Marmolada, l'ultima sfida Veneto-Trento sui confini: Rocca Pietore contro Canazei, attesa per la sentenza

Mercoledì 8 Marzo 2023 di Angela Pederiva
Marmolada, l'ultima sfida Veneto-Trento sui confini: Rocca Pietore contro Canazei, attesa per la sentenza

VENEZIA - La partita fra Veneto e Trento sulla Marmolada non è ancora chiusa. A riaprirla potrebbe essere la Corte d'Appello di Roma, una cui sezione è dedicata a dirimere le contese interregionali sugli usi civici, cioè sui diritti perpetui rivendicati dai membri di una collettività rispetto ai beni che appartengono ad altri enti. Oggi è in calendario un'udienza, con tutta probabilità l'ultima prima dell'emissione della sentenza, della causa avviata dal municipio di Rocca Pietore nei confronti dell'amministrazione di Canazei: il Comune bellunese chiede ai giudici di accertare la sua titolarità ad esercitare le prerogative anche sulla parte del massiccio (e del ghiacciaio) che dovesse risultare di proprietà trentina.


LA DEMARCAZIONE
Il tema dei confini, infatti, è ancora oggetto di contenzioso.

Le parti attendono il verdetto del Tar del Lazio, dove lo scorso 25 gennaio è stata discussa l'ultima serie di ricorsi incrociati sugli aspetti operativi della demarcazione confinaria. La matassa è talmente ingarbugliata, trattandosi di una disputa storico-giudiziaria lunga oltre 150 anni, che vale la pena di sbrogliare almeno i fili principali. Con l'intesa siglata nel 2002 dagli allora presidenti Giancarlo Galan e Lorenzo Dellai, oltre che dai sindaci dell'epoca Fernando Riz e Maurizio De Cassan, era stata raggiunta una conciliazione politica: la demarcazione era stata fissata lungo la linea di displuvio della montagna, come già sancito nel 1998 dal Consiglio di Stato a favore di Canazei, ma era stata pure stabilita una parziale retrocessione di 30-70 metri a favore di Rocca Pietore, riconoscendole la titolarità di Malga Ciapela, Punta Serauta e Punta Rocca, quindi degli impianti. Tuttavia quell'accordo era stato poi disconosciuto dai nuovi amministratori di Canazei, in quanto non aveva ricevuto il via libera dal Consiglio comunale. Per contro Rocca Pietore, sostenuta dalla Regione Veneto, aveva contro-impugnato gli atti con cui l'Agenzia delle Entrate, l'Istituto geografico militare, i ministeri della Difesa, dell'Interno e dell'Economia avevano ridisegnato il confine, riportando le due stazioni della funivia in provincia di Trento.


LA CACCIA
In attesa del responso dei magistrati amministrativi del Lazio su questo cruciale punto, il Comune bellunese ha avviato un'altra azione giudiziaria, quella che è appunto in discussione oggi davanti ai giudici civili di Roma. Infatti la giunta guidata da Andrea De Bernardin ha conferito mandato all'avvocato Enrico Graz di far valere le prerogative sulla Marmolada da parte del suo paese. Spiega il legale: «Qualunque sia il confine, anche se più favorevole alla Val di Fassa, nei secoli la comunità di Rocca Pietore ha comunque esercitato su quei fondi dei diritti civici, prevalentemente per svolgere l'attività di caccia. Il riconoscimento in sede giudiziaria comporterebbe ad esempio il fatto che Rocca Pietore debba essere sempre coinvolta da Canazei nella pianificazione urbanistica dell'area. In questa udienza affronteremo le ultime questioni, dopodiché attenderemo la sentenza, per la quale è immaginabile che possano comunque volerci dei mesi». Non sarà un problema, considerata la pazienza delle parti in causa. Il verdetto del Consiglio di Stato del 1998 era stato emesso dopo il decreto del presidente della Repubblica del 1982, che era stato firmato dopo il responso della Commissione internazionale per la fissazione del confine fra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-Ungarico del 1911, che era stato pronunciato dopo il Trattato di Vienna del 1866...
 

Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 10:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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