«Mollo il posto, l'azienda, la sicurezza e vado a vivere in campagna»

Martedì 11 Agosto 2020 di Alessandro Marzo Magno
«Mollo il posto, l'azienda, la sicurezza e vado a vivere in campagna»
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Storie di professionisti e imprenditori che hanno lasciato le loro attività per trasferirsi nel Bellunese e cambiare vita, come l'ingegnere idraulico Marta Zampieri che ora alleva capre, i fratelli De Bacco con laurea in economia e un'attività di produzione vinicola e la coppia Zanon - De Min ex titolari di una ditta di pannelli fotovoltaici e adesso abili vignaioli.

I PERSONAGGI
Tanti dicono: «Mollo tutto e vado in campagna», pochi lo fanno, ma qualcuno il coraggio lo trova, anche in un ambiente a torto considerato poco adatto a queste iniziative come quello del Bellunese. Per esempio Marta Zampieri, 49 anni, ingegnere idraulico di Motta di Livenza che oggi vive sui monti con le sue caprette, neanche fosse Heidi. Aveva un sogno: andare a stare in montagna e l'ha realizzato a Cornigian, nella val di Zoldo. Dopo un po' di avanti indietro tra i monti e la pianura, nel 2005 si è trasferita dalle parti del Pelmo e ha cominciato ad allevare capre da cashmere. Spiega che all'inizio faceva l'ingegnere idraulico con l'hobby delle capre, poi ha cominciato a fare l'allevatrice di capre con l'hobby dell'ingegneria idraulica, infine ha lasciato la specializzazione in cui si era laureata per dedicarsi agli animali. Nel luglio 2013 ha aperto l'agriturismo Pian de Levina dove serve yogurt e formaggi ottenuti dal latte delle sue mucche e delle sue capre (non da cashmere, queste) e salumi pure quelli fatti in casa. Segue gli animali, segue la cucina, lavora come una matta, ma svegliarsi la mattina e ammirare il Pelmo la ripaga da ogni fatica.



VINI NON BANALI
Marco e Valentina De Bacco sono stati i primi a reintrodurre la produzione vinicola, abbandonata ormai da decenni, nella provincia di Belluno. Lui, 31 anni, studi di enologia abbandonati per dedicarsi alla pratica della viticoltura; lei, 33, laurea in Economia a Milano Bicocca, nel 2011 hanno aperto la cantina di Seren del Grappa, alle porte di Feltre, che oggi produce 50 mila bottiglie di vini non banali. Hanno cominciato riattivando la vigna di famiglia che serviva per l'autoproduzione, hanno riscoperto vitigni semidimenticati, come l'uva pavana e l'uva gatta, fanno le bollicine con la bianchetta, la cugina negletta di quella che fino a pochi anni fa era l'uva prosecco. Visto che funzionava, alcuni di quelli che all'inizio li guardavano perplessi si sono avvicinati per affittare vecchi vigneti abbandonati. Ora al buono affiancano anche il bello perché stanno per trasferire la cantina in un annesso di villa Guarnieri, a Tomo di Feltre. I fratelli De Bacco hanno dato l'esempio, altri si sono messi a produrre vino nel bellunese, anche nella parte opposta della provincia, ovvero l'Alpago.



A Codenzano Katja Zanon e il suo compagno Gianluca De Min, entrambi quarantanovenni, hanno chiuso la ditta di installazione di pannelli fotovoltaici (lui installava, lei teneva l'amministrazione) e si sono dati al pinot nero. Li ha aiutati il cugino di Borgogna, ovvero Lorenzo Zanon, che fa l'enologo in Francia. Dal 2011 hanno avviato una produzione di nicchia di pinot nero dolomitico, ora hanno quattro etichette, una di base e tre cru. «Un po' per scherzo un giorno avevo proposto di piantare due-tre viti in un terreno di famiglia abbandonato», osserva Katja Zanon, «dopo un mese abbiamo deciso di fare i vignaioli». È nata la Val de Pol, le viti da due-tre sono passate a 12-13 mila in terreni montani, quindi scoscesi, dove tutto dev'essere lavorato a mano.

DISTILLERIA ANTICA
A Caorera di Vas sopravvive l'ultima distilleria di grappa della provincia di Belluno. E che distilleria: Le Crode lavora con un alambicco del 1908 ne esiste solo un altro, incompleto, a Conegliano che estrae dalle vinacce più aromi di qualsiasi alambicco moderno. Qui è un ex libero professionista, nonché ex assessore all'ambiente del Comune di Belluno, ad aver cambiato vita: Vincenzo Agostini, 60 anni, nel 2013 ha rilevato l'attività dal fondatore, Federico Arduini. «Ero capitato nella distilleria, me ne sono innamorato, l'ho presa», racconta Agostini che poi aggiunge di aver fatto il garzone di bottega per un paio d'anni al fine di imparare a fare la grappa. Ora produce monovitigni con vinacce di uve internazionali (merlot, cabernet) e locali (prosecco, raboso); ultima nata la monovitigno di recantina, un vitigno riscoperto e rinato tra l'asolano e il Montello. Produce anche due blend: la Nina, con pavana e gatta, e la Quero-Vas, un mix di vari vitigni.



ALIMENTAZIONE NATURALE
Isabella Paganin ha 33 anni e faceva l'estetista a Quero, suo marito Dimitri Zuccolotto di anni ne ha 37 e nella sua vita precedente era operaio metalmeccanico ad Altivole. Hanno seguito un corso di alimentazione naturale per farsi un orto dove coltivare ortaggi per sé, poi si sono appassionati e hanno pensato di allargare la produzione. Nel 2014 hanno comprato un terreno di 7 mila metri quadri a Stàbie di Lentiai, a oltre 500 metri di altitudine, e ora coltivano 35 varietà di ortaggi. Tutto a mano, senza macchinari. Ma non è agricoltura all'antica perché usano attrezzi di nuova concezione studiati per minimizzare la fatica. Il fatto di non usare trattori consente di piantare gli ortaggi più stretti e lavorando a mano la fertilità del suolo cresce, anziché diminuire come nell'agricoltura industriale. I loro prodotti non si trovano al mercato: bisogna abbonarsi in anticipo per garantirsi 23 consegne a 20 euro l'una per la stagione che va da maggio a novembre. Ogni settimana portano a casa una cassetta di ortaggi misti (di stagione, ovviamente), hanno famiglie che li seguono da cinque anni per garantirsi verdure sane e buone.



Chiara Alpago-Novello ha un cognome non banale nel bellunese (ma non solo, suo padre Adriano, storico dell'architettura, era uno dei massimi esperti di architettura armena), ha trascorso oltre un trentennio a fare la giornalista a Milano, arrivando a essere capo redattore in grandi gruppi editoriali. Poi, complice anche la crisi dell'editoria, da due anni è andata a vivere in un annesso della villa avìta a Frontin di Trichiana, nella val Belluna. Trichiana è il paese del libro e l'ospitalità offerta a La Serra. Vivaio letterario lo chiama Chiara, dove organizza Leggere il mondo, un ritiro letterario condotto da Gian Luca Favetto. Questa rapida panoramica sul ritorno alla natura nel Bellunese è ovviamente incompleta. Si potrebbero fare numerosi altri esempi, a cominciare dal filosofo che ora produce formaggi con la cooperativa San Damiano alle Case Nice, a Valpiana di Limana, ma una cosa emerge chiara: non ci sono barriere d'età o di provenienza. Giovani e meno giovani, operai o professionisti, qualora lo vogliano possono cambiare vita. Servono coraggio, senza dubbio, e tanto cuore, ma alla fine il risultato è il grido di Gene Wilder, alias dottor Frankenstin, nel celeberrimo film Frankenstein Junior, di Mel Brooks: «Si può fare»; se qualcun altro volesse provare l'avventura, le occasioni certo non mancano.
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