Nicolò Pierni, il pioniere che corre oltre i limiti: nato prematuro, ha stabilito un record mondiale

Venerdì 10 Marzo 2023 di Maurizio Ferin
Nicolò Pierni, nato prematuro è ora il maratoneta dei record
LA STORIA - «I limiti, come le paure, spesso sono solo un’illusione». Queste parole di Michael Jordan, sicuramente tra le più usate (e abusate) frasi motivazionali dello sport, sembrano vestire perfettamente la personalità di Nicolò Pierni. 33 anni il prossimo 17 novembre, questo atleta bellunese per certi aspetti unico e inimitabile sta compiendo un percorso incredibile.

NELL’INCUBATRICE
Di lui ci siamo occupati per la prima volta 15 anni fa, per raccontare la storia di un ragazzo ai tempi 17enne che aveva saputo costruirsi un’identità sportiva forte, reagendo a una vita che fin dalla nascita non era stata benevola. A causa di un errore medico, infatti, Pierni era nato quando mamma Denise era appena al settimo mese di gravidanza, 27 settimane invece della consuete 40 nel grembo materno. A vederlo oggi, con un fisico bellissimo, slanciato, muscoloso, riesce difficile immaginarselo in un’incubatrice, neonato di 900 grammi, meno di un chilo di peso. Le conseguenze le sopporta tuttora, qualche anomalia cardiaca e un polmone solo. Senza dimenticare che è audioleso, imparare a parlare per lui ha significato affrontare la fatica dell’ennesima capriola in salita in una vita mai in discesa.

TRAPPOLA IN GALLERIA
Il 5 luglio del 2019 il destino gli si è ripresentato un’altra volta, stavolta nella galleria del Col Cavalier: alla guida della sua moto, “stretto” dalla sorte (nella forma di un’auto), Nicolò è andato incontro a un calvario per i danni a gamba e braccio sinistri. Così, lui che da piccolino era una promessa del pattinaggio artistico su ghiaccio (solo la chiusura del palaghiaccio di Lambioi lo costrinse a cambiare disciplina) e poi si è dedicato a calcio, pallavolo, corsa e ultimamente anche nuoto (nelle acque libere, per la Sportivamente Belluno, in piscina sarebbe stato tutto troppo facile), ha dovuto ricostruirsi un’altra volta. Letteralmente. «Dal ginocchio al piede», dice.

L’IMPRESA
In questo modo, è entrato a fare parte del mondo dell’atletica paralimpica, nella categoria T44. Ed è qui che arriva l’impresa: domenica scorsa, alla maratona di Bologna, Pierni corre in 3h10’09” e sui profili social si attribuisce un record mondiale che è la prima pagina di un nuovo libro. «Perché i T44 non corrono le maratone, preferiscono la pista all’asfalto, per non dover sopportare conseguenze agli arti», spiega Nicolò. Un primatista mondiale che ha le idee chiare, anche nell’eventuale prospettiva paralimpica. «Non intendo barattare la mia salute per una medaglia olimpica, non è detto quindi che io accetti un’eventuale chiamata, se questo significasse accettare compromessi». Il riferimento è al confine spesso labile tra lecito e illecito, si va dall’utilizzo di integratori a quello di sostanze «magari a norma, ma senza che io ne conosca le conseguenze».

QUEI 200 KM ALLA SETTIMANA
Pierni corre per l’Atletica Dolomiti, anche se in realtà è un lupo solitario. Seguito in passato da Giulio Pavei, da tempo fa tutto da solo. «Sono allenatore Fidal di secondo livello - dice ancora - mi preparo da solo i programmi di allenamento. La mia ispirazione? Gelindo Bordin, che correva 250 km a settimana: io “sotto carico” ne faccio 200, altrimenti almeno un centinaio». Significa oltre 25 km al giorno, in un anello naturale che si è creato a Visome, dove vive. «Dal 2021 sono dipendente Ulss, lavoro in via Feltre - prosegue Nicolò - io mi alleno prima di andare in ufficio, un paio d’ore, dalle 5 del mattino, e dopo aver concluso il mio turno». Un impegno massacrante che gli consente personali di 1h23’ sulla mezza (21 km) e 2h16’ sulla 30. «Non ho rivali in Italia, forse neppure nel mondo» dice con estrema sicurezza in se stesso (alla Mj, tornando alla citazione iniziale). Nella categoria T44 la storia va scritta.

DEVOZIONE A MAMMA DENISE
Il suo piano agonistico mette paura: ha intenzione di correre domenica a Roma, il 26 marzo al lago di Garda, il 2 aprile a Milano. Sono tutte maratone. Il motivo? «Allenarsi da soli è una rottura di scatole» e allora ecco spiegata l’iscrizione a 4 maratone in meno di un mese. «Ho il doppio certificato, da disabile posso correre negli eventi per normodotati. La mia motivazione? Partiamo dal concetto che io non devo niente a nessuno, se non a mia madre. Corro per passione, per la mia salute, per un senso di rivalsa. La vita mi ha tirato tante sberle, rialzarsi per me è la normalità. A me piace quando la gente mi dice “quella cosa non riesci a farla”. Io non rispondo, non dico niente, lavoro a testa bassa. Mi piace dimostrargli il contrario. Una volta lo facevo per gli altri, adesso per me stesso. Non ci sono limiti, né scuse. Se vuoi, puoi. Se la vuoi, una cosa, te la vai a prendere».

SCOPRENDO L’IGNOTO
Tutto questo è Nicolò Pierni. Un pioniere, cui la definizione di campione tutto sommato va stretta. Il suo è il coraggio di chi sa che prima bisogna gestire le paure. Ma poi, paura “de che”? Lui è quel neonato che pesava 900 grammi e ora, diventato adulto, misura 1.80 per 61 chili. Corre là dove nessuno o quasi si è spinto. Un esploratore, quindi. E il bello è che le sue scoperte saranno le nostre.
Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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