Spazi "profanati" e manifesti tolti: Far West elettorale, è pioggia di denunce

Venerdì 20 Maggio 2022 di Federica Fant
I cartelloni elettorali

BELLUNO - Spazi elettorali profanati dagli altri competitor. Ma anche spazi insufficienti ad accogliere la coalizione e il candidato sindaco.

Bacheche frazionali prese d'assalto: ma lì non si può, per legge far propaganda. La campagna elettorale 2022 corre sui muri e sui pannelli dedicati alla propaganda politica delle imminenti amministrative. La polizia locale di Belluno ha lavorato tutto il pomeriggio di martedì 17 maggui per rimuovere materiale in posti dove quei cartelloni non potevano essere affissi. Lo spazio dedicato al Referendum sulla giustizia compreso.

IL COMANDANTE
«Sugli spazi dedicati alle elezioni i vigili non possono far molto, ci si attiene alla delibera di giunta. Noi ci occupiamo di far rispettare gli spazi assegnati spiega il comandate della Polizia Locale, Roberto Rossetti -. Ieri abbiamo lavorato tutto il pomeriggio per segnalazioni di irregolarità che ci sono arrivate. All'inizio posso capire che c'è qualche difficoltà, le persone magari sono alle prime esperienze politiche, posso capire l'inesperienza, ma una volta indirizzate nelle giuste postazioni immagino che non si ripresenteranno problemi. Certo che suggeriamo a chi si accorge di irregolarità di segnalarcele. Devono essere rimosse le postazioni abusive, se ce le segnalano facciamo prima». Eventuali sanzioni previste «ricadono sui committenti e sui trasgressori, non sul candidato, come invece accade nella pubblicità». E per quanto riguarda le postazioni delle bacheche presenti nelle frazioni, il comandate chiarisce una volta per tutte che quelle non sono spazi da utilizzare ai fini propagandistici. «Gli avvisi degli incontro con i candidati si possono affiggere solo nelle vicinanze del locale che ospita quell'evento poco prima e vanno tolti al termine dell'incontro».

LA POLITICA
Agli aspetti tecnici se ne affianca uno più politico. A farlo tornare alla ribalta, dopo l'esperienza identica del 2017 è il consigliere comunale Franco Roccon (Civiltà Bellunese Liga Veneta Repubblica) oggi candidato nella coalizione di centro destra. «Dieci i luoghi indicati per il posizionamento dei tabelloni elettorali, in cui è dedicato uno spazio 100 x 200 cm per ogni singola lista con dieci liste in totale. E per il candidato sindaco? Nessuno! Niente spazio dedicato al candidato sindaco perché tanto sono solo tre». La legge prevede che sia la Giunta «a stabilire luogo e spazio con una riduzione del 50% rispetto alle 20 postazioni degli anni 2000. Non vorrei essere smentito ma la Giunta Massaro, compresa la vice sindaco Lucia Olivotto, ha applicato la legge 147/2013 in termini restrittivi evitando di dare la massima pubblicità consentita ai candidati sindaco e scegliendo i luoghi dove posizionare le postazioni, le più infelici del comune». Non è finita qui, «molte di quelle dieci postazioni sono di fatto muri, la cui colla cede dopo un po' di pioggia». Nella legge è scritto che le postazioni «sono dedicate a candidato sindaco e Liste collegate; una delle liste collegate al candidato sindaco dovrà sacrificare il proprio spazio se vuole dare voce e volto al proprio candidato sindaco». Ma Roccon non chiude così, anzi aggiunge: «Se a questo aggiungiamo che in alcune postazioni, 4 su 10 scelte dalla Giunta, (Panoramica- Orzes Via Vittorio Veneto Palasport) le affissioni sono su vecchi muri dove difficilmente la colla tiene, gli spazi dedicati all'elettore rimangono 6 su 10. Non era forse meglio disporre dei tabelloni in piazza Martiri piuttosto che nella Panoramica su un muro che non guarda nessuno?». Il consigliere porta infine il caso di Orzes: «i tabelloni per il referendum sono belli e nuovi su lamiera anche se presumibilmente non verranno usati e quello per le comunali su un vecchio muro a difficile tenuta di colla».

LA RISPOSTA
E se il candidato Giuseppe Vignato non entra nella polemica e preferisce non rispondere, l'attuale vicesindaco Lucia Olivotto che è anche candidata, chiamata in causa, dà le sue spiegazioni: «Le norme nazionali sono molto restrittive in termini di democrazia per il cittadino, che forse però sono nate a causa di un'incapacità delle forze politiche di autoregolamentazione e per dare uguale dignità anche alle realtà più deboli economicamente. Si tratta comunque di un provvedimento di oltre 10 anni fa e che quindi ha segnato anche la passata tornata amministrativa. Dire che si è voluto limitare la comunicazione e l'informazione ai cittadini è però poco corretto, visto che - date le risorse economiche impegnate fino ad oggi dagli altri competitor, decisamente superiori a quelle a nostra disposizione - sarei stata autolesionista ad approvare un provvedimento che limiterebbe anche la promozione della mia candidatura».
 

Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 10:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci