Neurologi introvabili, reparto in bilico: l'Usl bussa all'azienda ospedaliera di Padova

Domenica 9 Aprile 2023 di Davide Piol
L'ospedale San Martino di Belluno

BELLUNO -  Sono in bilico su un filo molto sottile i reparti di Neurologia di Belluno e di Feltre. Il punto è che mancano professionisti. Quindi, li si cerca fuori provincia e talvolta anche fuori Regione. Al momento, se la specialità è ancora in piedi, lo si deve ai medici prestati – per così dire – da altre aziende sanitarie. 


L’ACCORDO
Proprio in questi giorni l’Ulss Dolomiti ha rinnovato e potenziato la convenzione con l’azienda ospedaliera di Padova. Rispetto al 2022, infatti, gli accessi mensili di medici neurologi sono aumentati a 6 (ciascuno di 12 ore di attività). Ma sono attive collaborazioni anche con Treviso, Verona, Trento e Udine. Un passo indietro. Torniamo a quasi un mese fa. Il 16 marzo l’Ulss Dolomiti ammette la criticità. I professionisti mancano un po’ ovunque, ma in Neurologia la situazione pare essere al limite: «Attualmente sono in servizio 5 medici neurologi dipendenti a Belluno e 4 medici neurologi dipendenti e un libero professionista a Feltre. A partire da maggio cesserà un’unità della Neurologia di Belluno e un’altra cessazione è in programma a giugno, sempre a Belluno». L’azienda aggiunge di essersi impegnata a lungo attraverso concorsi e avvisi, ma dei professionisti nemmeno l’ombra. Il concorso attivato da Azienda Zero? Deserto. A quel punto il vaso di Pandora è aperto e si diffonde il timore che i reparti possano essere chiusi. Gloria Pocchiesa Marian di Padola, Comelico Superiore, lancia addirittura una petizione su Change.org che ha quasi raggiunto le 50mila firme (ieri pomeriggio era a quota 42mila).


LA PATOLOGIA
«Ho la sclerosi multipla, diagnosticata nel 2016 – aveva spiegato nell’introduzione alla petizione - Purtroppo, assieme a me, ci sono altre 450 persone con la stessa diagnosi nella provincia di Belluno. Siamo in tanti, eppure siamo solo una parte delle persone che ogni giorno necessitano di avere un supporto neurologico nella Provincia di Belluno. Ma nonostante questo, i servizi neurologici negli ospedali di Belluno e Feltre sono ridotti all’osso. Nella nostra condizione è impensabile non avere la possibilità di farci visitare almeno a Belluno». Sul punto interviene anche l’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Belluno che, oltre a condividere la preoccupazione riguardo ai reparti di Neurologia, si toglie qualche sassolino dalla scarpa sottolineando la mancanza – da parte dell’Ulss Dolomiti – di una progettualità organizzativa. Negli stessi giorni arriva il comunicato della Cgil: «Non avere specialisti in sede, ma disponibili solo in un altro ospedale, non è la stessa cosa. Se entra in Pronto Soccorso un paziente che manifesta sintomi neurologici, il neurologo contribuisce a individuare il percorso migliore per quel paziente.

Se il neurologo non è in sede, il paziente probabilmente dovrà essere trasferito anche solo per la consulenza». 


IL CAOS
Un polverone, insomma, che l’Ulss Dolomiti ha cercato invano di soffiar via, chiedendo di abbassare i toni: «Esorto quanti si sono mobilitati in questi giorni a collaborare fattivamente con l’Azienda per rendere attrattivo vivere e lavorare nelle Dolomiti. Non è il momento di sterili polemiche ma di azioni concrete per il bene dell’intero territorio e della sua gente. Aiutateci a trovare medici, con senso etico e passione per la professione». Un disperato ma emblematico appello rivolto a tutti che ha dato ancora di più il senso della gravità della situazione. Ora i toni paiono essersi abbassati. Ma il problema rimane. Certo, è stato quasi raddoppiato il valore della indennità di reperibilità, gli ospedali sono dotati di strumenti all’avanguardia (la Neurologia di Belluno, inoltre, è centro stroke di secondo livello), ci sono convenzioni per gli appartamenti dei medici. Tutto vero. Eppure, nonostante gli sforzi, la grave carenza di medici è quanto mai attuale e destinata a peggiorare.

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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