La carica dei 1000 per il Nevegal: «Senza il nostro colle anche Belluno muore»

Domenica 23 Giugno 2019 di Alessia Trentin
La carica dei 1000 per il Nevegal: «Senza il nostro colle anche Belluno muore»
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BELLUNO Il sogno va avanti. Cuore oltre l'ostacolo, ombrello alla mano, k-way e cappellino: gli slogan a favore del Nevegal sono stati più forti della pioggia. Cadeva battente, ieri mattina, la pioggia sul capoluogo ma un migliaio di persone non si sono lasciate scoraggiare dal maltempo e sono arrivate puntuali all'appuntamento delle 10.30 in stazione, decretando il successo della manifestazione organizzata dagli operatori a favore del Colle. La chiusura degli impianti, ieri, faceva un po' meno paura tanta era la soddisfazione e l'orgoglio per esserci riusciti, a unire la città e la pianura attorno alla grande questione del Colle.
 
LA PARTECIPAZIONEEsercenti del Nevegal, residenti, turisti, cittadini di Belluno, atleti e Sci club da tutto il Veneto hanno sfilato tra pozzanghere e disagi per dimostrare il loro appoggio alla località turistica. Tra la folla qualche politico, una buona rappresentanza della Lega, del Partito Democratico e dei Fratelli d'Italia, ma pochi consiglieri comunali e rappresentanti dell'amministrazione. L'assessore Marco Bogo è arrivato in rappresentanza del sindaco, assente per impegni fuori città. Pochi anche gli esercenti del centro storico, una lacuna lamentata anche dall'organizzazione che non ha potuto fare a meno di sottolineare lo scarso appoggio dei colleghi delle piazze ai problemi della parte alta del territorio. Ad ogni modo, bene. I numeri precisi non ci sono, l'organizzazione dichiara di aver distribuito 1200 capellini con la scritta Nevegal e di aver visto in piazza circa 1300 persone. Secondo la Questura i partecipanti non sono stati più di 600. In ogni caso tanti.
IL CORTEOStriscioni fantasiosi, urla e dichiarazioni di non volersi arrendere davanti ai problemi, hanno accompagnato la sfilata del gruppo dalla stazione a piazza dei Martiri, passando per via Cavour, quindi piazzale Marconi, via Psaro, via Loreto. La pioggia non ha frenato la marcia e non ha imposto un percorso alternativo più breve. Tutto è andato come da programmi. Salvo la partecipazione, quella è stata oltre le aspettative. «In mattinata la piazza era vuota e ci aspettavamo 600 persone dichiara Gianni Pastella di Vivaio -, vederne così tanti è stato meraviglioso. C'era anche un ragazzino con la febbre. La gente di montagna non si ferma davanti ad un po' di acqua». Alziamo la testa non caliamo le braghe, La palestra dello sci si chiama Nevegal, si leggeva sugli striscioni; Coi gnen da fora a Belun se la fon sora, recitava un cartello a indicare la scarsa progettualità e la scarsa propensione a credere nelle proprie potenzialità dei bellunesi.
IL GEMELLAGGIOUna delegazione di una ventina di persone arrivate dal Comelico, del Comitato che si batte per il collegamento con la Pusteria, ha dato sostegno alla causa con un proprio striscione, a ricordare una volta di più come i problemi della montagna bellunese da Alano a Comelico Superiore siano grosso modo sempre gli stessi, solo declinati diversamente.
LE RAGIONIPastella, portavoce di Vivaio Dolomiti che ha dato una mano all'organizzazione della giornata, ha tenuto alto il morale e motivato ulteriormente la folla. «Per sopravvivere bisogno mettere soldi, che si racimolano facilmente se c'è la volontà le sue parole -, ne stiamo buttando via molti di più in altre cose. La città di Belluno gravita attorno al Colle, il turismo del Nevegal poi si riversa in centro, nelle varie attività commerciali e dispiace che questo non sia stato ancora capito. Senza il Nevegal muore anche Belluno, se questo non sarà chiaro e se non saremo uniti su questa certezza allora sarà la fine per questa città».
Alessia Trentin

Ultimo aggiornamento: 24 Giugno, 09:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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