BELLUNO - A Ponte nelle Alpi ha già coinvolto una cinquantina di genitori.
Le regole
Nella depliant che presenta il progetto pontalpino ecco le cinque regole sottoscritte dai cinquanta genitori: promuovere momenti di educazione digitale per adulti e ragazzi; far accedere i figli solo a contenuti digitali adeguati all'età; consegnare ai figli uno smartphone personale connettibile alla rete non prima della fine della 2^ media e, una volta consegnato lo smartphone, utilizzare i devices in modo trasparente almeno fino ai 14 anni; stabilire e condividere in famiglia delle regole chiare per l'utilizzo dello smartphone. Le regole interne, che naturalmente valgono anche per gli adulti «perché la coerenza dà forza al progetto», vengono decise autonomamente da ciascuna famiglia. Degli esempi? Non usare il cellulare quando si è a tavola; e quando si va a dormire non portarlo con sé, ma lasciarlo in un posto dedicato in casa.
L'appuntamento
A Ponte ora stanno lavorando per farsi conoscere il più possibile, cioè per fare rete. Si inserisce in questo contesto la creazione di un account di posta elettronica (pattodigitalepontenellealpi@gmail.com) cui fare riferimento, e l'incontro che il gruppo ha organizzato per sabato 8 maggio (ore 20,30) nella sala del parco Ex Casa Rossa su "Videogame: istruzioni d'uso per i genitori". Tipologie, criticità e opportunità" tenuto dal pedagogista, formatore e consulente Gregorio Ceccone. «Abbiamo la fortuna di aver preso in tempo il problema e di conoscerci fra famiglie - prosegue il genitore -. Stiamo creando anche momenti di aggregazione: per i nostri figli, sapere che ci sono altri loro coetanei che fanno parte del Patto, fa vivere loro la cosa in tranquillità e serenità. Per questo è importante fare rete. Certo, in gruppo con gli amici anche i nostri figli hanno l'opportunità di veder usare lo smartphone da ragazzi e ragazze della loro età». Secondo alcuni studi, circa un quarto dei bambini giungono all'età scolare con deficit cognitivi, motori, linguistici e socio-emotivi a causa di un uso scorretto e precoce del digitale, capace di modificare la sostanza bianca e la mielinizzazione del cervello, né mancano gravi rischi nelle età successive. Nasce da qui la necessità di una conoscenza dei rischi e di un accordo all'interno delle bolle relazionali dei minori su alcune regole minime. «Per tutti questi motivi abbiamo deciso di creare il Patto - fa sapere Fagro -. Questi problemi nascono quando l'uso del cellulare inizia in bambini molto piccoli. La tecnologia non va esclusa, ma dobbiamo insegnare ad usarla con i tempi giusti». Per verificare i risultati di queste scelte, bisognerà attendere un po' perché ora l'esperienza ha solo alcuni mesi.