«Marmolada riaperta, ma se Trento non si muove noi chiuderemo. Conflitti col Veneto da sfatare». L'altro punto di vista del gestore Soraruf

Il proprietario dei rifugi Castiglioni e Punta Penia annuncia la ripartenza di quest'ultimo, ma sottolinea che serve un piano, bloccato da decenni, per far ripartire lo sci invernale sul versante nord. «Alla veneta Livinallongo piacerebbe. Il problema è opporsi ai monopoli»

Giovedì 17 Novembre 2022 di Claudio Strati
Marmolada riaperta, Da sin. Carlo Budel, Punta Penia nella foto di www.marmoladameteo.it e Aurelio Soraruf

MARMOLADA - La Marmolada riapre, ma dal Trentino non si trovano grandi motivi per esultare. «La cosa ci lascia tutto sommato indifferenti», spiega ad esempio Aurelio Soraruf, proprietario del rifugio Castiglioni e anche di quello a Punta Penia, il più in alto nella Marmolada a oltre tremila metri. Mentre Carlo Budel, tradizionale gestore del Punta Penia, risponde dalla barca: «Sono a Lignano, sto pescando. Non saprei cosa dire, del futuro del rifugio non so, dovete chiedere ad Aurelio. Io preferisco starne fuori al momento, e obiettivamente adesso non ho notizie sulla situazione in Marmolada».  

Carlo in barca a pescare

Dal suo buen retiro marino, dove ricarica le pile, ci manda una bella foto dalla webcam del rifugio Punta Penia alle 7 del mattino: cielo rosso, neve, messaggio di silenzio di vetta. Tutto chiuso. In luglio, dopo il disastro in Marmolada, Budel si era detto sconsolato e anche dubbioso sul futuro e sull'opportunità, magari, di ritornare lassù. Tocca dunque ad Aurelio Soraruf dire una parola sicura: «Come noto d'inverno il Punta Penia resta chiuso sempre, siamo oltre i tremila, non esistono certamente le condizioni di sicurezza. D'estate sì, è il suo momento, e riaprirà di certo. Carlo lo gestisce per conto nostro, che lui ci sia o no, il rifugio comunque sarà funzionante. È punto d'approdo alpinistico, una struttura gestita da una persona, ci si arriva attraverso la ferrata, che è stata anche raddoppiata in alcuni tratti per permettere il passaggio di chi sale e chi scende. Il problema è se la direttrice di salita sarà solo quella dal Contrin.Occorre capire se si potrà farlo anche da un tracciato sicuro pure dal versante nord, non dal ghiacciaio classico ma su una direttrice, diciamo, più di lato. Prima si arrivava anche dal ghiacciaio, ora da quella parte diventa impegnativo e ci vorrà un paio d'ore in più». 

 

Aurelio e i monopoli montani 

Soraruf tiene a sottolineare però altre cose. E torna sull'indifferenza iniziale: «Dico che per noi cambia nulla, perché è da tempo che sul versante trentino gli operatori lavorano solo d'estate. Purtroppo sulla Marmolada c'è un monopolio che non desidera avere concorrenti, e da parecchio tempo le cose vanno così. In sostanza da una quarantina di anni la stagione invernale per gli operatori trentini è rimasta stoppata. Non si scia. Come noto - prosegue Aurelio Soraruf - dopo gli attentati che fecero saltare in aria due impianti sul versante nord, all'inizio degli anni '70, siamo arrivati al 2017 per capire che il Trentino poteva riprendere l'iniziativa, vista la disputa sui confini. Però la provincia trentina si è sempre dimostrata piuttosto debole, non portatrice di una politica che sapesse farsi valere come quella di Bolzano.

Così noi siamo rimasti alla finestra. Adesso però sarebbe il momento di  fare qualcosa di concreto, una struttura sciistica a nord come da ipotesi e progetti vagliati per tanti anni. Altrimenti il pericolo è proprio di arrivare a una serie di chiusure».

Se sfuma anche l'estate

Cioè, spiega l'imprenditore, sul tavolo c'è anche la possbiità di perdere le stagioni estive: «Se i fatturati si dimezzano, come è accaduto quest'anno, le aziende del turismo per forza chiudono anche con il sole. Come dicevo, dalla nostra parte già  eravamo ormai legati solo all'estate, ma con il crollo di luglio e l'immagine di pericolo che si è creata, i frequentatori frenano e in crisi va anche la bella stagione. Perciò bisogna puntare e confidare nel freddo e sviluppare l'invernale. Si discute da anni di tracciati e progettazioni, pertanto le idee sono chiare. Basta che la Provincia di Trento prenda una decisione».

Conflitti con il Veneto  da sfatare

I conflitti con il Veneto in tutto ciò quanto pesano? «Anche questa è un po' una storia da sfatare - risponde Soraruf -, a parte il fatto che io, come molti altri trentini, abbiamo amici e parenti nel Bellunese con cui ci troviamo spesso e parliamo anche di queste vicende,  a noi non interessa assolutamente andare contro il Veneto. Certamente sappiamo che uno sviluppo di questo tipo non è visto di buon occhio dagli operatori di Rocca Pietore, ma le nostre idee non intendono combattere la Val Pettorina, semmai cerchiamo di equilibrare i pesi con la Val di Fassa e altre zone trentine. In ogni caso ricordo che la veneta Livinallongo, vicina a Canazei, è favorevole allo sviluppo della Marmolada che proponiamo.  La vera contrapposizione - conclude Aurelio Soraruf - qui è con le grandi forze economiche che da decenni fanno il bello e il cattivo tempo».

(foto della webcam di Punta Penia da marmoladameteo.it)

Ultimo aggiornamento: 17 Aprile, 22:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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