Vaccino tardivo, medico "licenziato": «Ma non voglio abbandonare i miei 1600 pazienti»

Venerdì 1 Luglio 2022 di Giovanni Santin
Cacciato dall'Ulss 1 Dolomiti il dottor favero, che si vaccinò solo dopo mesi
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AGORDO - Si è chiusa alla mezzanotte di ieri - 30 giugno - l’esperienza bellunese di Luca Favero, veneziano originario di Vigonovo (Ve) e iscritto all’ordine dei medici di Padova, il medico di famiglia salito più volte alla ribalta della cronaca per il vaccino anti-Covid fatto in ritardo solo lo scorso dicembre. Ieri mattina, infatti, è stato informato telefonicamente dalla direzione dell’Ulss che da oggi non potrà più esercitare la propria professione all’interno del territorio di competenza della Dolomiti. «Ma ad ora – raccontava nel tardo pomeriggio di ieri il medico – non ho avuto alcuna comunicazione né documentazione ufficiale che pure mi era stata annunciata».

L’AVVISO
Ad essere informati ufficialmente, invece, sono stati i suoi pazienti che a partire dalle 17 di ieri hanno ricevuto questo messaggio sul proprio cellulare dalla stessa Ulss 1: «Il dottor Favero cessa il 30/6/22. Fino al 14 luglio rivolgersi agli altri medici dell’ambito. Seguirà nota esplicativa per nuovo medico».

Poi l’Ulss ha diffuso una nota spiegando che «cesserà il servizio come Medico di Medicina generale il dottor Luca Favero, operante nell’ambito dei Comuni di Alleghe, Colle Santa Lucia, Livinallongo del Col di Lana, Rocca Pietore, Selva di Cadore, Canale d’Agordo, Cencenighe Agordino, Falcade, San Tomaso Agordino e Vallada Agordina. In sostituzione del dr. Favero  dal 15 luglio verrà inserita nell’ambito territoriale la dr.ssa Letizia Arcangioli a cui saranno assegnati d’ufficio gli assistiti. Non sarà pertanto necessario recarsi presso gli sportelli anagrafe della Ulss per effettuare la scelta del nuovo medico. Dal 1° al 14 Luglio saranno disponibili per i pazienti del dottor Favero, presso i propri ambulatori i dottori: Paolo Barone, Giovanni Magra, Claudio Allegro, Camilla Semenzato».

IL CASO
Sul proprio profilo Facebook il dottor Favero, ha scritto: «Cerco lavoro». Ed ha proseguito: «Ben lungi dall’aver a cuore il bene della popolazione, dopo aver lavorato gratuitamente per un mese come guardia medica e medico di medicina generale (ndr, nel mese di dicembre 2021), la Ulss di Belluno mi licenzia da un giorno all’altro - dopo che l’Ordine dei Medici di Padova mi ha riammesso da mesi! - lasciando scoperti i tre ambulatori di Cencenighe, Alleghe e Caprile, compresa la guardia medica».

Raggiunto al telefono mentre era a Cencenighe per il suo ultimo ambulatorio, Favero ha ulteriormente precisato la propria posizione: «Dall’Ulss di Belluno mi hanno detto che sono costretti ad assumere questa decisione in seguito ad una disposizione della commissione disciplinare dei Medici di Padova. Segnalo tuttavia che questa è la stessa che a gennaio mi aveva detto che avrei potuto continuare a lavorare. Ma è chiaro che a Belluno erano da tempo a conoscenza di questa cosa, non può essere assolutamente una novità di ieri. Ed io sono costretto a traslocare e sbaraccare tutto in poche ore. Nel frattempo, per quindici giorni, i 1.600 pazienti che seguivo rimarranno senza un medico, anche se il messaggio che è stato loro inviato dice di fare riferimento ad altri professionisti dell’ambito».

IL VACCINO

Dopo aver lasciato già da tempo l’appartamento del Comune di Livinallongo del Col di Lana, in questo momento e da almeno due mesi Favero è alloggiato a Cencenighe, sempre in locali comunali. Va ricordato che Favero era stato sospeso perché sino all’inizio di dicembre non si era vaccinato perché soffre di una malattia autoimmune. Poi, nonostante la preoccupazione, messo alle strette dall’Ulss3 di Padova di cui fa parte, aveva deciso di farlo. E così risulta che si è sottoposto alla prima dose lo scorso 9 dicembre. La seconda dose era arrivata infine il 7 gennaio. A febbraio ecco un’altra vicenda con l’accusa di «falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità» per due certificati a pazienti. «I due, a rischio trombosi, avevano diritto all’esenzione», si difese il dottore. Ieri, forse, l’epilogo della sua vicenda. Il medico infatti al telefono dice: «Sono idiozie burocratiche, facendo una danno incredibile alla popolazione»

Ultimo aggiornamento: 17:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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