Il bilancio del prefetto: «Emergenza finita, ora serve la ricostruzione»

Lunedì 12 Novembre 2018 di Raffaella Gabrieli
La frazione di Collaz martoriata dal vento il 29 ottobre
BELLUNO - Centoventi sfollati (soprattutto a Perarolo e Cibiana), un centinaio di generatori ancora in funzione, una quindicina i Centri operativi comunali tuttora attivi (più della metà dei quali in Agordino). Questi alcuni numeri che delineano la fotografia della provincia a 15 giorni dall'evento catastrofico che l'ha colpita.
29 ottobre - 12 novembre: com'è la situazione attuale signor Prefetto?
«Abitazioni e strutture edilizie in generale così come strade, ponti e boschi, per quanto possibile, sono stati tutti messi in sicurezza. Oggi c'è la reale percezione di quanto accaduto: un accadimento veramente eccezionale che ha superato quello simile del 1966 per quantità di acqua caduta e per il fenomeno downburst, il vento da temporale con raffiche da uragano a oltre 180 km orari. Quasi miracolosamente, grazie alla grande efficienza di più soggetti, si è già riusciti a ripristinare tanto. Diciamo che la prima fase, quella decisamente emergenziale, si è conclusa».
Cosa accadrà nella seconda fase?
«Commissario per l'emergenza e amministratori locali dovranno gestire un lavoro enorme all'insegna della massima tutela degli abitanti ma anche di chi scenderà in campo. Ci sarà da aver a che fare con frane, versanti, strade, dighe, argini di fiumi. E ovviamente con le centinaia di ettari di bosco abbattuto e la difesa del suo ecosistema. Relativamente al legno, poi, andranno individuati siti di stoccaggio per la successiva vendita, stando attenti non vengano alterati gli equilibri di mercato per non danneggiare l'economia. In questo periodo, che non sarà breve, dovremo essere tutti vicino ai sindaci. Sono già in programma quattro riunioni d'area dove essi potranno confrontarsi, in contemporanea, con Provincia, Anas, Genio civile e Servizi forestali».
Cosa rifarebbe subito?
«Dare quell'allerta, sulla base delle previsioni Arpav, che inizialmente è stato considerato da più parti come esagerato. Ad esempio, in riferimento al famigerato lunedì 29, la chiusura delle scuole e degli uffici pubblici, l'invito a Confindustria affinché anche le aziende mandassero a casa i dipendenti il prima possibile. O l'annullamento del Rally bellunese previsto il giorno antecedente».
Quale il momento più doloroso?
«Di sicuro quando si sono registrati i morti a Feltre, a Falcade, a Selva di Cadore. E poi a Rivamonte: ecco in questo caso, con particolare dolore per quei due coniugi anziani, mi sono chiesto se forse avremmo dovuto passare casa per casa a spiegare che i generatori devono essere posizionati in un locale areato e non limitarci a comunicazioni generali».
La situazione più grave?
«L'Agordino è certamente l'area che ha patito di più. E qui in maggior sofferenza è Rocca Pietore, privata dell'acquedotto (ora con potabilizzatori). Struttura che però è già in fase di realizzazione. Invece Col di Pra di Taibon, dove non c'è mai stata la rete mobile, ora esiste. Piccoli ma importanti esempi di passi avanti».
E le soddisfazioni maggiori invece?
«Quando la gente, incontrandomi per strada e chiamandomi per nome, mi stringe la mano o mi abbraccia. Ringraziando me ringrazia le tantissime persone che in queste due settimane hanno lavorato incessantemente per mettere in sicurezza il territorio. E ora sono emozionanti anche le tante richieste, da parte della gente più disparata, per sapere come si può fare ad aiutare i bellunesi».
L'auspicio più grande?
«Innanzitutto, avviando una lotta contro il tempo, spero che prima dell'inverno tutti possano tornare a casa propria. E poi che le strutture ricettive e commerciali possano avviare e vivere un'ottima stagione turistica».
Che esperienza è stata?
«Di certo traumatica per il territorio ma capace al contempo di rinsaldare i legami tra istituzioni che hanno agito sempre in simbiosi senza mai risparmiarsi. Un modo di fare squadra da parte di ogni soggetto in campo, compresi i tantissimi volontari, che deve restare patrimonio del Bellunese, terra abitata da gente che ha saputo affrontare questo dramma con dignità e tolleranza. Grazie a tutti».

 
Ultimo aggiornamento: 09:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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