Si fa male sul marciapiede rotto, il Comune non vuol saperne di pagare

Sabato 7 Dicembre 2019 di Federica Fant
Si fa male sul marciapiede rotto, il Comune non vuol saperne di pagare
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BELLUNO - Cade sul marciapiede sconnesso e si rompe il piede, ma ottenere un risarcimento è diventata un’odissea. Protagonista una donna che, oltre alla frattura del metatarso del piede si era storta la caviglia, dopo l’incidente mentre camminava in città. Ha proceduto nella trattativa con l’assicurazione del Comune, ma Palazzo Rosso ora non intende risarcire. 
È la sera del luglio 2018, quando la donna di mezza età passeggiando in via Caffi, verso le 19, cade rovinando a terra. Le conseguenze riportate sono la distorsione di una caviglia e la frattura del 5° metatarso del piede sinistro. Colpa del marciapiede o della camminata, magari veloce? Difficile stabilirlo, ma la donna decide di rivolgersi all’avvocato Laura Levorato per un consulto. Scatta la richiesta di risarcimento all’assicurazione del Comune: dopo quell’incidente infatti la donna non è potuta recarsi al lavoro per giorni. Inizia così la trattativa con la compagnia assicurativa e viene riconosciuto il concorso di colpa. Ovvero una parte di responsabilità è in capo alla donna, ma un’altra parte è in capo a Palazzo Rosso. L’importo stabilito, al di sotto della cifra di 5 mila euro è, comunque, inferiore alla franchigia dell’assicurazione del Comune. L’assicurazione è quindi determinata a liquidare i danni, ma per perfezionare la procedura serve l’intervento di Palazzo Rosso. Passa un mese, ne passano due e ancora nessuno si fa sentire. L’avvocato Levorato, sollecitata dalla cliente, avanza la richiesta di un appuntamento, prima telefonico, poi di persona, con la dirigente del settore. Nessuna risposta. Trascorrono ancora settimane. Arriviamo allo scorso dicembre. Il legale allora scrive alla dirigente una missiva e la invia tramite Pec. Un atto ufficiale. Con le dovute cautele motiva le ragioni per cui la sua assistita aspetta il risarcimento per la caduta. Ricorda che tra lei e la compagnia assicurativa si è svolta una regolare trattativa e fornisce ogni dettaglio dell’accaduto, allegando i referti. Finalmente arriva la risposta, tanto attesa, del Comune. Viene detto che, per il Comune, non si ravvisa alcun presupposto per il quale Palazzo Rosso dovrebbe versare la somma indicata dalla compagnia, dopo una sorta di indagine interna sul caso. La donna si sente «presa in giro». «Ormai è trascorso oltre un anno, ho seguito l’iter – racconta -: la visita del medico legale e quello della compagnia assicurativa hanno ravvisato che fosse una caduta dovuta anche alla sconnessione del marciapiede. Se almeno quel camminamento, nel frattempo, fosse stato messo a posto potrei anche capire, ma tutto è ancora lì come quel giorno. Una trappola per i pedoni».
 
Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre, 12:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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