BELLUNO - Il suo orsetto preferito e il suo Minion Keyman nel lettino ormai vuoto. Christian non potrà più giocarci: non c'è più. Quel bimbo vivace che ormai, a 15 mesi, parlava e camminava, è morto. Un decesso avvenuto per un meningite pneumococcica rara e fulminante. Il suo cuore batterà per un altro piccolo. Il suo fegato aiuterà altri bimbi. Infatti con grande generosità i genitori, mamma Olesya Stavchanska operaia Luxottica e papà Nazariy Lozovyy dipendente della Thelios che abitano a Cavarzano, hanno acconsentito all'espianto degli organi del loro figlioletto.
IL DOLORE
Nell'appartamento di via Barozzi, al civico 72 a Cavarzano, mamma Olesya è chiusa nel suo dolore. Ad aprire la porta è papà Nazariy: racconta quello che è successo per sensibilizzare e aiutare, se possibile, a prevenire altri casi simili. In realtà i genitori, due giovani di origine ucraina naturalizzati italiani e cresciuti a Belluno, hanno fatto tutto quello che c'era da fare. Il bimbo era vaccinato anche per la meningite. Tra il 12 e 17 novembre aveva avuto il covid. Ma tutto era superato: in questi giorni stava bene giocava ed il bimbo vivace di sempre. Appena mercoledì mattina i genitori hanno visto quel febbrone a 39, sono corsi al san Martino a chiedere aiuto. Proprio per quel vaccino in un primo momento è stata esclusa la meningite pneumococcica: era impossibile, dopo due dosi di vaccino. Invece quell'evento rarissimo si è verificato. Ha colpito il piccolo Christian: un caso su milioni.
IL RACCONTO
«Christian stava benissimo martedì - racconta il papà - poi alle 9 di mercoledì si è svegliato con la febbre. È stato subito ricoverato in Pediatria, ma la temperatura non scendeva. La sera ha mangiato e subito vomitato. La notte poi ha dormito, ma il giorno dopo, giovedì mattina quando si è svegliato non rispondeva agli stimoli. Aveva lo sguardo fisso e non rispondeva. Lo hanno portato subito alle urgenze lo hanno intubato e hanno fatto tutti gli esami». Da lì la corsa all'ospedale di Padova in ambulanza dove è stato ricoverato in terapia intensiva. «Hanno visto che aveva un'infiammazione al cervello - prosegue Nazariy -, che si era gonfiato molto. Ci hanno chiamati in un'altra stanza e detto che non c'era più nulla da fare. Christian sarebbe morto». È stato tentato anche un intervento per ridurre la pressione al cranio. Ma è stato tutto inutile. «Venerdì hanno fatto un encefalogramma per vedere se il cervello avesse qualche funzione - fatica a parlare il papà -, ma non arrivava più sangue e sabato lo hanno dichiarato morto».
IL LUTTO
Christian era bimbo sveglio e vivace amato da tutti. «Diceva tante parole era molto avanti per la sua età», ricorda il padre. Frequentava un asilo nido in città e era la gioia dei suoi genitori. A giugno la grande festa per il suo battesimo: un ricordo che resta in quelle fotografie con il sorriso di Christian che i genitori conservano gelosamente. Come quell'orsetto. Il preferito del piccolo. «Gli metteremo un giochino che gli faccia compagnia», conclude commosso il padre. Ma quell'orsetto lo terranno gelosamente.