Borgo Valbelluna. Il lupo arriva fin sotto casa: «Abbiamo paura per i bambini»

Martedì 21 Luglio 2020 di Federica Fant
Borgo Valbelluna. Il lupo arriva fin sotto casa: «Abbiamo paura per i bambini»
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BORGO VALBELLUNA - Il lupo arriva quasi sulla porta di casa a Stabie, vicino a Lentiai, comune di Borgo Valbelluna. Dalle 5 alle 8 di ieri mattina, il grande predatore ha sbranato un asino e ha ucciso tre pecore. Dalle 8 alle 9.30 ha completato il pasto, divorando completamente un ovino. Sale la preoccupazione a Lentiai, dove sempre più spesso ormai il lupo fa incursione, troppo vicino alle abitazioni tra Canai e Stabie. L'allevatore Mauro Tieppo e la moglie sono preoccupati per i loro figli, una bambina di 7 anni, che ieri accarezzava piangendo una delle pecore ferite, e un bambino nato da poco. Ma la preoccupazione non è solo della famiglia Tieppo, che ha subito anche il danno dei capi morti, ma di tante famiglie: alcune mamme che si sono riunite perfino in un Comitato anti-lupo e hanno chiesto udienza alla prefetto Adriana Cogode per rappresentare i loro timori. 

SENZA FINE
L'episodio di ieri mattina rappresenta l'ennesima predazione nel comune di Borgo Valbelluna e l'ennesima per l'allevatore Mauro Tieppo. «Sono partito da casa alle 5 ieri, e le pecore e gli asini erano tutti vivi - racconta -. Quando poi è passato un mio amico, verso le 8, un asino era stato sbranato e due pecore erano morte e una agonizzante. Erano morte ma intere. Quando sono ritornato, verso le 9.30 una di queste era stata spolpata». Il branco, quindi, è tornato in pieno giorno. «Faccio l'allevatore di mestiere prosegue Tieppo -. Ho diversi ettari da gestire in posti di montagna e con un'area così ampia è impossibile riuscire a proteggerla e nemmeno posso investire così tanto». Un recinto elettrificato anti-lupo in quella vasta area sarebbe infatti anti-economico. L'allevatore non ce l'ha contro il lupo, «penso però che debba essere fatto un parco e vada chiuso lì dentro. Il lupo ha diritto a non essere investito dalle macchine e di fare il lupo».

IL SINDACOMa, a quanto pare, non c'è una soluzione alla questione. «Il lupo non attacca l'uomo da quarant'anni», è stato risposto. Dal canto suo, il sindaco di Borgo Valbelluna, Stefano Cesa, conosce molto bene la questione, tanto da aver organizzato diversi incontri sul tema. Ad uno di questi molto frequentato, peraltro avevano partecipato l'europarlamentare Herbert Dorfmann, e il deputato Luca De Carlo. Il sindaco Cesa fa appello alla Regione Veneto affinché si intervenga. La situazione, infatti, si fa sempre più pericolosa e la paura sta cambiando già alcune abitudini tra gli abitanti della frazione di Lentiai. Ecco perché ieri il sindaco di Borgo Valbelluna non ha usato la sua consueta diplomazia. 

L'INTERVENTO
«Siamo stufi di continuare a subire inermi continue predazioni da parte del lupo esordisce Stefano Cesa -. Chi pratica agricoltura nel nostro territorio deve essere tutelato indipendentemente che si tratti di un'azienda agricola strutturata o che sia una realtà, tipicamente a conduzione famigliare, che pratica l'agricoltura soltanto per il forte desiderio di mantenere pulito il territorio in cui si vive e per continuare a praticare una tradizione». Poi, il sindaco esprime il suo personale pensiero con lucida chiarezza: «Consapevole che la maggior parte della comunità scientifica e politica è contraria, questo tipo di lupo non merita alcun tipo di tutela e continuare in questo modo, nella sua salvaguardia a tutti i costi, va soltanto a distruggere l'opera vera di conservazione dell'ambiente e della biodiversità e di prevenzione al dissesto idrogeologico che i nostri agricoltori stanno portando avanti da secoli prosegue il sindaco -. Faccio appello alla Regione del Veneto perché dica esattamente se questo predatore è un lupo o una specie imbastardita. Nel primo caso dobbiamo urgentemente attivate tutte le leve politiche nazionali e comunitarie per attuare nuove politiche efficaci di dissuasione contro le predazioni. Nel secondo caso, come penso sia, si autorizzi immediatamente i cacciatori e le guardie provinciali a sparare».
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