Un anello ferroviario per le Dolomiti del futuro, il progetto degli Industriali di Belluno e Trento

Presentato lo studio fatto in collaborazione con l'Università di Padova per dare un nuovo volto alla mobilità della zona

Sabato 12 Novembre 2022 di Marco Dibona
Statale Alemagna a Longarone

BELLUNO - La mobilità per uno sviluppo sostenibile nell'area dolomitica consiste in un anello ferroviario, ancora da completare, con due tratti mancanti, il breve collegamento fra Valsugana e Feltre e la tratta da Dobbiaco a Cortina a Calalzo. Si dovrà anche pensare all'elettrificazione dei tratti tuttora sprovvisti, su cui viaggiano convogli a trazione diesel, come la Valsugana e la linea che sale da Ponte nelle Alpi. Poi, da questo anello esterno, si dovrà attivare il trasporto verso l'interno delle Dolomiti, nelle valli, con una viabilità alternativa leggera e con gli impianti a fune, un mezzo ritenuto più adattabile, che presenta un minore impatto sul territorio. Questo è lo studio, il sogno, come è stato definito, elaborato dal professor Riccardo Rossi e i suoi collaboratori dell'Università di Padova, su incarico delle associazioni degli industriali di Belluno, Bolzano e Trento, che lo hanno presentato ieri.

Si voleva che l'analisi definisse lo stato attuale e gli scenari futuri, in vista dei Giochi invernali 2026, ma anche dopo quel grande evento sportivo.


I TEMPI
È chiaro che i tempi sono comunque lunghi, ben lontani da quell'appuntamento internazionale, sempre più prossimo: si è detto che pare più plausibile guardare all'anno 2040, forse al 2050. Nulla in vista, dunque, nel triennio che manca all'apertura di Olimpiadi e Paralimpiadi Milano Cortina 2026. La visione complessiva è più complessa, vede i tre territori connessi fra loro, uniti dai Monti Pallidi, con una rete ferroviaria, stradale e impiantistica integrata e più efficiente. In tema di sostenibilità si è ipotizzata l'introduzione di zone a traffico limitato, nelle valli spesso invase da flussi ormai insostenibili, sui valichi assaliti da ondate di auto, moto, camper e corriere, con medie giornaliere sino a 10.600 veicoli su un passo dolomitico. Se per ora il codice della strada non prevede la possibilità di applicare limitazioni coercitive, come il blocco del transito su strade interregionali, è sempre più pressante l'opportunità di informare almeno l'utente, di far sapere che determinate zone sono intasate, per dirottarlo altrove.


L'IMPEGNO
Stimolate da Confindustria Belluno Dolomiti, le altre due associazioni hanno condiviso l'impegno: «Il lavoro che siamo andati a intraprendere corrisponde a un atto di responsabilità dice Fausto Manzana, presidente di Confindustria Trento - di fronte alla necessità, evidenziata nel dibattito pubblico, di allestire un ambiente idoneo alle Olimpiadi 2026, ci siamo chiesti se adottare un approccio di più ampio respiro, nel tempo e nello spazio. Abbiamo condiviso con gli industriali dei territori confinanti l'opportunità di immaginare azioni utili a uno sviluppo sostenibile della montagna e identificato interventi possibili e anzi auspicabili. Questo sogno si scontra però con complessità normative e difficoltà nella gestione. Presentiamo questo processo alle nostre comunità, perché possano contribuire a definire i termini di una strategia in fase di costruzione».


COMPETITIVITÀ
Da Bolzano gli fa eco Heiner Oberrauch, presidente di Assoimprenditori Alto Adige: «Abbiamo la fortuna di vivere e lavorare in un territorio in cui il resto del mondo sogna di fare le vacanze. Questa bellezza va preservata, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di collegamenti moderni ed efficienti e di un sistema di mobilità sostenibile, che garantisca competitività al nostro territorio. Le nostre imprese, con le loro soluzioni innovative, possono dare un contributo decisivo. Decisiva è anche la collaborazione con Belluno e Trento: le grandi sfide verso il futuro, la mobilità sostenibile è una di queste, possiamo vincerle solo insieme».

 

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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