Killer della 'ndrangheta evaso a Milano: «Così lo arrestai in Alpago quando era latitante»

Venerdì 3 Febbraio 2023 di Giovanni Longhi
Il Killer Sestito venne arrestato nel 1991 in Alpago dal maresciallo Corcillo

ALPAGO - A Carmine Corcillo quel doppio passaggio di proprietà di una casa a Valzella, nell’allora comune di Puos d’Alpago, nel volgere di poche ore, proprio non andò giù. Era il 1991 e l’allora maresciallo che comandava la locale stazione dei carabinieri decise di vederci chiaro. Incrociando dati e prendendo informazioni sui vari nominativi coinvolti nella compravendita dell’immobile era arrivato alla madre di Massimiliano Sestito, 52 anni, ‘ndranghetista super ricercato che pochi mesi prima aveva freddato il carabiniere Renato Lio durante un controllo stradale lungo la statale jonica a Soverato (Catanzaro). Corcillo lo assicurò alla giustizia presentandosi in abiti borghesi alla porta della casa di Valzella dove l’assassino si era rifugiato figurando affittuario dei locali intestati alla madre. In realtà non si sapeva ancora che era la stessa persona che aveva ucciso il carabiniere. Su di lui, all’epoca di quell’arresto, pendeva “solo” un mandato di cattura internazionale per traffico di stupefacenti. 

LA FUGA
Ieri Sestito, condannato all’ergastolo per l’uccisione del boss Vincenzo Femia nel 2013 e a 30 anni per l’assassinio del carabiniere nel 1991, è fuggito dai domiciliari a Pero, nell’hinterland milanese dove viveva con il padre. Ha manomesso il braccialetto elettronico che gli era stato applicato un mese fa. La misura alternativa alla detenzione in carcere gli era stata concessa in agosto, ma allora non c’era disponibilità di braccialetti e l’uomo è rimasto a San Vittore fino ai primi di gennaio. Ritenuto un esponente della cosca di ‘ndrangheta Iezzo Chiefari Procopio, Sestito era in attesa di una sentenza della Cassazione proprio per l’omicidio di Vincenzo Femia. Avvenne alla periferia di Roma in uno scontro tra ‘ndrine per l’egemonia sul traffico di cocaina che per la prima volta si era spostato dalla Calabria a Roma. Per questo fatto, Sestito era stato scarcerato e messo ai domiciliari su decisione della corte di Appello d’Assise di Roma. 

IL PRECEDENTE
Sestito non è nuovo a tentativi di fuga: già nell’agosto del 2013 l’ndranghetista aveva approfittato della semilibertà concessa dal carcere di Rebibbia per scappare. La Squadra mobile di Roma lo aveva catturato un mese dopo mentre si trovava in spiaggia in provincia di Salerno riportandolo in carcere. Oggi servirebbe un altro Corcillo per restituirlo alla giustizia. «Quell’arresto fu uno dei punti più gratificanti dei miei 43 anni di servizio nell’Arma -ricorda oggi il maresciallo andato in pensione nel 2019 con il grado di luogotenente carica speciale- fu una grande soddisfazione nata da uno scrupolo mio personale su un passaggio di proprietà che mi insospettì». Attimi di tensione in quel giugno 1991, dopo alcuni accertamenti e le necessarie verifiche Corcillo decise di intervenire. «Ci presentammo alla porta in borghese -ricorda- tentò di scappare, lo bloccammo e lo portammo al Baldenic in manette». Paura? «Non sapevamo che aveva appena ucciso un collega, lo arrestammo per altri reati, c’era la giusta tensione».

LA CARRIERA
E dire che in quell’assolato agosto 1989 quando arrivò in Alpago per la prima volta per il suo nuovo incarico, pensò di tornarsene al più presto possibile verso la sua terra, Salerno: non è andata così, in Alpago Carmine Corcillo ha lasciato un ricordo indelebile e ancora oggi è uno dei volti più noti e amati anche a Polpet dov’è rimasto a vivere con la famiglia anche dopo la pensione.

Ultimo aggiornamento: 17:27

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