A Seren l'epigrafe di Maradona: «La moglie del presidente Ferlaino è di Rasai»

Domenica 29 Novembre 2020 di Eleonora Scarton
Un'epigrafe di Diego Armando Maradona a Seren del Grappa
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SEREN DEL GRAPPA - Un filo sottile lega la comunità di Rasai con Diego Armando Maradona. Roberta Cassol, originaria della frazione di Seren del Grappa, è la moglie di Corrado Ferlaino, il presidente del Napoli che ebbe l’intuizione di acquistare dal Barcellona il numero 10 argentino, scomparso mercoledì nella sua casa di Tigre.

Una morte che sta continuando ad avere un’eco enorme in tutto il mondo, a dimostrazione dell’affetto popolare che lo ha sempre circondato. E ora emergono anche i suoi legami con il Feltrino, testimoniati anche da alcune epigrafi.


UNA GESTIONE VINCENTE
Corrado Ferlaino fu eletto presidente del Napoli nel 1969. Durante la sua gestione, protrattasi con brevi intervalli fino al 2000, il Napoli raggiunse il suo massimo fulgore negli anni Ottanta, in corrispondenza con la militanza in maglia azzurra di Diego Armando Maradona, vincendo due scudetti, una Coppa Uefa, una Coppa Italia e una Supercoppa italiana; precedentemente, sempre durante la gestione di Ferlaino, la squadra azzurra aveva vinto, nel 1976, una Coppa Italia e una Coppa di Lega italo-inglese. Ma il merito più grande fu l’operazione Maradona, come non a caso ha sottolineato sul proprio profilo Facebook proprio Roberta Cassol, la moglie di Ferlaino: «Mi sembra doveroso riconoscere la paternità dell’operazione, la scelta e la magica intuizione di Corrado Ferlaino di portare a Napoli il giocatore Diego Armando Maradona dal Barcellona. Ci hai consegnato su un piatto d’argento la gioia di vincere 2 scudetti e avere un fantastico genio che rimarrà un mito e un “fratello geniale” unico e raro. Grazie Corrado, ci hai regalato un “sogno” diventato realtà che vivrà a Napoli in eterno».


IL LEGAME
Loris Scopel, ex amministratore e appassionato di calcio, conosce bene il collegamento tra la coppia Ferlaino - Cassol e la frazione di Seren: «La famiglia di Roberta è originaria di Rasai e anzi la sorella vive ancora qui da noi. Frequentano spesso il nostro territorio, anche quando ci sono delle feste o delle ricorrenze sentite, sia lei sia il marito Corrado. Non è passato tanto tempo da quando, a una festa del paese, mi sono trovato seduto poco distante da loro». Inoltre, quando i coniugi frequentano il Feltrino, si fermano spesso a dormire nei bed&breakfast del territorio. Insomma, l’uomo che ha portato in Italia Maradona - già allora, nel 1984, il più talentuoso calciatore del mondo - è un abituale frequentatore della nostra provincia.


IN BACHECA
Una notizia che è salita alla ribalta delle cronache in questi giorni quando, presso la bacheca funebre di Rasai e di altre del territorio serenese, è comparsa l’epigrafe di Maradona. Il foglio recita “25 novembre 2020 è venuto a mancare Diego Armando Maradona. I napoletani del Bellunese piangono il dio del calcio”. Anche coloro che provengono da Napoli e che risiedono nel nostro territorio hanno voluto omaggiare il grande campione di calcio a modo loro.


C’È CHI NON CI STA
Un gesto che però non è stato apprezzato da tutti. Almeno da chi, nelle bacheche comunali, vorrebbe trovare solo le epigrafi dei morti “locali”. E secondo altri, Maradona non andrebbe esaltato né ricordato perché nella vita di tutti i giorni, smesse le divise da calciatore, non avrebbe dato un esempio positivo. Il riferimento è ai suoi noti problemi con la droga, con il fisco, con le donne, con figli non subito riconosciuti. Il resto del mondo guarda oltre, a un campione ineguagliabile eppure ricco di debolezze. Che anche nel Feltrino qualcuno ha voglia di ricordare, pensando alla famiglia Ferlaino o alle proprie origini napoletane.

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