Con l'arrivo della prima perturbazione atlantica del mese è giunta anche la prima neve della stagione sulle Dolomiti bellunesi, anche a quote medie. Dal tardo pomeriggio sono iniziate intense precipitazioni nell'area dolomitica e in serata, complice un impulso più freddo, la pioggia si è trasformata in neve a partire dai 1400/1500 metri di quota. I fiocchi bianchi sono caduti in alcune delle località sciistiche del bellunese come Arabba, Malga Ciapela, Misurina e Selva di Cadore. Una forte nevicata è ancora in atto al Passo San Pellegrino, il valico che collega Moena con Falcade.
BELLUNO - La neve si vedrà anche a quota 1300 metri, ma saranno pochi fiocchi. La perturbazione che nelle scorse ore ha fatto scattare l'allerta arancione per il rischio idrogeologico per la zona Piave Pedemontano e che ha avuto il suo picco ieri sera, ha portato neve fresca ad alte quote: dal centro valanghe Arpav di Arabba ne erano previsti, sopra i 3mila metri, tra i 40 e 60 centimetri. E se la stagione sciistica è alle porte (la prima discesa a Cortina sarà il 27 novembre) e c'è tanta voglia di tornare in pista dopo un inverno a secco, la precipitazione nevosa di queste ore non basta a garantire la coltre naturale.
Meteo, rischio valanghe
Nel pomeriggio si era ancora fermi a pochi centimetri di neve fresca sulle vette, parliamo dei 2500-2700 e più metri, ovvero meno del 5% del territorio bellunese. In serata qualche spruzzata di neve si è vista a Misurina e sopra Falcade. «In queste zone interessate dalle precipitazioni nevose intense - spiegava ieri Renato Zasso del Centro valanghe - dalla prossima notte si potranno avere anche distacchi importanti di valanga».
Previsioni meteo Veneto
Il previsore del centro di Arabba, Robert-Luciani Thierry, che ieri stava calcolando quello che sarebbe successo spiegava: «Attualmente lo zero termico è a 2600 metri, quindi l'equivalente della pioggia, dove le temperature sono negative, è la neve.
Maltempo
Il Centro funzionale decentrato della Protezione Civile del Veneto ieri ha emesso il bollettino e ha decretato «lo stato di attenzione in alcuni bacini idrografici del Veneto». Segnalavano la possibilità d'innesco di fenomeni franosi superficiali sui versanti e di colate rapide nelle zone di allertamento di Vene-A (Alto Piave, allerta gialla), Vene-H (Piave Pedemontano, allerta arancione), Vene-B (Alto Brenta-Bacchiglione-Alpone, allerta gialla), Vene-C (Adige-Garda e Monti Lessini, allerta gialla) e Vene-E (Basso Brenta Bacchiglione, allerta arancione)».