Nessuno vuole fare il nonno vigile: rimasti solo 5 volontari per 50 scuole

Giovedì 4 Marzo 2021 di Federica Fant
Palo Sacco Zirio uno dei 5 nonni vigili rimasti a Belluno: non ci sono più volontari

IL CASO
BELLUNO Mancano nonni vigile: solo 5 volontari per presidiare 50 scuole. È mancato il ricambio generazionale: alcuni volontari sono deceduti, altri si sono ritirati perché anziani e nessuno si è fatto avanti. E i 5 nonni rimasti devono far tutto: e se stanno male nessuno li sostituisce. La questione è stata sollevata dal consigliere comunale del Patto Belluno Dolomiti, Francesco Pingitore, che da quando è entrato a far parte dell’emiciclo di Palazzo Rosso, nel maggio del 1997, ha sempre sottolineato l’utilità di questo servizio incentrato soprattutto al presidio degli istituti scolastici del comune. Il comandante della Polizia Locale di Belluno, Roberto Rossetti accoglie di buon grado l’assist di Pingitore: «Le scuole a Belluno sono circa una cinquantina, tra pubbliche e private considerando tutti gli ordini e gradi, ed è impossibile presidiarle tutte. L’attività nonni vigili è quanto mai utile e siamo grati per il servizio che prestano con professionalità». 
LA STORIA
A lanciare l’associazione dei “nonni vigile” fu l’amministrazione di Maurizio Fistarol alla fine degli anni ‘90. Cominciarono in 15. Con l’amministrazione di Antonio Prade, scesero ad una dozzina, poi il lento declino fino alla situazione attuale: sono solo in cinque. «Gli agenti della Polizia locale – fa notare il consigliere di minoranza Francesco Pingitore - sono poco più di una ventina. Rappresentano la Cenerentola delle forze dell’ordine. Sarebbe molto utile riuscire ad aumentare il numero dei nonni vigile, che nel mandato di Fistarol sorvegliavano anche i parchi, richiamando i cittadini che non si comportavano bene. Si parla tanto di volontariato ed educatori di strada. Qui c’è la sensazione che l’amministrazione Massaro abbia fatto passare la voglia di dedicarsi alla comunità civico». Pingitore aggiunge: «Basti pensare che la giunta municipale di Feltre, a gennaio, ha dato il via libera al rinnovo della convenzione con l’Auser per il servizio di “nonni vigili”. L’Associazione di promozione sociale svolge l’attività di vigilanza davanti alle scuole comunali dal 1995, integrando il servizio della polizia locale. E quella di Belluno cosa ha fatto in questo senso?». Il problema dell’organico dei vigili urbani è solo la punta dell’iceberg: dovrebbe essercene uno ogni 1000 abitanti, ma così non è. Siamo in linea con quello che succede in Italia. Pingitore, nel 1998, aveva lanciato l’idea dei poliziotto di quartiere. Il tempo gli ha dato ragione. Il comandante Rossetti: «Vorrei senz’altro farne uno. Se ci sono volontari interessati a coprire anche questa fetta di servizi si facciano avanti. C’è posto per tutti, avremmo veramente bisogno, soprattutto alle scuole elementari. I plessi scolastici sono vecchi, la viabilità è molto in sofferenza, ci sono orari diversi, i mezzi di servizio pubblico contribuiscono ad affollare gli spazi antistanti agli istituti». 
LA TESTIMONIANZA
Palo Sacco Zirio è un nonno vigile dal 2009. Abita a Cavarzano, ma offre i suoi servigi alla scuola elementare di Quartier Cadore. «Per diventare nonno vigile è molto semplice – racconta -. Si può dare la propria disponibilità direttamente ai vigili e poi ci si coordina. Si accettano persone di qualunque età, in condizioni fisiche idonee. Attualmente siamo in quattro effettivi in servizio, copriamo le Nievo, Mur di Cadola e Quartier Cadore. Poi ci sono sei, sette persone che lavorano ma che quando riescono danno il proprio contributo». 
L’IMPEGNO
Oltre al servizio alle scuole, fondamentale è l’aiuto che questi volontari offrono durante particolari eventi durante i quali fanno da vero e proprio supporto alla polizia locale. Si pensi che nel 2019 hanno contributo, per diverse manifestazioni, in ben 44 giornate. Parliamo di eventi come pedonate, per la sagra dell’Addolorata, per molti servizi traffico, per la processione della via Crucis, per i Giovedì in piazza, al mercatino di Cose Vecchie Case, ai raduni delle associazioni combattentistiche d’arma e via discorrendo. 
Federica Fant 
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Ultimo aggiornamento: 08:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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