BELLUNO - Anche Noemi Batki ha la valigia pronta. Si va a Tokio. Da sabato prossimo 1 maggio al 6 maggio, infatti, l'Aquatics Centre della capitale giapponese si aprirà per accogliere una tappa della Coppa del Mondo di tuffi. Una tappa che, evidentemente, ha già il sapore dei cinque cerchi. La competizione per molti atleti, provenienti da tutto il mondo, varrà come prova di qualificazione olimpica.
CITTADINA DEL MONDO
Nata a Budapest e cresciuta nella piscina di Lambioi con la Nuoto Belluno, dal 2005 con la Triestina Nuoto, Noemi è ora in forze all'Esercito. Legatissima alla città - dove ha frequentato le scuole fino alla maturità al liceo Galilei - porta con orgoglio il suo cappello alpino.
IN AVANSCOPERTA
Una curiosità. Sono i tuffatori a fare da apripista. Rappresentano la prima delegazione, tra quelle dirette alle Olimpiadi di Tokio, a uscire dai confini nazionali. Atleti che, probabilmente, fanno parte di quel gruppo di azzurri dei gruppi militari italiani che hanno già ricevuto la dose di vaccino anti Covid-19. Situazione incerta, con ricadute sullo sport della pandemia: è recente l'annuncio della nazionale australiana del forfait alla manifestazione.
L'INTERVISTA
Tra gli azzurri che clima si respira?
«È vero, ci sono nazioni che si sono ritirate dalla Coppa del Mondo, alcune addirittura dalle Olimpiadi. Non entro nel merito delle loro decisioni. L'Italia si presenterà a entrambi gli appuntamenti. E noi tuffatori partiamo carichi e motivati anche se non è facile rimanere concentrati su obiettivi che vengono annullati o rimandati. Ma cerchiamo di rimanere focalizzati e ottimisti, alla ricerca dei pass mancanti. Io stessa cercherò di prendermi quello nel sincro dalla piattaforma, con Chiara Pellacani».
Quali regole vi hanno imposto dal Giappone?
«Possiamo arrivare solo quattro giorni prima dell'inizio delle gare, per cui sarà difficile smaltire i problemini collegati al fuso orario in così poco tempo, ma cercheremo di non farci cogliere impreparate».
Come vi siete preparati nell'anno del Covid?
«Raduni con la nazionale, e gare organizzate tra noi, ci hanno sicuramente aiutato nel provare la pressione di un test e, seppur minimamente, a sentire l'adrenalina tipica della gara. Certo devo ringraziare il Centro sportivo dell'Esercito che ha saputo infondermi tranquillità e positività: affrontare una disciplina così altamente tecnica non sarebbe possibile senza l'aiuto di questa divisa di cui vado fiera».
Programmi tra queste gare e i Giochi olimpici?
«Dopo questa esperienza di Coppa del Mondo, in cui bisognerà giocare molto di testa, voleremo direttamente a Budapest. Là si terranno, infatti, gli Europei, dal 10 al 15 maggio. Ci aspetta, anche al ritorno, la difficoltà di resettarci sul fuso orario».