Vaccini in azienda: già pronte 51 imprese bellunesi, c'è anche Luxottica

Giovedì 8 Aprile 2021 di Davide Piol
Vaccini in azienda: già pronte 51 imprese bellunesi, c'è anche Luxottica

AGORDO - Iper congelatori per i vaccini che richiedono temperature molto basse, e spazi enormi da gestire più o meno a proprio piacimento. Luxottica è pronta a partire con le vaccinazioni ai dipendenti. A mancare, però, è il vaccino. Dopo l’accordo governo-parti sociali, siglato martedì sera, l’ipotesi di trasformare le aziende in punti vaccinali è diventata realtà. In provincia di Belluno hanno aderito in 51. Ma le aspettative erano concentrate soprattutto su Luxottica. Il colosso dell’occhialeria conta infatti 8mila dipendenti tra le sedi di Agordo, Sedico, Cencenighe e Pederobba. Vaccinarli - e conoscendo Luxottica, l’operazione sarebbe possibile in poco tempo – significherebbe immunizzare un l’equivalente di un comune. È una fase di stallo in cui Luxottica vuole farsi trovare pronta. Nelle ultime settimane l’azienda ha acquistato dei frigoriferi e dei congelatori per la conservazione del vaccino. Al momento potrebbe gestirli tutti: Moderna, AstraZeneca e perfino Pfizer che richiede temperature che sfiorano i -80 gradi centigradi. Lo stesso discorso vale per il Johnson&Johnson per il quale, tuttavia, occorre aspettare almeno una settimana e mezzo.
IL NODO FORNITURE
Il problema sono le forniture che arrivano spesso in ritardo o in quantità meno consistenti del previsto. Gli altri aspetti, la logistica e gli spazi, non sono un ostacolo. Luxottica, nel corso del 2020, si era già attivata con i tamponi attraverso delle unità mobili (camper o furgoncini) che raggiungevano gli ottici e le case dei dipendenti. L’obiettivo era quello di scovare i positivi che non sapevano di esserlo. Ossia gli asintomatici. Anche PalaLuxottica, l’enorme sala polivalente ad Agordo, è stata immolata alla causa e da qualche mese, all’interno della struttura, vengono prodotte mascherine. La sfida di oggi riguarda la possibilità di vaccinare i dipendenti. Ma è necessario capire come, quando e con quali vaccini. Per il resto, Luxottica è pronta. Le linee guida sono contenute all’interno del Protocollo sulla realizzazione di punti straordinari di vaccinazione, che affianca il nuovo Protocollo con l’aggiornamento delle misure di contrasto della diffusione del virus Covid negli ambienti di lavoro. L’accordo è stato sottoscritto due giorni fa tra ministeri del Lavoro, della Salute e dello Sviluppo economico, Inail e commissario straordinario emergenza Covid con le parti sociali. Tre le possibilità messe in campo.
LE REGOLE
Le aziende potranno organizzare le vaccinazioni direttamente nel luogo di lavoro (chiedendo il supporto delle associazioni di categoria). Oppure potranno ricorrere a strutture sanitarie private attraverso convenzioni o alle strutture territoriali dell’Inail. L’adesione al vaccino sarà su base volontaria. E anche in questo caso ci sarà un medico competente che fornirà ai lavoratori le informazioni necessarie riguardo ai vantaggi e ai rischi della vaccinazione. Tutti i costi per la realizzazione e la gestione dei piani aziendali, compresi quelli per la somministrazione delle dosi, saranno in carico al datore di lavoro. Mentre i costi riguardanti la fornitura dei vaccini, le siringhe, gli strumenti etc., cadranno sulle spalle della sanità regionale. Finché mancano i vaccini, però, rimane tutto fermo. È questa la preoccupazione più grande di Confindustria.
LA PREOCCUPAZIONE
«La logistica e gli spazi sono l’ultimo dei nostri problemi – spiega il direttore Andrea Ferrazzi – Ma se non c’è certezza sull’arrivo dei vaccini è inutile fare qualsiasi tipo di ragionamento.

Noi comunque siamo pronti». Confindustria è in contatto diretto con Roma, Venezia e, ovviamente, Belluno. Ci sono stati degli incontri, negli ultimi giorni, tra i mondi dell’industria e della sanità bellunesi per capire come muoversi non appena arriveranno i vaccini. Al momento, tuttavia, mancano. «Ci sono state 51 adesioni in tutta la provincia – conclude Ferrazzi – E, a livello nazionale, sono stati risolti tutti gli aspetti più critici compresa la responsabilità del datore di lavoro. Ora servono i vaccini, altrimenti non ha senso programmare nulla».

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