Nicolò, oggi il paese si ferma: l'ultimo saluto al piccolo in chiesa a Fortogna

Alle esequie anche il sindaco Padrin. Il bimbo avrebbe fatto due anni il 17 agosto. Solo tra una decina di giorni si saprà la verità sulla sostanza che lo ha avvelenato, dopo le analisi tossicologiche.

Sabato 6 Agosto 2022 di Olivia Bonetti
Il piccolo Nicolò Feltrin, deceduto a due anni: l'addio in chiesa a Fortogna

LONGARONE - Oggi il paese si ferma per dire addio al piccolo Nicolò Feltrin, il bimbo di Codissago deceduto il 28 luglio scorso per avvelenamento, dopo aver ingerito una misteriosa sostanza tossica. Ai funerali che si svolgeranno alle 15 nella chiesa di Fortogna sarà presente anche il sindaco Roberto Padrin. Il piccolo avrebbe compiuto due anni il 17 agosto. Solo tra una decina di giorni si saprà la verità sulla sostanza che lo ha ucciso: è il tempo che ci vorrà per avere i risultati delle analisi tossicologiche affidate alla dottoressa Donata Favretto, tossicologa di Medicina Legale di Padova. Dovrà analizzare la «sostanza resinosa verosimilmente del tipo hashish» trovata a casa del bambino, oltre che i campioni di tessuti le provette dei prelievi fatti al piccolo in ospedale per capire se tracce di quella sostanza si trovino anche nel sangue di Nicolò.

Un tassello fondamentale per la consulenza autoptica, affidata al medico legale Antonello Cirnelli di Portogruaro (Ve), che si è preso 90 giorni: l'unica certezza emersa dall'esame sul piccolino è che è morto per avvelenamento.

L'INCHIESTA
L'ipotesi di reato dell'inchiesta che vede come unico indagato il padre del piccolo, il 39enne Diego Feltrin, al momento resta omicidio colposo. Non è escluso che dopo il risultato delle analisi cambi. Anche il difensore del padre, l'avvocato Massimiliano Xaiz, tramite il proprio consulente dottor Michele Cottin di Treviso, è in attesa delle analisi tossicologiche per decidere le prossime mosse. Intanto in queste ore la difesa è entrata in possesso del verbale di sequestro, in cui viene riportata nel dettaglio la descrizione degli 8 reperti raccolti nell'abitazione dei genitori nella ricognizione effettuata dopo la morte del piccolo.

IL SEQUESTRO
L'hashish, pur in modica quantità, era ovunque in quella casa di via 2 Giugno a Codissago. Nella cameretta del bambino c'era un involucro in cellophane contenente «una sostanza resinosa verosimilmente di tipo hashish del peso lordo di 1,2 grammi». In cucina all'interno di una credenza c'erano tre pezzi di sostanza per il peso di 2 grammi. E ancora 2 involucri per altri 3,5 grammi. Ma è nella camera da letto dei genitori che è stata trovata più droga: su una mensola 1,5 grammi, sopra il davanzale del termosifone 3,3 grammi, sopra il cassettone dentro un portaoggetti in metallo un altro pezzo di hashish per 0,1 grammo. E ancora sopra la mensola «due involucri entrambi con bruciature uno dei quali contenente 4 pezzi di sostanza resinosa verosimilmente tipo hashish del peso di 0,7 grammi, mentre l'altro con residui evidenti di sostanza stupefacente verosimilmente tipo hashish». Ritrovato infine un bilancino elettronico di precisione all'interno di un mobile della cucina.

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Ultimo aggiornamento: 15:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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