Paese sotto coprifuoco Covid e i lupi arrivano fino in centro

Mercoledì 10 Marzo 2021 di Lauredana Marsiglia
La presenza del lupo è ormai stanziale nel Bellunese
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ALPAGONel dramma di una vita umana sotto coprifuoco per il Covid, i lupi hanno preso coraggio e, annusata l’aria silenziosa e deserta della sera, hanno raggiunto l’abitato di Pieve. Erano da poco passate le 22 di lunedì, quando l’avvocato Alessandra Taddei li ha visti vicino alla finestra della sua abitazione lungo la viuzza Gugliemo Marconi che dalla chiesa taglia l’angolo del bar Ece e aggancia la strada che porta a Plois. 
«Ho aperto la finestra per far uscire il gatto e ho visto due esemplari poco distanti. In un primo momento mi sono chiesta che bestie fossero, poi ho realizzato che erano lupi - racconta la Taddei -. Il gatto non ha più voluto saperne di uscire, salvo ripesarci una volta passato il potenziale pericolo. Poi ho sentito come il rumore di tante zampe battere sull’asfalto. Stavano scappando e sicuramente erano più di due. Mi sono chiesta dove andassero. Paura? Mah, non lo so. È stata una sensazione strana vissuta in una condizione di vita che sembra uscita da un altro secolo, con paesi blindati nel silenzio e nel buio. Condizioni davvero inusuali nel nostro tempo».
«AVREI ANCHE SPARATO»
L’avventura della Taddei, come si conviene in ogni piccolo paese che si rispetti, fa rapidamente il giro dei residenti e alla fine la verità viene “allungata”, aggiungendoci un secondo, quanto inesistente, avvistamento avvenuto addirittura il mattino seguente, sempre nello stesso posto. Vox populi, scatenata sui social, affermava che un esemplare si era presentato sempre in via Marconi, ovvero a pochi passi dalla piazza. L’avvistatore, stavolta, sarebbe stato Giovanni Dal Borgo, dirimpettaio della Taddei, ma Dal Borgo, contattato telefonicamente, nega la circostanza. «Io non li ho visti» afferma, mettendo così il silenziatore a quanti pensano che i lupi raggiungano gli abitati in presenza degli uomini. Tuttavia non nega che nel caso fosse stato vero e avesse avuto una carabina avrebbe «tirato». 
Intanto, la paura ancestrale del lupo, da sempre considerato incarnazione del male e della cattiveria, decisamente proprietà più vicine all’uomo che agli animali, corre di casa in casa in tutto l’Alpago, fa il giro dei social. Tutti a gridare “attenti al lupo”.
SCHIVI VERSO L’UOMO
Come ripetutamente affermato dalla Polizia provinciale di Belluno, e più ampiamente dagli esperti, «queste creature non attaccano l’uomo». Tutt’altro, si tratta di animali schivi non inclini alla vicinanza con l’essere umano. Ma si sa che lupi e luoghi comuni sono hanno una lunga storia alle spalle, fatti di persecuzioni che li portarono quasi all’estinzione nonostante il loro fondamentale ruolo di regolatori della fauna selvatica, oltreché di ricchezza faunistica in una provincia che sostiene di voler vivere di turismo sostenibile.
VITE SELVATICHE
Un branco vive stabilmente ormai da tempo sulle pendici del monte Dolada, dove si trovano le più piccoli frazioni del comune, con pochi abitanti, e spazi immensi in cui vivere e cacciare. In questi giorni sono stati più volti avvistati e anche ripresi. Ci sono testimoni che hanno avuto incontri ravvicinati, affermando tuttavia che gli animali, ancor prima di incrociare gli sguardi, sono scappati via, tornando nei boschi.
Insomma, “serate da lupi” in quel di Pieve. E non si sa se per colpa dei carnivori diventati temerari al punto di sfidare l’uomo o semplicemente di una vita blindata che ha ormai lasciato spazio alle presenze selvatiche.
 

Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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