FELTRE - Tutti concordano che da decenni non si vedeva a Feltre una campagna elettorale così combattuta. Una guerra fatta anche di colpi bassi, tensioni, insulti social e post al veleno. Una guerra che non ha risparmiato nessuno. In questo contesto si inseriscono i cartelloni scarabocchiati, i bollettini ironici, le denunce e addirittura le minacce di morte non tanto velate. È il caso del manifesto di Adis Zatta, con il viso che appare crivellato di colpi e la scritta «Questo sarebbe il bersaglio migliore». Il post è ora sul tavolo della Digos che sta effettuando accertamenti.
«Questo è il bersaglio migliore»
«Questa è una campagna elettorale volutamente condotta dalla coalizione di centrodestra con toni aggressivi e fondata sulla pura contrapposizione aprioristica, entrando raramente nel merito degli argomenti e delle visioni», si legge sulla pagina Facebook di Cittadinanza e Partecipazione, gruppo che sostiene Adis Zatta sindaco che ha condiviso il post con le minacce. La frase incriminata «questo è il bersaglio migliore» è comparsa sulla pagina di un poliziotto. Il gruppo cittadinanza e partecipazione lo denuncia pubblicamente condividendo il post, senza oscurare il nome e ricordando che la persona è stata «già candidato nel 2017 e oggi, come da lui dichiarato sostenitore della signora Fusaro, nei giorni scorsi come documentato, non ha trovato meglio che postare nella pagina ufficiale della stessa un post vergognosamente violento e minaccioso». Auspicano quindi «una decisa condanna da parte della candidata Fusaro nei confronti di questi atteggiamenti squadristi di alcuni suoi sostenitori, esprimiamo solidarietà e pieno sostegno al nostro candidato sindaco Adis Zatta».
Come detto di precedenti ce ne sono in questa campagna. Uno di questi, condiviso dallo stesso leader della Lega, Matteo Salvini: si vedeva Fusaro nelle vesti di Heidi che buttava giù in un dirupo l'amica sulla sedia a rotella Clara, solo perché faceva il nome di Zatta e lo sosteneva come sindaco. Ma Fusaro è stata obiettivo di altri attacchi, spesso goliardici, come quello in cui anche la persona che aveva accanto si girava a guardare Zatta perché più «attrattivo». Insomma il limite è stato superato più volte. Questa campagna lascerà probabilmente un lungo strascico di indagini e forse anche procedimenti.