Marmolada, le due facce del turismo: quelli dell'orrore e quelli che non vogliono più venire. «Dopo la tragedia pioggia di disdette»

Saltano le vacanze programmate negli alberghi e nelle strutture ricettive di Rocca Pietore e della val Pettorina

Martedì 12 Luglio 2022 di Dario Fontanive
Marmolada, le due facce del turismo
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ROCCA PIETORE - Chi vive quassù spiega che esistono due categorie di turisti: gli escursionisti dell'orrore, quelli arrivati ai piedi della Marmolada per vedere con i loro occhi il luogo della tragedia, e quelli che proprio a causa della tragedia temono di avvicinarsi al ghiacciaio.

In mezzo l'informazione social che non sempre rappresenta una buona bussola per orientarsi tra le aree di rischio e quelle sicure. Così ora ad essere preoccupata è anche la val Pettorina, con disdette che piovono da più parti anche dalla clientela che frequenta la Marmolada da decenni.

Strage della Marmolada, la paura dei turisti


Un messaggio distorto quello che filtra in rete, a volte impreciso, che ha finito per scatenare la paura nella gente, portando con sé le disdette negli alberghi e nelle strutture ricettive di Rocca Pietore e della val Pettorina. Cosa questa che in alcuni ha fatto scattare l'idea che dopo aver perso il ghiacciaio della Marmolada, Rocca Pietore possa perdere anche la stagione turistica estiva a causa delle disdette, già arrivate copiose. Tra i più agguerriti e preoccupati della zona Maurizio De Cassan titolare dell'Hotel Tyrolia di Malga Ciapela, già sindaco di Rocca Pietore e attualmente consigliere di minoranza nel suo comune. «Il messaggio che è stato e che viene ancora proposto della Marmolada spiega De Cassan - dopo la tragedia di domenica 3 luglio è scellerato e del tutto sbagliato. Tanto più che se poi a gettare benzina sul fuoco ci si mettono anche i nostri politici regionali, ai quali ricordo che questa tragedia non centra nulla con il Veneto, allora la cosa assume una gravità assoluta. Non è assolutamente vero che la Marmolada è chiusa, chiusa è solo quella parte di ghiacciaio in territorio di Canazei in versante agordino o bellunese della Marmolada è aperto e sicuro. Ci siamo fatti in quattro in questi anni - continua l'ex sindaco - come operatori turistici per poter resistere alla concorrenza, abbiamo dovuto attivare moltissime energie per poter promuovere il nostro territorio e ora per un fatto che a noi non ci riguarda se non da un punto di vista emotivo, stiamo rischiando un'altra volta la stagione turistica estiva. Una cosa che non ha logica tanto che rischiamo veramente di fare la figura dei becchi e bastonati considerato che prima abbiamo perso il ghiacciaio a favore degli amici di Canazei e ora per una sciagura che è successa sul loro territorio di loro giurisdizione e che a noi non ci riguarda stiamo purtroppo pagando un prezzo alto in quanto nel bel pieno della stagione ci troviamo ad affrontare una situazione molto preoccupante con disdette che piovono quasi ogni giorno e telefoni muti di nessun turista che chiama neanche per chiedere informazioni». Anche Tania De Lazzer dell'Albergo Albe condivide l'angoscia. «Fino ad ora abbiamo avuto circa una decina di disdette anche per periodi lunghi tipo una settimana- spiega Tania-. Ci chiedono se c'è pericolo anche qui che siamo a chilometri di distanza dal luogo della sciagura. Io cerco di spiegare e di dire loro che eventualmente ci sono altre montagne per poter fare escursioni ma non è facile. Il messaggio che è passato è molto generico e purtroppo penalizza noi più di tutto». Stessa storia alla Baita Dovich dove di disdette ne sono giunte anche qui come ci conferma Manuela Chizzali. «Purtroppo il problema c'è è si fa sentire molto forte in quanto si parla in maniera generica di Marmolada senza l'accortezza di spiegare che la Marmolada è grande e molte sue parti sono tranquille e sicure. Siamo veramente molto preoccupati di questa situazione perché negli anni passati ne abbiamo dovute affrontare tante e quest'anno che si presentava come una buona stagione dobbiamo fare i conti anche con questa situazione paradossale dove noi che non centriamo nulla con quello che è successo rischiamo di portare via le conseguenze maggiori».



Anche il sindaco Andrea De Bernardin è preoccupato di quanto sta accadendo. «Quando si parla di Marmolada bisogna stare molto attenti al messaggio che si vuole far passare perché se passa in maniera distorta può veramente creare molti guai alla nostra economia turistica che è sempre stata assoggetta al nome di Marmolada. E purtroppo le informazioni e i molti messaggi che sono passati in questi giorni sulla tragedia hanno avuto risvolti negativi per noi, tanto che è necessario riportare il tutto e in fretta sulla giusta carreggiata e questo lo dico a tutti».


Val Pettorina


Un nome questo che è legato in particolare alla val Pettorina la cui promozione turistica si lega spesso al nome di questa montagna, diversamente da Canazei, titolare per competenza territoriale della zona dove è avvenuta la tragedia di domenica 3 luglio, la cui promozione turistica si lega quasi sempre alla val di Fassa e poco alla Marmolada e da qui si capisce il perché i danni maggiori di una informazione forviante ricadono poi su Rocca Pietore.

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Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 12:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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