agosto 1902 a Costantinopoli e lì trascorse, da figlio unico, gli anni dell'infanzia prima di trasferirsi a Roma nel 1907 insieme al padre Léon e alla madre Mariamik Azarian. Frequentò inizialmente le scuole elementari nella Capitale e poi ad Asolo. Proseguì quindi gli studi frequentando le medie e le superiori nel collegio armeno Moorat Raphaël di Venezia. La professione del padre, architetto di fama con un'importante attività alle spalle, rappresentò lo stimolo per iscriversi all'Università di Padova dove, il 22 dicembre 1924, conseguì la laurea in ingegneria civile e poi la specializzazione in quella idraulica (seguì successivamente la frequentazione di architettura all'ateneo di Losanna). Il periodo universitario rappresentò anche l'occasione per l'impegno politico e sociale nei confronti del popolo armeno vittima del genocidio avvenuto pochi anni prima. Dopo alcune esperienze lavorative si trasferì a Frassené di Voltago Agordino, borgata detta piccola Cortina per l'alta valenza turistica, dove iniziò a esercitare la professione di ingegnere civile.
Gurekian conosceva la località fin dal 1921 quando con la famiglia aveva cominciato a trascorrervi le vacanze estive che lo portarono a sviluppare la passione per le escursioni e l'alpinismo che condivise con alcuni tra i principali interpreti dell'arrampicata dell'epoca come Attilio Tissi, Domenico Rudatis e Giovanni e Alvise Andrich. Da presidente del Cai Agordo, dal 1933 al 1946, si spese per favorire la costruzione di rifugi alpini a servizio dei frequentatori delle Dolomiti così come, da membro del Comitato provinciale turismo, cercò di rendere più appetibile l'ospitalità locale. Ad esempio, curò personalmente il restauro del rifugio esistente a Malga Losch, edificato come atelier nei primi decenni del 900 dal pittore veneziano Enrico Scarpa al quale era legato da profonda amicizia. Quella struttura, tuttora esistente ai piedi del monte Agner, porta oggi entrambi i nomi Scarpa-Gurekian. Fu sempre Gurekian, nel 1930 a Frassenè, a fondare la prima Pro loco d'Italia con proprio statuto. Sempre qua conobbe Dina Della Lucia Dies che sposò nel 1936 e dalla quale ebbe tre figli: Armen (1938), Mannig (1944) e Haïg (1945-1985). Morì il 1. marzo 1984 ad Asolo, dove fu sepolto.


LA FILOSOFIA
«Gli esiti dei progetti pubblici e privati di Gurekian - spiega Gnech - sono diffusi in tutto il Bellunese quale segno tangibile del suo impegno per lo sviluppo di questo territorio anche e soprattutto quando necessitava di essere ricostruito a seguito di calamità causate dall'uomo (guerre, disastro del Vajont) o provocate dalla natura (alluvione del 1966)». E quindi, a sua firma, ci sono centrali idroelettriche, municipi, scuole, chiese, abitazioni private e anche interi villaggi. «Nel 2026 Cortina ospiterà i XXV Giochi olimpici invernali e, come avvenne settant'anni fa, l'organizzazione del grande evento alimenta il dibattito sulla contrapposizione fra innegabili opportunità e probabili corrispondenti rischi. Inoltre ci troviamo di nuovo a operare a seguito di un disastro ambientale di dimensioni enormi come la tempesta Vaia, paragonabile all'alluvione del 66, che ha rimesso in discussione il tema della manutenzione del territorio. È così che l'operato di un professionista del passato può essere considerato come una traccia che, come tale, ognuno può decidere di seguire o meno».
«Finalmente - afferma Fabiola De Battista, presidente dell'Ordine architetti - siamo riusciti a far conoscere Gurekian. Un ringraziamento particolare meritano i colleghi Sara Gnech, Fulvio Bona e Tommaso Del Zenero che hanno dedicato molto lavoro alla stesura del libro e alla preparazione della mostra che si propongono non solo di ricordarlo ma anche di indicarlo come esempio al mondo culturale di oggi». «L'obiettivo - sottolinea Angelo Da Frè, presidente della Fondazione Architettura - è stato quello di riscoprire e valorizzare un professionista che, con la sua vasta attività nell'ambito dell'ingegneria e dell'architettura, ha saputo dare particolare dignità a vari interventi nella nostra provincia e non solo. La sua opera non si connota come puro esercizio stilistico fine a se stesso ma prende il via dallo studio dell'architettura tradizionale, non volto a una mera riproduzione di stereotipi tipici oggi tanto di moda. Grazie al figlio Armen che con grande disponibilità ha condiviso questa esperienza rendendo fruibile il materiale di archivio».


LA RASSEGNA
L'ampia azione di ricordo di Gurekian ha iniziato a concretizzarsi con il libro Ohannés Gurekian l'ingegneria, l'architettura, l'urbanistica a cura di Fulvio Bona, Tommaso Del Zenero e della stessa Gnech ed edito dall'Istituto bellunese di ricerche sociali e culturali. Oggi l'ultimo appuntamento della rassegna al rifugio Scarpa-Gurekian per raccontare, assieme al Cai Agordo, cosa lega Gurekian a questo luogo. Sino al 29 ottobre, infine, è possibile visitare a ingresso libero la mostra Ohannés Gurekian, un progettista armeno delle Dolomiti allestita nella biblioteca di Agordo (lunedì e giovedì 16-19.30; martedì, mercoledì e venerdì 16-18.30; mercoledì 9.30-11.30; sabato 9-11). Prossimo passo, la realizzazione di un docufilm.

 

Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 09:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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